La sensazione è quella di vertigine, di doversi tenere per non rischiare di precipitare nel profondo fossato che ci si para davanti. È lo scavo del terzo bacino di carenaggio del porto di Genova, costruito fra il 1925 e il 1928 alla Calata delle Grazie. La tavolozza è scura, l’assetto prospettico piuttosto ardito. Gli uomini che lavorano nel cantiere sono minuscoli, così da evidenziare l’enorme volume dell’imbarcazione adagiata nel bacino. Non è dato sapere di che nave si tratti, probabilmente di un transatlantico tra quelli che dopo il Rex poterono essere ricoverati nel bacino, appositamente allargato nel 1931.
La Società Esercizio Bacini per la gestione dei bacini di carenaggio, iniziò la sua attività nel 1892 con l'entrata in funzione del bacino 2, seguito nel 1893 dal bacino 1. Essi rappresentarono un importante potenziamento delle attrezzature portuali nel settore delle riparazioni navali, potendo ospitare navi fino a 130 ed a 170 m di lunghezza. Nel 1928 venne ultimato il bacino 3, decisamente più grande dei precedenti, ricavato nello spazio esistente fra il bacino 1 e il 2. Nel 1931 si provvide ad un ulteriore allungamento del bacino 3, da m. 240 a m. 260, che poté così essere la sede dei lavori di completamento della costruzione del Rex. Nel 1937 il complesso venne ulteriormente ampliato con l'entrata in esercizio del bacino 4. In tal modo fu possibile intervenire anche sulle grandi navi straniere che contribuirono con la loro presenza ad incrementare il lavoro delle officine del porto. Grazie alla continua forte richiesta e all'esigenza di ospitare navi di dimensioni sempre più imponenti, venne poi costruito e messo in esercizio, nel 1962, un quinto bacino.
La sensazione è quella di vertigine, di doversi tenere per non rischiare di precipitare nel profondo fossato che ci si para davanti. È lo scavo del terzo bacino di carenaggio del porto di Genova, costruito fra il 1925 e il 1928 alla Calata delle Grazie. La tavolozza è scura, l’assetto prospettico piuttosto ardito. Gli uomini che lavorano nel cantiere sono minuscoli, così da evidenziare l’enorme volume dell’imbarcazione adagiata nel bacino. Non è dato sapere di che nave si tratti, probabilmente di un transatlantico tra quelli che dopo il Rex poterono essere ricoverati nel bacino, appositamente allargato nel 1931.
La Società Esercizio Bacini per la gestione dei bacini di carenaggio, iniziò la sua attività nel 1892 con l'entrata in funzione del bacino 2, seguito nel 1893 dal bacino 1. Essi rappresentarono un importante potenziamento delle attrezzature portuali nel settore delle riparazioni navali, potendo ospitare navi fino a 130 ed a 170 m di lunghezza. Nel 1928 venne ultimato il bacino 3, decisamente più grande dei precedenti, ricavato nello spazio esistente fra il bacino 1 e il 2. Nel 1931 si provvide ad un ulteriore allungamento del bacino 3, da m. 240 a m. 260, che poté così essere la sede dei lavori di completamento della costruzione del Rex. Nel 1937 il complesso venne ulteriormente ampliato con l'entrata in esercizio del bacino 4. In tal modo fu possibile intervenire anche sulle grandi navi straniere che contribuirono con la loro presenza ad incrementare il lavoro delle officine del porto. Grazie alla continua forte richiesta e all'esigenza di ospitare navi di dimensioni sempre più imponenti, venne poi costruito e messo in esercizio, nel 1962, un quinto bacino.