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Chiostro di S. Andrea tra Piazza Dante e Vico Dritto Ponticello

Centro DocSAI, Collezione Topografica e Cartografica
OGT
OGTD:
Acquerello
Autore (AUT)
AUTR:
Inventore
AUTN:
Raimondi, Aldo
DES
DESS:
Tipologia: Veduta Località: Genova Zona: Ponticello
Titolo (SGTT)
Ponticello, Casa di Colombo e Porta Soprana
SGT
SGTI:
Chiostro di S. Andrea tra Piazza Dante e Vico Dritto Ponticello
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
1720
DTZ
DTZG:
sec. XX
Cronologia (DT)
DTSI:
1935
MTC
MTC:
acquerello
MTC:
cartone
Notizie storico-critiche (NSC)
Porta Soprana appare non ancora completamente “liberata” dalle costruzioni di vico dritto Ponticello che le si addossavano. Davanti è collocato il chiostro di sant’Andrea e di fianco a sinistra la Casa di Colombo. La situazione che viene rappresentata non è una novità per un cittadino del 1935, bensì il risultato dello sbancamento del colle di san Andrea attuato all’inizio del Novecento e che terminò con il ripristino della torre settentrionale della Porta (1914), sotto la direzione di Alfredo D’Andrade, e con la successiva fittizia ricollocazione e ricostruzione (1922) in quella sede del chiostro, l’unica struttura architettonica ad essersi salvata dalla demolizione del Convento di sant’Andrea cui esso apparteneva e che era situato a poca distanza, accanto a Porta Soprana. La torre meridionale era rimasta, invece, racchiusa nel perimetro di una abitazione della palazzata a mare di vico Dritto di Ponticello fino alla metà degli anni ’30, appunto, così come Raimondi la dipinge. Dopo la demolizione dell’intero quartiere di Ponticello, anche gli ultimi palazzi furono abbattuti, la struttura fu restaurata sotto la direzione di Orlando Grosso e la porta acquisì l’aspetto odierno. L’attenzione dello spettatore è subito attratta dalla curiosa scena di un operaio, un elettricista abbarbicato su una altissima scala per montare o aggiustare una luce stradale sospesa. È proprio questo, probabilmente, il vero soggetto dell’acquerello. Una delle opere più significative di quell’anno nel campo dell’ammodernamento tecnologico urbano, infatti, cui le relazioni ufficiali diedero congruo risalto, è la riforma dell’illuminazione «da tanti giustamente invocata» , che si basava sul passaggio dal sistema di alimentazione detto “ in derivazione” a quello chiamato “in serie”, consentendo una maggiore intensità luminosa e una intensificazione numerica dei corpi illuminanti. Le lampade vennero sostituite in tante parti della città con altre più moderne e belle, appositamente disegnate e prodotte dalle officine elettriche del Comune.

Persona