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Stazione Marittima con Transatlantico Rex

Centro DocSAI, Collezione Topografica e Cartografica
OGT
OGTD:
Acquerello
Autore (AUT)
AUTR:
Inventore
AUTN:
Raimondi, Aldo
AUTA:
Roma 1902 / Erba (Como) 1998
DES
DESS:
Tipologia: Veduta Località: Genova Zona: Porto
Titolo (SGTT)
Stazione marittima e transatlantico Rex
SGT
SGTI:
Recto: Stazione Marittima con Transatlantico Rex
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
1719
DTZ
DTZG:
sec. XX
Cronologia (DT)
DTSI:
1935
MTC
MTC:
acquerello
MTC:
cartone
Notizie storico-critiche (NSC)
Nell’estate del 1935 il Rex era attraccato in porto, al Ponte Andrea Doria. Genova è la sua patria, fu costruito nel 1930 nei Cantieri Ansaldo & C. di Sestri Ponente per conto della Navigazione Generale Italiana. Varato il 1° agosto 1931 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena, era la più grande nave italiana che avesse mai solcato i mari. Simbolo della potenza della marineria italiana, vanto della Dominante, fiore all’occhiello del Fascismo. Per ultimare il suo allestimento fu allungato il terzo bacino di carenaggio, per consentire alla sua enorme stazza di effettuare senza problemi le manovre in porto fu tagliata la testata del molo vecchio e per permettergli un approdo adeguato venne costruita la nuova stazione marittima di Ponte Andrea Doria (Cabona, Gallino 1995, p. 37; Transatlantico…2013, passim). Il potente primo piano della prua, alta, incombente, scura si stempera nella luminosa rappresentazione della Stazione Marittima di Ponte dei Mille. Lo sguardo viene subito colpito dalla fuga prospettica del colonnato del modernissimo viadotto Cesare Imperiale, costruito in quegli anni per collegare la stazione di Ponte dei Mille con quella più recente di Ponte Andrea Doria: «Le due stazioni costituiscono un complesso di edifici per il movimento passeggeri che può stare a confronto con le più importanti stazioni marittime costruite in questi ultimi anni in Europa, quali quelle di Napoli, Le Verdon (Bordeaux), Cherbourg, Le Havre» scriveva nel 1938 Eugenio Broccardi, fino al 1933 Podestà di Genova (Broccardi 1938, p. 644). La composizione è sapientemente efficace e capace di sintetizzare tutti questi elementi. Come di consueto, Raimondi sa modulare i contrasti e le linee prospettiche così da accompagnare chi guarda in un articolato racconto che non ha nulla di artificioso ma anzi risulta piacevole, didattico, divertente ed emozionante.

Persona