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Scultura

Museo delle Culture del Mondo Castello D’Albertis
Categoria (CTG)
decorazione di elemento architettonico
OGT
OGTD:
scultura
Ambito culturale (ATB)
ATBD:
Ambito Maori
ATBM:
analisi stilistica
Descrizione (DES)
Scultura lignea di figura umana (tiki). Il fregio rettangolare è decorato a intaglio con motivi spiraliformi e con una figura antropomorfa a rilievo, realizzata in posizione eretta e interamente ricoperta di incisioni ornamentali a raffigurare i tatuaggi. Sulla sommità del capo è inserito un disco di madreperla e altri due dischi sono applicati nelle cavità orbitali. Dalla bocca di grandi dimensioni fuoriesce la lingua, mentre le mani tridattili sono appoggiate sul ventre. Il motivo decorativo a spirale, derivante dalle volute delle foglie della felce, simboleggia il sopraggiungere sulla terra della luce e della conoscenza.
Altri inventari (INV)
INVN:
C.D.A. 481
INVD:
1912
Cronologia (DT)
DTZS:
seconda metà
DTZG:
XIX
DTSI:
1851
DTSF:
1900
ADTS:
documentazione
MTC
MTCM:
legno
MTCT:
decorticatura- levigatura- intaglio- incisione- pittura- intarsio
Modalità di fabbricazione/esecuzione (MOF)
Veniva intagliata nel legno con scalpello (di basalto o di giada) e martello di legno. La scultura veniva poi dipinta con ocra rossa cotta mescolata con olio di squalo. Venivano poi aggiunti intarsi di conchiglia di "paua" (abalone). Le sculture generalmente erano di due tipi: antropomorfe (tiki), con la caratteristica di avere la testa sproporzionatamente grande (poiché considerata sede del "tapu", il sacro) e una bocca accentuata con lingua sporgente in segno di sfida e per allontanare il male, che rappresentavano figure mitiche e antenati; oppure rappresentazioni dell'uomo-uccello (manaia).
Osservazioni (OSS)
L'oggetto, dalle caratteristiche leggermente diverse rispetto alle sculture tradizionali, probabilmente era stato commissionato per ornare un'abitazione di bianchi; infatti le figure antropomorfe tradizionalmente presentano gli arti inferiori leggermente piegati e divaricati, mentre questa li presenta uniti. Vedi informazioni di Anna d'Albertis.
Notizie storico-critiche (NSC)
Veniva intagliata nel legno con scalpello (di basalto o di giada) e martello di legno. La scultura veniva poi dipinta con ocra rossa cotta mescolata con olio di squalo. Venivano poi aggiunti intarsi di conchiglia di "paua" (abalone). Le sculture generalmente erano di due tipi: antropomorfe (tiki), con la caratteristica di avere la testa sproporzionatamente grande (poiché considerata sede del "tapu", il sacro) e una bocca accentuata con lingua sporgente in segno di sfida e per allontanare il male, che rappresentavano figure mitiche e antenati; oppure rappresentazioni dell'uomo-uccello (manaia). L'oggetto, dalle caratteristiche leggermente diverse rispetto alle sculture tradizionali, probabilmente era stato commissionato per ornare un'abitazione di bianchi; infatti le figure antropomorfe tradizionalmente presentano gli arti inferiori leggermente piegati e divaricati, mentre questa li presenta uniti.