Scultura lignea di figura umana (tiki). Il fregio rettangolare è decorato a intaglio con motivi spiraliformi e con una figura antropomorfa a rilievo, realizzata in posizione eretta e interamente ricoperta di incisioni ornamentali a raffigurare i tatuaggi. Sulla sommità del capo è inserito un disco di madreperla e altri due dischi sono applicati nelle cavità orbitali. Dalla bocca di grandi dimensioni fuoriesce la lingua, mentre le mani tridattili sono appoggiate sul ventre.
Il motivo decorativo a spirale, derivante dalle volute delle foglie della felce, simboleggia il sopraggiungere sulla terra della luce e della conoscenza.
Veniva intagliata nel legno con scalpello (di basalto o di giada) e martello di legno. La scultura veniva poi dipinta con ocra rossa cotta mescolata con olio di squalo. Venivano poi aggiunti intarsi di conchiglia di "paua" (abalone). Le sculture generalmente erano di due tipi: antropomorfe (tiki), con la caratteristica di avere la testa sproporzionatamente grande (poiché considerata sede del "tapu", il sacro) e una bocca accentuata con lingua sporgente in segno di sfida e per allontanare il male, che rappresentavano figure mitiche e antenati; oppure rappresentazioni dell'uomo-uccello (manaia).
Osservazioni (OSS)
L'oggetto, dalle caratteristiche leggermente diverse rispetto alle sculture tradizionali, probabilmente era stato commissionato per ornare un'abitazione di bianchi; infatti le figure antropomorfe tradizionalmente presentano gli arti inferiori leggermente piegati e divaricati, mentre questa li presenta uniti. Vedi informazioni di Anna d'Albertis.
Notizie storico-critiche (NSC)
Veniva intagliata nel legno con scalpello (di basalto o di giada) e martello di legno. La scultura veniva poi dipinta con ocra rossa cotta mescolata con olio di squalo. Venivano poi aggiunti intarsi di conchiglia di "paua" (abalone). Le sculture generalmente erano di due tipi: antropomorfe (tiki), con la caratteristica di avere la testa sproporzionatamente grande (poiché considerata sede del "tapu", il sacro) e una bocca accentuata con lingua sporgente in segno di sfida e per allontanare il male, che rappresentavano figure mitiche e antenati; oppure rappresentazioni dell'uomo-uccello (manaia).
L'oggetto, dalle caratteristiche leggermente diverse rispetto alle sculture tradizionali, probabilmente era stato commissionato per ornare un'abitazione di bianchi; infatti le figure antropomorfe tradizionalmente presentano gli arti inferiori leggermente piegati e divaricati, mentre questa li presenta uniti.
Tipo scheda (TSK)
BDM
Livello catalogazione (LIR)
P
Codice univoco (NCT)
Codice regione (NCTR):
07
Numero catalogo generale (NCTN):
00280450
Notizie storico-critiche (NSC)
Veniva intagliata nel legno con scalpello (di basalto o di giada) e martello di legno. La scultura veniva poi dipinta con ocra rossa cotta mescolata con olio di squalo. Venivano poi aggiunti intarsi di conchiglia di "paua" (abalone). Le sculture generalmente erano di due tipi: antropomorfe (tiki), con la caratteristica di avere la testa sproporzionatamente grande (poiché considerata sede del "tapu", il sacro) e una bocca accentuata con lingua sporgente in segno di sfida e per allontanare il male, che rappresentavano figure mitiche e antenati; oppure rappresentazioni dell'uomo-uccello (manaia).
L'oggetto, dalle caratteristiche leggermente diverse rispetto alle sculture tradizionali, probabilmente era stato commissionato per ornare un'abitazione di bianchi; infatti le figure antropomorfe tradizionalmente presentano gli arti inferiori leggermente piegati e divaricati, mentre questa li presenta uniti.
Veniva intagliata nel legno con scalpello (di basalto o di giada) e martello di legno. La scultura veniva poi dipinta con ocra rossa cotta mescolata con olio di squalo. Venivano poi aggiunti intarsi di conchiglia di "paua" (abalone). Le sculture generalmente erano di due tipi: antropomorfe (tiki), con la caratteristica di avere la testa sproporzionatamente grande (poiché considerata sede del "tapu", il sacro) e una bocca accentuata con lingua sporgente in segno di sfida e per allontanare il male, che rappresentavano figure mitiche e antenati; oppure rappresentazioni dell'uomo-uccello (manaia).
Osservazioni (OSS)
L'oggetto, dalle caratteristiche leggermente diverse rispetto alle sculture tradizionali, probabilmente era stato commissionato per ornare un'abitazione di bianchi; infatti le figure antropomorfe tradizionalmente presentano gli arti inferiori leggermente piegati e divaricati, mentre questa li presenta uniti. Vedi informazioni di Anna d'Albertis.
Apparato iconografico/decorativo (AID)
AIDO:
apparato iconografico-decorativo
AIDA:
Intaglio ligneo
AIDI:
Decorativa/ simbolica
AIDD:
Motivo decorativo spiraliforme, ispirato alle volute delle foglie della felce e simboleggiante il sopraggiungere sulla terra della luce e della conoscenza.
Localizzazione (PVC)
Stato (PVCS):
Italia
Regione (PVCR):
Liguria
Provincia (PVCP):
GE
Comune (PVCC):
Genova
Collocazione specifica (LDC)
Denominazione contenitore fisico (LDCN):
Museo delle Culture del Mondo Castello D'Albertis
Uso contenitore fisico (LDCF):
museo
Complesso monumentale di appartenenza (LDCC):
Museo delle Culture del Mondo Castello D'Albertis
Indicazioni viabilistiche (LDCU):
Corso Dogali, 18
Denominazione contenitore giuridico (LDCM):
Museo delle Culture del Mondo Castello D'Albertis
LDCT:
castello
LDCQ:
civico
Note (LCN)
esposizione
Sala: 13
Descrizione (DES)
Scultura lignea di figura umana (tiki). Il fregio rettangolare è decorato a intaglio con motivi spiraliformi e con una figura antropomorfa a rilievo, realizzata in posizione eretta e interamente ricoperta di incisioni ornamentali a raffigurare i tatuaggi. Sulla sommità del capo è inserito un disco di madreperla e altri due dischi sono applicati nelle cavità orbitali. Dalla bocca di grandi dimensioni fuoriesce la lingua, mentre le mani tridattili sono appoggiate sul ventre.
Il motivo decorativo a spirale, derivante dalle volute delle foglie della felce, simboleggia il sopraggiungere sulla terra della luce e della conoscenza.
Ambito culturale (ATB)
ATBD:
Ambito Maori
ATBM:
analisi stilistica
Dati di uso (UTU)
UTUF:
decorativa/ simbolica
UTUM:
Decorava un elemento architettonico (architrave, stipite, trave del tetto, palizzata)
UTUO:
costruzione di edifici
UTUN:
abitazione (casa cerimoniale, casa di rango)/ costruzioni mortuarie
Cronologia (DT)
DTZS:
seconda metà
DTZG:
XIX
DTSI:
1851
DTSF:
1900
ADTS:
documentazione
Altri inventari (INV)
INVN:
C.D.A. 481
INVD:
1912
Altre localizzazioni geografico - amministrative (LA)
PRVS:
Nuova Zelanda
PRTK:
Oceania
PRTS:
Nuova Zelanda
TCL:
luogo di produzione/realizzazione
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRTK:
Europa
PRCN:
Castello di Montegalletto
PRCU:
C.so Dogali, 18
PRCM:
Collezione di E.A. d'Albertis (fino al 1932)
PRCS:
Dal 1932 cambio di denominazione da Castello di Montegalletto a Castello D'Albertis