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Spatola

Museo delle Culture del Mondo Castello D’Albertis
Categoria (CTG)
utensile
OGT
OGTD:
spatola
Descrizione (DES)
Spatola lignea con impugnatura sagomata ed estremità arrotondata.
Altri inventari (INV)
INVN:
C.D.A. 1286
INVD:
1912
INVC:
C.D.A.
Cronologia (DT)
DTZS:
seconda metà
DTSV:
post
DTSL:
ante
DTM:
confronto,analisi stilistica
DTZG:
XIX
DTSI:
1851
DTSF:
1900
MTC
MTCM:
legno
MTCT:
decorticatura- intaglio- levigatura
Osservazioni (OSS)
Dal memoriale di L.M. d'Albertis: "15 giugno (1876) mentre si procedeva lentamente per scandagliare il fondo, ed evitare lo scoglio, l'uomo di vedetta a prua gridò: "una casa di fronte e gente che fugge." Passato lo scoglio, volgemmo la nostra attenzione verso la casa, e riuscii ancora a vedere alcuni nativi armati di arco e frecce, fuggire e sparire nella foresta [...] Aspettammo alquanto per vedere se alcuno dei nativi fosse scomparso, per cercare di intavolare con essi buone relazioni. Ma non si vide nessuno, perciò stabilimmo andare a terra noi stessi, e visitare la prima casa abitata che abbiam fin qui veduta. Salimmo per un vecchio tronco d'albero, che fa le veci di una scala. Appostate delle sentinelle armate, per non correre pericolo di essere sorpresi, salii nella casa per una scala a pioli, lunga un venticinque piedi, ché tanto circa è l'altezza della casa dal suolo. Trovai l'interno della casa, che è di forma rettangolare, diviso nel mezzo nella sua lunghezza da un muro fatto di cortecce d'albero, ben connesse, e fisse con piccoli tronchi d'albero. La porta principale per cui entrammo, è quasi nel mezzo della facciata che guarda il fiume, come pure quattro piccole fenestre. Vi è un'altra piccola porta aperta nel pavimento, e mette nel centro sotto la casa pure per mezzo di una scala a pioli. Tutto in giro la casa vi è uno steccato, nel quale si vede vivono una gran quantità di porci, benché' ora sia deserto. Probabilmente seguirono i loro padroni nella foresta. Osservai che i focolari, invece di essere sul pavimento, sono costrutti al disotto di questo, e formano per modo di dire, un’appendice al pavimento stesso. Questi focolari sono di forma rettangolare, circa tre piedi lunghi, ed un piede e mezzo profondi, e pieni di cenere, quasi fino a giungere a livello del pavimento. Ne contai dieci, e probabilmente corrispondono al numero delle famiglie che abitano questa casa. Sopra ai focolari, sono delle piccole piattaforme, sulle quali osservai molti oggetti alla rinfusa. Attaccati alle pareti qua e là, si vedono archi e frecce, o sacchi fatti a rete, come usano quasi dappertutto alla Nuova Guinea. Ali di uccello, ossa di animali ed altre mille curiosità adornavano le pareti della casa. Trovai molte armi di pietra, cioè accette, martelli, mazze fatte a stele, altre a disco, altre infine ovali. Alcuni dei martelli e qualche punta per freccia mi sembrano di silice, mentre le accette e le mazze sono, se non la stessa pietra, almeno assai simile a quella pietra verde usata generalmente per le accette, mentre le mazze ovali sono fatte di una pietra calcare [...] Le frecce sono di forma assai svariata. Molte hanno la punta d'osso, e sembra, ad una tinta particolare che siano avvelenate, altre di bambù hanno una forma alquanto nuova. Trovai pochi adornamenti, e consistono in collane, fatte di denti canini di cane, e di denti di coccodrillo simili pure a quelle usate dalla gente dell'est. Nei sacchi che ho visitato, trovai un’infinità di oggetti svariati, spatole fatte con osso di casoar, forchette d'osso d'uccello. Di ossa umane, non trovai che due mascelle e una clavicola. Eravi pure una vera collezione di capelli umani, che sembrano ricciuti sì, ma non lanosi; in una ciocca, anzi che neri, sono castagno scuri, e men ricciuti degli altri. Il disboscamento è recente, e meno che per qualche albero di banano, non vi è alcuna coltivazione. Devono vivere principalmente di caccia e di pesca. Il buon cacciatore deve essere dagli altri stimato, e di se stesso orgoglioso. Lo attestano quindici teste di casoar di età differente, attaccate per adornamento ad un di quei sacchi fatti a maglia, che i nativi sogliono portar nelle loro spedizioni, e nei loro viaggi.”