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Bastone nasale

Museo delle Culture del Mondo Castello D’Albertis
Categoria (CTG)
ornamento nasale
Tipologia (OGTT)
ornamento
OGT
OGTD:
bastone nasale
Descrizione (DES)
Bastone nasale di forma cilindrica, leggermente assottigliato alle estremità, realizzato in conchiglia.
Altri inventari (INV)
INVN:
C.D.A.1282
INVD:
1912
Cronologia (DT)
DTZS:
seconda metà
DTM:
analisi stilistica,confronto
DTT:
Esami stilistico-comparativi
DTZG:
XIX
DTSI:
1851
DTSF:
1900
MTC
MTCM:
conchiglia
MTCT:
intaglio- levigatura- foratura
Osservazioni (OSS)
Dal memoriale di L. M. d'Albertis (pag.59-60): "4 settembre (1872) lasciata l'ultima casa di Andai. Dacché eravamo entrati nella foresta, non avevamo incontrato anima viva, ma precedendo alquanto i miei compagni di viaggio, quando sortii da certe canne che crescono nel letto del torrente, m'incontrai faccia a faccia con una donna... nel momento che mi credevo nel luogo più solitario del mondo, eccomi circondato invece da una folla di gente, timida e curiosa ad un tempo... apparteneva ad una tribù della montagna, ritornavano dal mare ove si recano di tempo in tempo, per far provvista di un certo sale, che ottengono dalle ceneri di una pianta che cresce alla marina [...] la scena era fantastica. Gli uomini hanno la fronte coperta dal luezà, cioè una fascia ovale che ricopre il fronte, ed è tutta guernita di piccole conchiglie bianche. I più hanno il setto nasale perforato, e dentro vi passano un cilindretto fatto di bianca conchiglia, ovvero anche di legno ed è detto ztigau. Il ztigau varia di lunghezza e grossezza, e ve ne hanno di quelli lunghi un decimetro, e di sette o otto millimetri di diametro. Quando manca lo ztigau, spesso vi portano un mozzicone di sigaro, e di questo i papuani non vanno mai sprovveduti. Le donne soventi invece dello ztigau usano il bree, che consiste di un disco di conchiglia bianco."
Notizie storico-critiche (NSC)
Dal memoriale di L. M. d'Albertis (pag.59-60): "4 settembre (1872) lasciata l'ultima casa di Andai. Dacché eravamo entrati nella foresta, non avevamo incontrato anima viva, ma precedendo alquanto i miei compagni di viaggio, quando sortii da certe canne che crescono nel letto del torrente, m'incontrai faccia a faccia con una donna... nel momento che mi credevo nel luogo più solitario del mondo, eccomi circondato invece da una folla di gente, timida e curiosa ad un tempo... apparteneva ad una tribù della montagna, ritornavano dal mare ove si recano di tempo in tempo, per far provvista di un certo sale, che ottengono dalle ceneri di una pianta che cresce alla marina [...] la scena era fantastica. Gli uomini hanno la fronte coperta dal luezà, cioè una fascia ovale che ricopre il fronte, ed è tutta guernita di piccole conchiglie bianche. I più hanno il setto nasale perforato, e dentro vi passano un cilindretto fatto di bianca conchiglia, ovvero anche di legno ed è detto ztigau. Il ztigau varia di lunghezza e grossezza, e ve ne hanno di quelli lunghi un decimetro, e di sette o otto millimetri di diametro. Quando manca lo ztigau, spesso vi portano un mozzicone di sigaro, e di questo i papuani non vanno mai sprovveduti. Le donne soventi invece dello ztigau usano il bree, che consiste di un disco di conchiglia bianco."