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Gonnellino

Museo delle Culture del Mondo Castello D’Albertis
Categoria (CTG)
Abbigliamento
OGT
OGTD:
kilt
OGTD:
gonnellino
Ambito culturale (ATB)
ATBD:
Maori
ATBM:
bibliografia
Descrizione (DES)
Gonnellino costituito da un rettangolo di fili molto fitti di fibra vegetale tinti in nero, al quale sono intrecciati, in file orizzontali, lunghi e sottili cilindri della pianta del lino da cui sono state tolte in modo alternato delle porzioni lasciando scoperte le fibre interne tinte in nero. Cinturino di fibra vegetale intrecciata. Lateralmente pende un cordino di fibra vegetale chiara terminante con un elemento sferico di fibra vegetale chiara.
Altri inventari (INV)
INVN:
C.D.A.479
INVD:
1912
INVC:
C.D.A.
Cronologia (DT)
DTZG:
Sec. XIX seconda metà
ADTS:
Esami stilistico-comparativi
MTC
MTCM:
fibra vegetale
MTCT:
taglio- tintura- intreccio
Modalità di fabbricazione/esecuzione (MOF)
Venivano usate le foglie di una varietà di lino tipico della Nuova Zelanda (phormium tenax); venivano tolte in modo alterno delle porzioni da lunghe strisce di lino ancora verde e tagliate longitudinalmente in modo che le foglie, una volta secche, si arrotolavano in una forma cilindrica. Venivano poi tinte, in modo che le fibre della porzione tolta diventavano di un colore nero mentre la porzione rimasta rimaneva dello stesso colore. L'estremità delle strisce era poi intrecciata alla banda che cingeva la vita. (tintura: la fibra veniva messa in ammollo insieme a corteccia di eleocarpus dentatus o di weinmannia racemosa per dodici o sedici ore. La fibra a questo punto diventava color marrone e veniva nuovamente immersa per ventiquattro ore in un fango nero proveniente da una particolare palude. Dopo averla lavata, la fibra era tinta di nero.) Oggi si tende a sostituire il lino con lana e plastica. Le fibre vegetali della copertura pendono liberamente e seguono il movimento del corpo in una oscillazione che è appunto il significato del termine maori piupiu.