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Copripudenda

Museo delle Culture del Mondo Castello D’Albertis
Categoria (CTG)
Abbigliamento
OGT
OGTD:
copripudenda
Descrizione (DES)
Striscia sagomata di tapa marrone chiaro con una striscia obliqua di colore marrone più scuro e piccole macchie circolari nere. Alle due estremità sono inserite due cordicelle di fibra vegetale fissate con due pendagli costituiti da un seme di colore bianco e da un mezzo guscio. La superficie è decorata da sette mezzi gusci di colore marrone fissati in due file parallele orizzontali con cucitura in fibra. I tre mezzi gusci disposti sulla fila superiore sono ricoperti di pece.
Altri inventari (INV)
INVN:
C.A.208
INVC:
C.D.A.
Cronologia (DT)
DTZS:
seconda metà
DTM:
documentazione
DTT:
Catalogo Esposizione Missioni Cattoliche Americane
DTZG:
XIX
DTSI:
1851
DTSF:
1900
Materia e tecnica (MTC)
MTCT_BLOCK:
Array
MTCM:
tapa
MTCT:
taglio- raschiatura- battitura
Modalità di fabbricazione/esecuzione (MOF)
Il copri pudenda poteva essere realizzato in vari materiali (pelle, fibre vegetali, tapa) di forma rettangolare, triangolare, pendente sul davanti e a volte ampliato in una specie di grembiule, oppure costituito da frange, cordicelle, fili ornati di conterie o pendagli di semi, conchiglie etc. A seconda delle culture. La tapa (termine polinesiano per indicare stoffa di corteccia) si ottiene dal taglio della corteccia interna di certe piante (albero del pane, gelso da carta e diverse specie di ficus) raschiata per eliminare la superficie rugosa esterna e battuta con un martello o con un mazzuolo di legno a solchi; per rimuovere la linfa, viene tenuta a bagno e in seguito messa a seccare al sole. La tapa, a seconda delle culture, serve per realizzare vestiti, stuoie, maschere e altri oggetti.
Osservazioni (OSS)
Dal catalogo sull'esposizione delle Missioni Cattoliche Americane, n.160 pag. 56: "Perizoma formato di corteccia d'albero macerata".