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Fodero per coltello

Museo delle Culture del Mondo Castello D’Albertis
Categoria (CTG)
contenitori
Tipologia (OGTT)
accessori per guerra/caccia
OGT
OGTD:
fodero per coltello
Ambito culturale (ATB)
ATBD:
Indigeni delle Pianure Nord americane (Cree?)
Descrizione (DES)
Fodero realizzato da due pezzi di pelle cuciti insieme. La superficie anteriore è interamente ricoperta da conterie di vetro verdi, arancio, rosse, rosa, azzurre e blu a formare motivi geometrici a rombi concentrici all'interno di un perimetro costituito da due file di conterie bianche trasparenti. Un bordo di conterie arancio, azzurre e rosa a fasce alternate copre la cucitura del fodero e l'orlo dell'apertura. Sul retro una striscia di pelle cucita verticalmente permette l'inserimento del fodero nella cintura.
Altri inventari (INV)
INVN:
C.A.515
INVC:
C.D.A.
Cronologia (DT)
DTZS:
fine
DTM:
analisi stilistica,confronto
DTT:
Esami stilistico-comparativi
DTZG:
XIX
DTSI:
1891
DTSF:
1900
Materia e tecnica (MTC)
MTCT_BLOCK:
ingrassatura, levigatura, asciugatura
MTCM:
pelle
MTCT:
raschiatura
MTCP:
Decorazione
Modalità di fabbricazione/esecuzione (MOF)
Si utilizzavano due pelli conciate tagliate secondo la forma della lama che vi doveva essere inserita, e cucite insieme. La superficie del fodero poteva essere decorata con conterie di vetro policrome, frange, borchie, sonagli metallici e aculei di porcospino, che venivano divisi a seconda della misura, ammorbiditi in bocca e, presso alcune tribù, spaccati; quindi erano appiattiti con i denti o con le unghie. Per la conciatura la pelle veniva tesa su dei pioli e con un raschiatoio si eliminavano residui di carne e cartilagini, quindi veniva lasciata stesa al sole ad asciugare per parecchi giorni. A questo punto la pelle veniva capovolta per rimuovere il pelo, tenuta a mollo e strofinata con una mistura di grassi animali per ammorbidirla. dopo averla lasciata nuovamente ad asciugare, veniva stirata e lavorata sulle due facce con una correggia ritorta di cuoio grezzo.
Osservazioni (OSS)
Con C.A. 452 e C.A. 457 faceva forse parte di una parure realizzata su commissione. Il pezzo non sembra corrispondere ad alcun oggetto del catalogo dell'esposizione del 1892.

Beni demoetnoantropologici materiali