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Mocassini

Museo delle Culture del Mondo Castello D’Albertis
Categoria (CTG)
abbigliamento
Definizione bene (OGT)
Configurazione strutturale e di contesto (OGTV):
paio
OGTD:
mocassino
Tipologia (OGTT)
calzature
Ambito culturale (ATB)
ATBD:
Nativi Nord Americani (Cree o Ojibway)
ATBM:
analisi stilistica
Descrizione (DES)
Tomaia e suola realizzate con un'unica pelle cucita davanti, dietro e in prossimità del tallone. Un ampio risvolto in pelle cucito alla tomaia costituisce il collo del mocassino e una striscia di pelle ne è la stringa. È presente una doppia linguetta, formata da due pelli sovrapposte. La linguetta superiore, di colore più chiaro, prosegue sulla parte anteriore della tomaia con una decorazione floreale applicata e ricamata in filo di seta rosso, giallo, rosa, arancione, verde, viola, azzurro e crema, bordata da una fascia di aculei di porcospino intrecciati in rosso e nero e da tre cordoncini in arancione, rosso e blu, forse in crine di cavallo.
Altri inventari (INV)
INVN:
C.A.458 a/b
INVC:
C.D.A.
Cronologia (DT)
DTZS:
fine
DTSV:
post
DTSL:
ante
DTM:
analisi stilistica,confronto
DTZG:
XIX
DTSI:
1891
DTSF:
1900
MTC
MTCM:
pelle di cervide
MTCT:
conciatura: raschiatura- ingrassatura- levigatura- asciugatura
Modalità di fabbricazione/esecuzione (MOF)
In origine si utilizzava un unico pezzo di pelle morbida sia per la suola sia per la tomaia, con un'unica cucitura sul retro. A partire dalla metà del XIX secolo, per evitare il rapido deterioramento delle suole in pelle morbida, si cominciarono a realizzare i mocassini in due pezzi, con pelle grezza più resistente per la suola e pelle conciata morbida per la tomaia. Quest'ultima poteva essere frangiata e decorata con aculei di porcospino, che venivano divisi a seconda della misura, ammorbiditi in bocca e, presso alcune tribù, spaccati; quindi erano appiattiti con i denti o con le unghie. In un periodo più tardo, in seguito al contatto e ai conseguenti scambi con gli europei, gli aculei furono sostituiti da conterie di vetro. Per la conciatura la pelle veniva tesa su dei pioli e con un raschiatoio si eliminavano residui di carne e cartilagini, quindi veniva lasciata stesa al sole ad asciugare per parecchi giorni. A questo punto la pelle veniva capovolta per rimuovere il pelo, tenuta a mollo e strofinata con una mistura di grassi animali per ammorbidirla. Dopo averla lasciata nuovamente asciugare, veniva stirata e lavorata sulle due facce con una correggia ritorta di cuoio grezzo.
Osservazioni (OSS)
Mai usati. Dal catalogo dell'Esposizione delle Missioni cattoliche americane, n°16 pag.147: "Un paio di scarpe di pelle di daino ornate con piume di seta e crine di cavallo - mons. Alessandro Tachè, arciv. di S. Bonifacio".