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Stele di Zignago

Museo di Archeologia Ligure
Denominazione/dedicazione (OGTN)
Statua-stele di Zignago
OGT
OGTD:
stele
OGTT:
scultura
Ambito culturale (ATB)
ATBM:
analisi stilistica
ATBD:
periodo eneolitico
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Il corpo è costituito da un lastrone di forma quasi rettangolare; la testa è separata dal tronco da una gola bassa e larga; il volto è ricavato abbassando la superficie in una forma circolare dalla quale emergono il naso triangolare e le due pastiglie che costituiscono gli occhi. Le caratteristiche antropomorfe sono quindi ridotte al minimo e mancano pure i simboli sessuali e le armi.
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
329
INVD:
1911
INVC:
Museo di Archeologia Ligure
INVN:
199
INVD:
1892
INVC:
Palazzo Rosso/Palazzo Bianco, inv. Quinzio
INVN:
251
INVD:
1892
INVC:
Palazzo Rosso/Palazzo Bianco, inv. Poggi
Fascia cronologica di riferimento (DTZG)
Eneolitico - III millenio a.c
MTC
MTC:
arenaria- scalpellatura
Notizie storico-critiche (NSC)
Pur mancando raffigurazioni di elementi datanti, la stele rientra tipologicamente a quelle attribuite all'età del Rame, forse del tipo B della classificazione di Ambrosi. Si tratta forse di figure di antenati-eroi posti a segnalare pascoli, giacimenti di materie prime o percorsi importanti durante l’età dei metalli. Quest’epoca è caratterizzata da profondi cambiamenti tecnologici, sociali ed economici: la scoperta e l’utilizzo degli oggetti in metallo, la diffusione della pastorizia intensiva con la pratica di incendiare la foresta per ricavare pascoli e l’affermazione di clan e altri gruppi formati da consanguinei di cui troviamo le sepolture in grotticelle o tombe monumentali. Studi recenti pongono il fenomeno delle statue-stele in relazione con lo sviluppo di nuove forme economiche (pastorizia d'altura) e la diffusione di gruppi umani per i quali poteva risultare importante segnalare alcuni elementi del territorio di rilevante valenza all'interno della società del tempo. Durante l'età del Ferro la stele ha ricevuto un'iscrizione nella quale in passato è stata letta una formula onomastica etrusca (Mezio dei Nemusii) o un toponimo celtico (santuario di mezzo). Recentemente si preferisce sottolineare il tipo di alfabeto all'interno di un'area linguistica leponzio-ligure con un'interpretazione che, seppur controversa, sembra orientata a riconoscervi una formula onomastica.