La statua raffigura Cerbero, il feroce cane a tre teste custode dell'Ade, accucciato sulle zampe posteriori in atto di posare la zampa sinistra sulla testa mozzata di un uomo. Il torso massiccio dell'animale, appena sbozzato, è sormontato da tre teste di cane molosso (una ora perduta), di cui la centrale, più grande; i musi, con orecchie drizzate e bocche semiaperte con i denti ben in vista, sono incorniciati da un cerchio di pelo, che scende anche al centro del petto. La testa umana, forse un ritratto, che rappresenta un uomo giovane, con gli occhi chiusi e il volto irrigidito nel gonfiore della morte, è lavorata con accuratezza nella pettinatura a grosse ciocche disposte in più giri, che accompagna il contorno del cranio lasciando scoperte le orecchie carnose. Particolarmente interessante si rivela la coda del mostro, raffigurante come un serpente che aderisce con spire sinuose al dorso e termina con un ciuffo dove è riconoscibile la testa dell'animale con cresta e barba. Pur non essendo un esemplare di alto valore artistico, forse prodotto da un artigiano locale, la scultura costituisce un interessante esempio di sincretismo fra varie credenze funerarie, che ben si inquadra nella cultura mista del centro genuate, non ancora omologata in senso romano: il terrificante guardiano dell'Ade, derivato dalla mitologia greca ed accolto nell'immaginario collettivo classico, è rappresentato con le fattezze domestiche del cane fedele che vigila davanti alla tomba del padrone, tipologia non inconsueta nelle sepolture in Grecia e nel mondo romano, la testa umana mozzata rimanda ai rituali celtici, mentre la coda anguiforme con testa barbuta discende direttamente dall'iconografia infera etrusca.
Identificazione (SGTI)
Cerbero
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
RCGE 1049
INVC:
MIBAC/Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Pae
Fascia cronologica di riferimento (DTZG)
I a.C. - I d.C.
MTC
MTC:
marmo di Carrara
MTC:
marmo bianco- scultura
Notizie storico-critiche (NSC)
La scultura può essere confrontata con altre dello stesso tipo scoperte in varie regioni dell'impero, in genere poste all'interno di tombe in muratura allineate lungo le strade o utilizzate come coronamento delle coperture. L'iconografia deriva da originali orientali diffusi sin dal VII sec. a.C. con la mediazione greca e etrusca; si propaga con la conquista romana in particolare in Iberia, Provenza ed Italia Settentrionale e dà origine ad una variante caratterizzata dalla presenza della testa umana tagliata. Diverse sono state le interpretazioni di queste iconografie da Benoit (1946) ad oggi. Differenti anche le posizioni circa la datazione poichè da parte di alcuni si sottolinea la possibile relazione- per via del luogo di rinvenimento- con una necropoli tardo romana databile tra il III ed il VI sec. d.C. e quindi si propone una cronologia decisamente più tarda.
Scoperta durante gli scavi di sterro della zona di piazza Ponticello (attuale via Fieschi). Fu rinvenuta adagiata su un terreno misto di sabbia e ciottoli, interpretata come l'antico greto del torrente (rio Torbido).
Fascia cronologica di riferimento (DTZG)
I a.C. - I d.C.
Cronologia specifica (DTS)
Validità (DTSV):
ca.
Validità (DTSL):
ca.
Da (DTSI)
I
A (DTSF)
I
Motivazione cronologica (DTM)
analisi stilistica
Stato di conservazione (STC)
Stato di conservazione (STCC):
mutilo
Indicazioni specifiche (STCS):
Manca la testa laterale sinistra; nella testa centrale mancano: occhio sinistro, punta dell'orecchio destro, i canini e la mandibola che doveva essere lavorata a parte come indica il foro per l'inserimento del perno.
Acquisizione (ACQ)
Data acquisizione (ACQD):
1936
Luogo acquisizione (ACQL):
Liguria/ GE/ Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Stato
Indicazione specifica (CDGS):
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Specifiche di accesso ai dati (ADS)
Profilo di accesso (ADSP):
1
Motivazione (ADSM):
scheda contenente dati liberamente accessibili
Compilazione (CMP)
Data (CMPD):
2019
Nome (CMPN):
Rossi, Guido
Funzionario responsabile (FUR)
Rossi, Guido
MTC
MTC:
marmo di Carrara
MTC:
marmo bianco- scultura
Altro codice bene (ACC)
ODY-RA_0014304/ R07
Identificazione (SGTI)
Cerbero
Altre datazioni (ADT)
età tardo-repubblicana - prima età imperiale
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
La statua raffigura Cerbero, il feroce cane a tre teste custode dell'Ade, accucciato sulle zampe posteriori in atto di posare la zampa sinistra sulla testa mozzata di un uomo. Il torso massiccio dell'animale, appena sbozzato, è sormontato da tre teste di cane molosso (una ora perduta), di cui la centrale, più grande; i musi, con orecchie drizzate e bocche semiaperte con i denti ben in vista, sono incorniciati da un cerchio di pelo, che scende anche al centro del petto. La testa umana, forse un ritratto, che rappresenta un uomo giovane, con gli occhi chiusi e il volto irrigidito nel gonfiore della morte, è lavorata con accuratezza nella pettinatura a grosse ciocche disposte in più giri, che accompagna il contorno del cranio lasciando scoperte le orecchie carnose. Particolarmente interessante si rivela la coda del mostro, raffigurante come un serpente che aderisce con spire sinuose al dorso e termina con un ciuffo dove è riconoscibile la testa dell'animale con cresta e barba. Pur non essendo un esemplare di alto valore artistico, forse prodotto da un artigiano locale, la scultura costituisce un interessante esempio di sincretismo fra varie credenze funerarie, che ben si inquadra nella cultura mista del centro genuate, non ancora omologata in senso romano: il terrificante guardiano dell'Ade, derivato dalla mitologia greca ed accolto nell'immaginario collettivo classico, è rappresentato con le fattezze domestiche del cane fedele che vigila davanti alla tomba del padrone, tipologia non inconsueta nelle sepolture in Grecia e nel mondo romano, la testa umana mozzata rimanda ai rituali celtici, mentre la coda anguiforme con testa barbuta discende direttamente dall'iconografia infera etrusca.
Notizie storico-critiche (NSC)
La scultura può essere confrontata con altre dello stesso tipo scoperte in varie regioni dell'impero, in genere poste all'interno di tombe in muratura allineate lungo le strade o utilizzate come coronamento delle coperture. L'iconografia deriva da originali orientali diffusi sin dal VII sec. a.C. con la mediazione greca e etrusca; si propaga con la conquista romana in particolare in Iberia, Provenza ed Italia Settentrionale e dà origine ad una variante caratterizzata dalla presenza della testa umana tagliata. Diverse sono state le interpretazioni di queste iconografie da Benoit (1946) ad oggi. Differenti anche le posizioni circa la datazione poichè da parte di alcuni si sottolinea la possibile relazione- per via del luogo di rinvenimento- con una necropoli tardo romana databile tra il III ed il VI sec. d.C. e quindi si propone una cronologia decisamente più tarda.
Bibliografia (BIB)
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
Marmi Antichi
BIBD:
1998
BIBH:
00001045
BIBN:
pp. 64-65
BIBI:
fig. 20
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
Genova Origini
BIBD:
2014
BIBH:
00001047
BIBN:
pp. 161-164
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAN:
archeo_cerbero2_3
FTAF:
jpg
FTAP:
fotografia digitale
FTAX:
documentazione esistente
FTAE:
Comune di Genova
FTAC:
Archivio Museo di Archeologia Ligure
FTAN:
Cerbero 2
FTAT:
005692
FTAF:
jpg
Analisi laboratorio (ALB)
ALBT:
Pulizia delle superfici
Restauri (RST)
RSTD:
sec. XX fine
RSTE:
Soprintendenza ai Beni Archeologici della Liguria
Misure (MIS)
MISU:
cm
MISA:
98
MISL:
40
MISP:
59
Ambito culturale (ATB)
ATBM:
analisi stilistica
Schede correlate (ACS)
ACSC:
20
ACSS:
n. scheda Marmi Antichi
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
RCGE 1049
INVC:
MIBAC/Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Pae