La scultura in oggetto è composta da forme geometriche elementari di materiale ligneo leggero, dipinte su entrambe le facce con colori diversi così da sottolineare l’instabilità percettiva della stessa. I diversi elementi si agitano nello spazio con movimenti autonomi, sensibili a qualsiasi più piccolo cambiamento dell’ambiente dove sono ospitate.
Titolo dell'opera (SGTT)
Macchina inutile
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
717
DTZ
DTZG:
sec. XX
Cronologia (DT)
DTSI:
1947
DTSF:
1983
Materiali/allestimento (MTC)
Materiali, tecniche, strumentazione (MTCI):
quattro elementi in legno laccato bianco in sviluppo orizzontale
Indicazioni specifiche (MTCS):
teste dei legni colorate con tempera a caseina nei colori complementari
Notizie storico-critiche (NSC)
Bruno Munari è stato un grande sperimentatore, anche in direzione delle arti applicate. Incominciò a realizzare le prime “Macchine” dal 1933 e in quindici anni ne progettò 93, utilizzando tecniche derivate dalla produzione industriale di prodotti seriali. Le prime opere hanno titoli allusivi (“Macchine sensibili”, “Respiro di macchina”), che si trasformano poi ironicamente in “Macchine Inutili” a sottolineare la pura e unica funzione estetica slegata da qualsiasi funzionalità e efficienza. “Personalmente pensavo che sarebbe stato interessante liberare le forme astratte dalla staticità del dipinto e sospenderle in aria, collegate tra loro in modo che vivessero con noi nel nostro ambiente, sensibili alla atmosfera vera della realtà”.
quattro elementi in legno laccato bianco in sviluppo orizzontale
Indicazioni specifiche (MTCS):
teste dei legni colorate con tempera a caseina nei colori complementari
Misure (MIS)
MISR:
MNR
Stato di conservazione (STC)
Stato di conservazione (STCC):
buono
Descrizione dell'opera (DESO)
La scultura in oggetto è composta da forme geometriche elementari di materiale ligneo leggero, dipinte su entrambe le facce con colori diversi così da sottolineare l’instabilità percettiva della stessa. I diversi elementi si agitano nello spazio con movimenti autonomi, sensibili a qualsiasi più piccolo cambiamento dell’ambiente dove sono ospitate.
Iscrizioni (ISR)
ISRP:
Sulla prima bacchetta
ISRI:
Munari 1947-1983, n. 10
Notizie storico-critiche (NSC)
Bruno Munari è stato un grande sperimentatore, anche in direzione delle arti applicate. Incominciò a realizzare le prime “Macchine” dal 1933 e in quindici anni ne progettò 93, utilizzando tecniche derivate dalla produzione industriale di prodotti seriali. Le prime opere hanno titoli allusivi (“Macchine sensibili”, “Respiro di macchina”), che si trasformano poi ironicamente in “Macchine Inutili” a sottolineare la pura e unica funzione estetica slegata da qualsiasi funzionalità e efficienza. “Personalmente pensavo che sarebbe stato interessante liberare le forme astratte dalla staticità del dipinto e sospenderle in aria, collegate tra loro in modo che vivessero con noi nel nostro ambiente, sensibili alla atmosfera vera della realtà”.
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
acquisto
Nome (ACQN):
Maria Cernuschi Ghiringhelli
Data acquisizione (ACQD):
1990
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova, delibera 5470/89
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
diapositiva colore
FTAN:
005407
FTAT:
Macchina inutile
FTAX:
documentazione esistente
Bibliografia (BIB)
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
Giubbini G. / Solimano S.
BIBD:
1991
BIBN:
p. 227
BIBI:
tav. 118
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
Giubbini G.
BIBD:
1985
BIBN:
p. 122
Citazione completa (BIL)
Museo d'Arte Contemporanea di Genova Collezione Cernuschi Ghiringhelli (Genova) / Giubbini G. / Solimano S., 1991
Citazione completa (BIL)
Citazione completa (BIL):
1930-1980 Astrattismo in Italia nella raccolta Cernuschi Ghiringhelli (Milano) / Giubbini G., 1985
Mostre (MST)
MSTT:
Astrattismo in Italia nella raccolta Cernuschi Ghiringhelli