Installazione composta da una piattaforma bianco-azzurra, dagli “oggetti del desiderio” - un cerchione di cristallo artificiale, fedele riproduzione di un cerchione della Z3 Silver di produzione BMW, una poltroncina del designer australiano Mark Newson e 3 lampade stile Vistosi in vetro colorato.
Titolo dell'opera (SGTT)
Collective Wishdreams of Upperclass Possibilities
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
3191
DTZ
DTZG:
XXI
Cronologia (DT)
DTSI:
2002
DTSV:
ca.
DTSF:
2002
DTSL:
ca.
Materiali/allestimento (MTC)
Materiali, tecniche, strumentazione (MTCI):
Tecnica mista
Notizie storico-critiche (NSC)
Plamen Dejanoff analizza i meccanismi delle corporation - dalla produzione al consumo - per incentrare il suo lavoro artistico sulla comunicazione.
La riflessione sulle connessioni tra arte e economia investe la sua stessa vita, con una ridefinizione globale della sua immagine attraverso una campagna di comunicazione che lo porta a modificare il suo stesso cognome, da Dejanov a Dejanoff.
Da queste premesse nasce la serie Collective Wishdream of Upperclass Possibilities di cui fa parte l’installazione del museo.
Rifiutando la distinzione tra oggetto d’arte e prodotto industriale, Plamen fonde elementi di architettura, pittura, scultura: gli oggetti prelevati dal mondo del design o dalla produzione di altri artisti non sono più estensione dell’individualità di chi li ha creati, ma ipermerci autonome che generano desiderio.
Installazione composta da una piattaforma bianco-azzurra, dagli “oggetti del desiderio” - un cerchione di cristallo artificiale, fedele riproduzione di un cerchione della Z3 Silver di produzione BMW, una poltroncina del designer australiano Mark Newson e 3 lampade stile Vistosi in vetro colorato.
Notizie storico-critiche (NSC)
Plamen Dejanoff analizza i meccanismi delle corporation - dalla produzione al consumo - per incentrare il suo lavoro artistico sulla comunicazione.
La riflessione sulle connessioni tra arte e economia investe la sua stessa vita, con una ridefinizione globale della sua immagine attraverso una campagna di comunicazione che lo porta a modificare il suo stesso cognome, da Dejanov a Dejanoff.
Da queste premesse nasce la serie Collective Wishdream of Upperclass Possibilities di cui fa parte l’installazione del museo.
Rifiutando la distinzione tra oggetto d’arte e prodotto industriale, Plamen fonde elementi di architettura, pittura, scultura: gli oggetti prelevati dal mondo del design o dalla produzione di altri artisti non sono più estensione dell’individualità di chi li ha creati, ma ipermerci autonome che generano desiderio.