Link alla homepage logo musei di genova header

Il Bagno di Diana

Musei di Strada Nuova
OGT
OGTD:
disegno
Autore (AUT)
AUTR:
disegnatore
AUTN:
Parodi, Domenico
AUTA:
1668-1740
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
All’interno di una grotta una figura è celata dal repentino intervento di una ancella che con entrambe le mani stende un drappo ad impedirci la visione della dea Diana, ciò però non impedisce all’occhio dell’osservatore di vedere la ricca decorazione della vasca impreziosita da una cariatide dalle gambe pisciforme. In basso a destra un panno ed una brocca completano l’ambientazione.
Titolo (SGTT)
Il bagno di Diana / Ninfeo con bagnante
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
D 4729
INVC:
Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso
Cronologia (DT)
DTZS:
inizio
DTZG:
XVIII
DTSI:
1705
DTSV:
ca
DTSF:
1710
DTSL:
ca
MTC
MTC:
penna e inchiostro
MTC:
pennello e inchiostro acquerellato
MTC:
carta bianca
Notizie storico-critiche (NSC)
Il disegno si propone come un progetto per affresco e decorazione a stucco di una finta grotta, motivo ricorrente nella decorazione delle ville genovesi fin dal XVI secolo. Qui Parodi immagina lo spettatore come un estraneo improvvisamente sopraggiunto in un momento intimo della dea Diana, che quindi viene repentinamente celata da una ancella tramite un drappo. Il tema è indicativo di una possibile proposta per un bagno di villa, molto probabilmente per quello realizzato, con una figurazione differente, per la famiglia Durazzo nella Villa di Pino Sottano in Val Bisagno, in occasione del matrimonio tra Giovanni Luca II e Paola Franzone di Giacomo, spesso celebrata tra gli arcadi genovesi, tra i quali il cugino Matteo. Il tema arcadico è infatti il punto di contatto tra le capacità pittoriche e compositive di Parodi, i membri della famiglia Franzone e di quella Durazzo. Il disegno mostra una resa molto plastica ed un grado di ideazione iconografica che ben si adattano alle richieste della committenza, sebbene poi non scelta come figurazione definitiva. Inoltre, l’attenzione alla resa di una finta grotta rocciosa e ricca di stalattiti, dimostrano sia il gusto della committenza per questi ambienti di illusiva natura che l’abilità di Parodi, il quale si era dimostrato come eccellente ideatore ed esecutore di simili spazi con la sala del Giudizio di Paride del mezzanino di Anton Giulio II Brignole Sale a Palazzo Rosso.