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Cristo davanti ad Erode

Musei di Strada Nuova
OGT
OGTD:
disegno
Autore (AUT)
AUTR:
disegnatore
AUTN:
Tavarone, Lazzaro
AUTA:
1556-1641
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
D 4662
INVC:
Gabinetto disegni e stampe di Palazzo Rosso
Cronologia (DT)
DTZG:
XVI-XVII
DTSI:
1556
DTSV:
ca
DTSF:
1641
DTSL:
ca
MTC
MTC:
carta bianca scurita e contro fondata
MTC:
penna e inchiostro
Notizie storico-critiche (NSC)
La scena evangelica di Cristo davanti al re Erode risulta sommariamente delineata fingendola su una sorta di drappo retto ai lati da due putti e fissato al sommo a un mascherone posto lungo il perimetro di una cornice ottagonale; i tratti di linee curve ai lati fanno intendere trattarsi di un progetto di decorazione per il peduccio di una volta, posto tra due lunette e due vele. Tradizionalmente attribuito a Tavarone, è stato considerato “dubbio” da Mary Newcome, e tuttavia, non solo pur nel carattere di schizzo pare di poter ben riconoscere i modi dell’artista, in particolare nelle fisionomie dei puttini, con occhi, naso e bocca delineati da brevi tratti curvi – si confronti a riguardo il foglio di sicura paternità tavaroniana (inv. D1865) –, ma per di più, l’elaborata struttura decorativa evoca quella pur un poco semplificata della volta della sala del Capitolo del distrutto convento di Santa Maria in Passione, così come ci è nota dalle foto d’archivio. Pur in controparte, anche la specifica scena di Cristo davanti a Erode affrescata colà mostra alcuni punti di contatto con quella qui vergata a penna – il copricapo del sovrano, la figura che fa da quinta accanto a lui – al punto da poter suggerire che questo sia uno studio preliminare per quell’intervento, e che proprio questo carattere di prima idea ne possa spiegare la stesura un po’ sbrigativa, rispetto a un disegno più rifinito come quello della stessa scena conservato al Kupferstichkabinett di Berlino (KdZ 24823, cfr. Newcome 1990, p.207; si segnala che probabilmente per un mero errore materiale la relativa didascalia recita “Christ before Pilate” e non “Herod”). Sulla base di questa proposta, il disegno dovrebbe risalire al 1632-1633, visto che la seconda data è quella segnata dall’artista proprio sulla cornice della lunetta a sinistra del soggetto citato. A confortare l’identificazione è poi il confronto con la decorazione a stucco della volta con affrescate le Storie della Vergine (inv. D2008), che d’altro canto Mary Newcome ha giustamente proposto risalissero all’inizio degli anni trenta del Seicento. (Boccardo in Boccardo, Priarone 2009, p. 48)