Allievo e collaboratore di Luca Cambiaso, il più importante artista attivo a Genova nella seconda metà del Cinquecento, Tavarone entra molto giovane nella bottega del maestro e nel 1583 lo segue in Spagna alla corte di Filippo II, lavorando alla decorazione a fresco del monastero dell’Escorial. Tornato a Genova nel 1592, prosegue la sua attività soprattutto come frescante, decorando dimore dell’aristocrazia cittadina con cicli pittorici smaglianti di colori, con riquadri figurati, cornici in finto stucco, allegorie e grottesche.
Tra i suoi numerosi disegni preparatori si distinguono per originalità i grandi fogli su carta tinta in rosso, in cui studi a figura intera sono delineati e ombreggiati a matita nera e successivamente lumeggiati a gessetto bianco: di questa tipologia grafica, lontana dai fogli a penna e inchiostro del maestro Cambiaso, le collezioni genovesi conservano il nucleo più consistente. La critica vi ha ravvisato l’influenza della prassi disegnativa fiorentina, sia nell’uso delle carte tinte, sia nell’accademica esercitazione sulla figura umana. Si tratta di carte usate in bottega come modelli di repertorio da recuperare nel tempo, riproposti più volte sui soffitti dipinti, anche a distanza di anni, con minimi riadattamenti nei dettagli e negli attributi. (Priarone, 2021).
Allievo e collaboratore di Luca Cambiaso, il più importante artista attivo a Genova nella seconda metà del Cinquecento, Tavarone entra molto giovane nella bottega del maestro e nel 1583 lo segue in Spagna alla corte di Filippo II, lavorando alla decorazione a fresco del monastero dell’Escorial. Tornato a Genova nel 1592, prosegue la sua attività soprattutto come frescante, decorando dimore dell’aristocrazia cittadina con cicli pittorici smaglianti di colori, con riquadri figurati, cornici in finto stucco, allegorie e grottesche.
Tra i suoi numerosi disegni preparatori si distinguono per originalità i grandi fogli su carta tinta in rosso, in cui studi a figura intera sono delineati e ombreggiati a matita nera e successivamente lumeggiati a gessetto bianco: di questa tipologia grafica, lontana dai fogli a penna e inchiostro del maestro Cambiaso, le collezioni genovesi conservano il nucleo più consistente. La critica vi ha ravvisato l’influenza della prassi disegnativa fiorentina, sia nell’uso delle carte tinte, sia nell’accademica esercitazione sulla figura umana. Si tratta di carte usate in bottega come modelli di repertorio da recuperare nel tempo, riproposti più volte sui soffitti dipinti, anche a distanza di anni, con minimi riadattamenti nei dettagli e negli attributi. (Priarone, 2021).
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Marcello Durazzo
Data acquisizione (ACQD):
1848
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
D3015
Citazione completa (BIL)
Boccardo 1999, n. 32; Genovesi a Milano 2000, p. 20; Priarone in "Luca Cambiaso" 2007, p. 436; Boccardo, Priarone 2009, scheda 4b p. 14