Il disegno raffigura una porzione di un progetto di decorazione a fresco della volta di una sala: nella lunetta è rapidamente accennato un soggetto bellico, nella vela soprastante un medaglione circolare; sui pennacchi a lato le due figure di armati all'antica sono lasciate ad un diverso livello di finitura, mentre sul vertice della vela una coppia di putti è ai piedi di un terzo che suona uno strumento a corde; la cornice soprastante, che doveva correre intorno alla scena destinata ad occupare la parte centrale della volta, risulta costituita di due fasce, una a riquadri e cartelle figurate, l'altra a mensole. Come è già stato reso noto, l’attuale grande disegno è stato ricomposto nell’anno 2000 riunendo due fogli, entrambi provenienti dalla collezione Durazzo, che proprio in seguito alla separazione erano stati attribuiti a due diverse mani: Lazzaro Tavarone e Giulio Benso. L’articolata struttura decorativa prevista nell’insieme, per quanto assomigli a certe soluzioni del Benso, è del tutto corrispondente a quelle affrescate dal Tavarone in particolare nel corso del secondo e terzo decennio del Seicento.
Rispetto ad altri esempi del genere vergati dall’artita – conservati all'Art Institute di Chicago (inv. 22.321 e 22.2247); al Metropolitan Museum di New York (inv. 52.570.124); al Musée des Arts Decoratifs di Parigi (inv. 1288) e alla National Gallery di Washington (inv. 2000.24.1) – questo non solo è più grande ma la ricomposizione ha permesso di leggere l’indicazione di committenza vergata sul retro: «per la Sala del S.r Leonardo Catanio». Poiché si sa che nel 1622 Leonardo Cattaneo, figlio di Luca Grillo, impegnava Bartolomeo Bianco per il rifacimento del pian di sala della sua dimora, che corrisponde all’attuale civico 1 di piazza Grillo Cattaneo, si può dedurre, considerati gli aspetti stilistici, che la stesura del progetto abbia seguito di poco quella data, ovvero sia più o meno coeva all'articolata intelaiatura degli affreschi nel palazzo oggi Cattaneo Adorno di via Garibaldi, che Tavarone eseguì nel 1624. (Boccardo, Priarone 2009, p. 42)
In basso al centro: "124", a destra: "Rac.ta Durazzo"
Sul verso, con grafia antica, in alto alcuni conti e in basso: "per la Sala del S.r Leonardo Catanio"
Notizie storico-critiche (NSC)
Il disegno raffigura una porzione di un progetto di decorazione a fresco della volta di una sala: nella lunetta è rapidamente accennato un soggetto bellico, nella vela soprastante un medaglione circolare; sui pennacchi a lato le due figure di armati all'antica sono lasciate ad un diverso livello di finitura, mentre sul vertice della vela una coppia di putti è ai piedi di un terzo che suona uno strumento a corde; la cornice soprastante, che doveva correre intorno alla scena destinata ad occupare la parte centrale della volta, risulta costituita di due fasce, una a riquadri e cartelle figurate, l'altra a mensole. Come è già stato reso noto, l’attuale grande disegno è stato ricomposto nell’anno 2000 riunendo due fogli, entrambi provenienti dalla collezione Durazzo, che proprio in seguito alla separazione erano stati attribuiti a due diverse mani: Lazzaro Tavarone e Giulio Benso. L’articolata struttura decorativa prevista nell’insieme, per quanto assomigli a certe soluzioni del Benso, è del tutto corrispondente a quelle affrescate dal Tavarone in particolare nel corso del secondo e terzo decennio del Seicento.
Rispetto ad altri esempi del genere vergati dall’artita – conservati all'Art Institute di Chicago (inv. 22.321 e 22.2247); al Metropolitan Museum di New York (inv. 52.570.124); al Musée des Arts Decoratifs di Parigi (inv. 1288) e alla National Gallery di Washington (inv. 2000.24.1) – questo non solo è più grande ma la ricomposizione ha permesso di leggere l’indicazione di committenza vergata sul retro: «per la Sala del S.r Leonardo Catanio». Poiché si sa che nel 1622 Leonardo Cattaneo, figlio di Luca Grillo, impegnava Bartolomeo Bianco per il rifacimento del pian di sala della sua dimora, che corrisponde all’attuale civico 1 di piazza Grillo Cattaneo, si può dedurre, considerati gli aspetti stilistici, che la stesura del progetto abbia seguito di poco quella data, ovvero sia più o meno coeva all'articolata intelaiatura degli affreschi nel palazzo oggi Cattaneo Adorno di via Garibaldi, che Tavarone eseguì nel 1624. (Boccardo, Priarone 2009, p. 42)
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Marcello Durazzo
Data acquisizione (ACQD):
1848
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione esistente
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
D2935
Citazione completa (BIL)
Bora 1980, pp. 89-90 (D 2935); Newcome 1981, p. 51 nota 20 (D 2935, D 1756); Newcome 1984, p. 86; Paolocci 1984, p. 50 nota 25 (D 1756 Benso); Boccardo 1999, n. 30 (D 2935, D 1756); Genovesi a Milano 2000, p. 19 (D 2935); Boccardo in Luca Cambiaso 2006, pp. 434-435, n. 109; Boccardo in Luca Cambiaso 2007, pp. 434-435, n. 14; Boccardo, Priarone 2009, scheda 16 p. 42; Boccardo scheda Austin 2006, pp. 434-435, n. 109; Boccardo 2007, pp. 434-435