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Giovane armato all'antica

Musei di Strada Nuova
OGT
OGTD:
disegno
Autore (AUT)
AUTR:
disegnatore
AUTN:
Tavarone, Lazzaro
AUTA:
1556-1641
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
D 2927
INVC:
Gabinetto disegni e stampe di Palazzo Rosso
Cronologia (DT)
DTZG:
XVI-XVII
DTSI:
1556
DTSV:
post
DTSF:
1641
DTSL:
ante
MTC
MTC:
matita nera
MTC:
gessetto bianco
MTC:
quadrettatura a matita nera
MTC:
carta preparata rossa
Notizie storico-critiche (NSC)
Nell’inventario della raccolta, accanto al riferimento a Tavarone Mario Bonzi ha aggiunto successivamente un punto interrogativo, commentando altresì il disegno col termine “accademia”, da intendere in senso dispregiativo. Come dimostrano le attribuzioni di altri fogli dello stesso tipo, a quella data non era stato ancora ricondotto alla stessa mano il consistente nucleo di opere della collezione grafica genovese accomunate a questa dalla caratteristica preparazione della carta mediante una densa acquerellatura rossastra che invece costituisce una delle specifiche tecniche utilizzate da Lazzaro Tavarone, come ha poi segnalato Mary Newcome citando, in un primo elenco di disegni di questo tipo dovuti all’artista, anche questa Figura armata all’antica. Non è stato finora identificato l’affresco ove questa immagine, essendo quadrettata, dovrebbe esser stata utilizzata, ma figure di armati di questo genere – connotate però da scudi con l’arma araldica dei Doria - si ritrovano nella partitura a grottesche delle volte di due sale della villa Centurione e poi Doria ove il Tavarone venne chiamato a lavorare poco dopo il suo rientro dalla Spagna, risultando i relativi pagamenti registrati negli anni 1595-1596. Un dato accessorio ma da segnalare è che il nome “Tavarone” in basso a sinistra sembra vergato dalla stessa mano di quella che analogamente l’ha scritto non solo su un altri pezzi qui catalogati (inv. D 2931, D 2932, D 2937) ma, più significativamente su disegni, pure su carta tinta rossa, della Staatsgalerie di Stoccarda (inv. 6250 e 6243; cfr. Thiem 1977) che però provengono dalla raccolta del genovese conte Jacopo Durazzo (1717-1794): se così fosse, si dovrebbe dedurre che Santo Varni (1807-1885), il collezionista da cui provengono i due fogli oggi al Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso, sia riuscito ad entrare in possesso di pezzi Durazzo credibilmente prima della loro dispersione nell’asta di Stoccarda del 1872, vendita da cui deriva per l’appunto il considerevolissimo fondo grafico genovese del museo tedesco. (Boccardo in Boccardo, Priarone 2009, p. 26)