I pavoni, in ragione del loro straordinario piumaggio, sono tuttora, ma lo erano molto di più nel passato, allevati proprio a scopo ornamentale in parchi e giardini. Scorza, che deve averne visti molti negli spazi verdi delle ville genovesi, o nell'ambito delle residenze sabaude e forse persino nella natia Voltaggio, in questo foglio ne rappresenta uno - ma non necessariamente sempre lo stesso esemplare - frontale, colto in tre tipici atteggiamenti dell'animale quando nell'incedere a terra si guarda attorno muovendo la testa un po' a scatti come fanno in genere i galliformi o gallinacei che dir si voglia - l'ordine di volatili a cui appartiene - mentre nello schizzo più grande l'animale è rappresentato da tergo, con la coda chiusa ma rendendone le dimensioni, che nella realtà arriva a misurare anche più di un metro e mezzo, perché risulta appollaiato su un ramo di un albero.
Proprio in analoga postura Scorza raffigura un pavone specificatamente in alcune delle versioni grafiche di "Orfeo incanta gli animali" e in almeno una di quelle pittoriche. E che a quest'ultimo genere di opere riconduca questo bellissimo disegno paiono dimostrarlo le iniziali e le scritte che ricorrono sul foglio in corrispondenza di determinate parti del piumaggio: nel pavone più in alto V sta per verde e N per nero, mentre per esteso è scritto Giallo in corrispondenza delle zampe; una N ricorre anche nell'animale delineato più in basso dove una T sta certamente per turchino dato che è in corrispondenza delle piume del collo. Questo tipo di appunti cromatici, non frequenti, ricorrono anche in qualche altro disegno di Scorza nel ricco fondo del Muzeum Narodowe di Cracovia.
La rappresentazione reiterata è, più che un indizio, una vera e propria prova, dell'abitudine dell'artista di rappresentare animali studiandoli accuratamente dal vero.
(Boccardo in Boccardo, Priarone 2017, p. 100)
I pavoni, in ragione del loro straordinario piumaggio, sono tuttora, ma lo erano molto di più nel passato, allevati proprio a scopo ornamentale in parchi e giardini. Scorza, che deve averne visti molti negli spazi verdi delle ville genovesi, o nell'ambito delle residenze sabaude e forse persino nella natia Voltaggio, in questo foglio ne rappresenta uno - ma non necessariamente sempre lo stesso esemplare - frontale, colto in tre tipici atteggiamenti dell'animale quando nell'incedere a terra si guarda attorno muovendo la testa un po' a scatti come fanno in genere i galliformi o gallinacei che dir si voglia - l'ordine di volatili a cui appartiene - mentre nello schizzo più grande l'animale è rappresentato da tergo, con la coda chiusa ma rendendone le dimensioni, che nella realtà arriva a misurare anche più di un metro e mezzo, perché risulta appollaiato su un ramo di un albero.
Proprio in analoga postura Scorza raffigura un pavone specificatamente in alcune delle versioni grafiche di "Orfeo incanta gli animali" e in almeno una di quelle pittoriche. E che a quest'ultimo genere di opere riconduca questo bellissimo disegno paiono dimostrarlo le iniziali e le scritte che ricorrono sul foglio in corrispondenza di determinate parti del piumaggio: nel pavone più in alto V sta per verde e N per nero, mentre per esteso è scritto Giallo in corrispondenza delle zampe; una N ricorre anche nell'animale delineato più in basso dove una T sta certamente per turchino dato che è in corrispondenza delle piume del collo. Questo tipo di appunti cromatici, non frequenti, ricorrono anche in qualche altro disegno di Scorza nel ricco fondo del Muzeum Narodowe di Cracovia.
La rappresentazione reiterata è, più che un indizio, una vera e propria prova, dell'abitudine dell'artista di rappresentare animali studiandoli accuratamente dal vero.
(Boccardo in Boccardo, Priarone 2017, p. 100)
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Marcello Durazzo
Data acquisizione (ACQD):
1848
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
D2866
Citazione completa (BIL)
Bonzi 1930, fig. p. 331; Delogu 1931, p. 40 e fig. 17; Genova 1969, p. 80; Boccardo 1999, p. 37; Milano 2000, p. 31, n. 32; Boccardo scheda in Genova 2006, pp. 135-136; Boccardo, Priarone, scheda 34 p. 100