Il formato orizzontale fortemente allungato di questa composizione, concepita come fosse un fregio decorativo, è scelto da Piola per una tela di iconografia simile raffigurante Satiretti presso un'erma di Pan di collezione privata e proveniente dalle raccolte del castello Spinola di Lerma, che già P. Boccardo affiancava per somiglianza tipologica al disegno di Palazzo Rosso. La tela menzionata era difatti probabilmente parte di un fregio costituito di più dipinti di forma analoga, alti meno di un metro e piuttosto lunghi, concepiti per essere fissati uno dopo l'altro senza interruzione sotto la cornice d'imposta di una volta, sul modello del raro fregio primo seicentesco ancora visibile presso un salotto di Palazzo Balbi Senarega. Boccardo utilmente ricorda la menzione di "freggi" di pennello del Piola in inventari e carte d'archivio relative a quadrerie e palazzi genovesi, elemento che attesta la fortuna di questi elementi decorativi, cui si può ugualmente ricondurre un altro disegno di Palazzo Rosso (Inv. D 4475) raffigurante un Fregio con putti e finti quadri, e un molto vicino Fregio con putti e medaglioni di soggetto mitologico passato sul mercato antiquario. Il disegno in oggetto, datato per i raffronti con le citazioni archivistiche e per riscontri formali intorno al 1670, si qualifica per carattere fortemente pittorico conferito alle abbondanti acquarellature che "colorano" anche il tono di fondo della carta e dall'accento cromatico determinato dall'uso della matita rossa nel disegno preliminare, sfumata poi a pennello. (Priarone 2017, p. 165)
Il formato orizzontale fortemente allungato di questa composizione, concepita come fosse un fregio decorativo, è scelto da Piola per una tela di iconografia simile raffigurante Satiretti presso un'erma di Pan di collezione privata e proveniente dalle raccolte del castello Spinola di Lerma, che già P. Boccardo affiancava per somiglianza tipologica al disegno di Palazzo Rosso. La tela menzionata era difatti probabilmente parte di un fregio costituito di più dipinti di forma analoga, alti meno di un metro e piuttosto lunghi, concepiti per essere fissati uno dopo l'altro senza interruzione sotto la cornice d'imposta di una volta, sul modello del raro fregio primo seicentesco ancora visibile presso un salotto di Palazzo Balbi Senarega. Boccardo utilmente ricorda la menzione di "freggi" di pennello del Piola in inventari e carte d'archivio relative a quadrerie e palazzi genovesi, elemento che attesta la fortuna di questi elementi decorativi, cui si può ugualmente ricondurre un altro disegno di Palazzo Rosso (Inv. D 4475) raffigurante un Fregio con putti e finti quadri, e un molto vicino Fregio con putti e medaglioni di soggetto mitologico passato sul mercato antiquario. Il disegno in oggetto, datato per i raffronti con le citazioni archivistiche e per riscontri formali intorno al 1670, si qualifica per carattere fortemente pittorico conferito alle abbondanti acquarellature che "colorano" anche il tono di fondo della carta e dall'accento cromatico determinato dall'uso della matita rossa nel disegno preliminare, sfumata poi a pennello. (Priarone 2017, p. 165)
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Marcello Durazzo
Data acquisizione (ACQD):
1848
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
D2656
Citazione completa (BIL)
Grosso, Pettorelli 1910, n. 67; Boccardo, in "Maestri" 1990, p. 94, n. 41; Sanguineti 2004, II, p. 401; Priarone, in Domenico Piola 2017, pp. 164-165, n. 65