Link alla homepage logo musei di genova header

Morte della Vergine

Musei di Strada Nuova
OGT
OGTD:
disegno
Autore (AUT)
AUTR:
disegnatore
AUTN:
Tavarone, Lazzaro
AUTA:
1556-1641
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
D 2557
INVC:
Gabinetto disegni e stampe di Palazzo Rosso
Cronologia (DT)
DTZG:
XVI-XVII
DTSI:
1556
DTSV:
post
DTSF:
1641
DTSL:
ante
MTC
MTC:
penna e inchiostro
MTC:
quadrettatura a matita nera
MTC:
biacca
MTC:
acquarellature colorate
Notizie storico-critiche (NSC)
Il disegno ottagono, rappresentante la Morte della Vergine, è stato riconosciuto alla mano di Lazzaro Tavarone da Mary Newcome, che lo ha messo in rapporto - così come il foglio ottagono con l’Incoronazione della Vergine dello stesso Palazzo Rosso (inv. D 1181) - con una delle scene, documentate da immagini d’epoca, dei perduti affreschi dell’artista nella galleria del convento di Santa Maria in Passione (1982, pp. 34-35, figg. 13-14). Nelle foto storiche, infatti, è possibile riconoscere la stessa composizione del disegno in un riquadro - di forma però rettangolare – in fondo alla galleria, accanto all’ottagono centrale con la descritta Incoronazione della Vergine. La Newcome ritiene tuttavia che questo progetto con la Morte della Vergine – così come il secondo disegno citato - sia stilisticamente di molto precedente alla realizzazione della corrispondente scena a fresco: mentre il foglio, infatti, ad un’analisi formale sarebbe avvicinabile alla produzione grafica del pittore degli anni 1610 ca., gli affreschi sarebbero riferibili alla prima metà del quarto decennio, in considerazione dei caratteri formali della decorazione e della datazione “1633” riportata dallo stesso Tavarone nella sala capitolare del convento. Rispetto al menzionato disegno preparatorio con l’Incoronazione della Vergine, che mostra un segno più deciso e una maggiore attenzione per il gioco di luci e ombre e per il modellato dei panneggi, ombreggiati da leggere acquerellature a inchiostro, questo secondo modello si differenzia per un tratto più discontinuo e per una minore sensibilità atmosferica. Il foglio riporta sul retro una prima significativa attribuzione al Passignano, ripetuta nell’inventario del Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso: si tratta di una notazione interessante, che conferma la vicinanza di certi modi del Tavarone disegnatore con la grafica dei toscani, Salimbeni, Vanni, e appunto il Passignano (cfr. Riedl 1976; Chappell, Chandler Kirwin 1979; Athens 2002), mentre la Fusconi ricorda Jacopo da Empoli (Fusconi 1992, p. 97 nota 13; Il Seicento fiorentino 1986). (Priarone in Boccardo, Priarone 2009, p. 15)