Inventariato come di ignoto, il disegno è stato a lungo collocato fra i disegni anonimi di scuola fiamminga del secolo XVII, pur venendovi riconosciuto un Paesaggio italiano. Come si è avuto già occasione di argomentare più di vent’anni fa, si tratta invece indubbiamente di un foglio di Sinibaldo Scorza, la cui autografia è provata non solo da ragioni stilistiche, ma anche dal soggetto non difficilmente individuabile per chi conosca, nell’attuale basso Piemonte, la valle del torrente Lemme fra Voltaggio, paese natale dello Scorza, e Gavi Ligure, uno dei capisaldi settentrionali del territorio dell'antica Repubblica di Genova. L'edificio rappresentato, che nelle forme architettoniche che ha mantenuto fino ad oggi risale alla metà del Cinquecento – sull’arco di accesso al complesso si legge la data 1566 – quando venne costruito per Benedetto Centurione Oltremarini di Luciano, e fu poi dei Lomellini e dei Cambiaso (cfr. Di Raimondo 2004), costituisce tuttora un esempio di villa che alle funzioni residenziali univa, nei rustici, quelle legate alla sua dimensione agricola; si tratta cioè di quel tipo di dimore poste a segnare una proprietà fondiaria il cui acquisto da parte di una famiglia dell'oligarchia genovese rappresentava – fra XVI e XVIII secolo – una delle tante diversificazione degli investimenti di capitale.
Se non sono rari i disegni di paesaggi dal vero rappresentati da Scorza con una sensibilità decisamente in anticipo sui tempi, inconsueto deve essere considerato questo foglio non solo per la veduta realistica ma soprattutto per le notevoli dimensioni. Proprio il formato e i lavori agricoli illustrati l’avvicinano a quelli, da poco definitivamente acquisiti dal Muzeum Narodowe di Cracovia, che Jan Ostrowski ha riconosciuto appartenere ad un ciclo che illustra i Dodici mesi dell’anno attraverso le attività umane, per lo più di ambito agricolo, che li caratterizzano (cfr. Ostrowski 1992, pp. 117-134). E nel caso della Veduta della villa Centuriona la potatura delle viti, l’aratura e gli alberi spogli farebbero identificare la scena come allegorica di Novembre forse in alternativa al foglio di Cracovia (MN, inv. XV Rr. 731) ove è raffigurato Il Taglio della legna (o Lavoro alla radura come lo intitola Ostrowski nel saggio citato).
Proprio come nei disegni pubblicati dallo studioso polacco, singoli dettagli della scena rappresentata si ritrovano preliminarmente studiati in altri fogli dell’artista: il carro carico di un aratro e di un erpice tirato da una coppia di buoi aggiogati che è raffigurato in primo piano a sinistra nel disegno genovese ritorna, in proporzioni più grandi, in un foglio del Muzeum Narodowe di Cracovia (inv. XV Rr. 764), analogamente al contadino che guida i buoi che tirano l'aratro, in secondo piano (cfr. MNK inv. XV Rr. 806, cfr. Ostrowski 1992, fig. 15). Precisi rimandi riguardano anche le varie figure umane al centro della composizione: nello specifico l’uomo in piedi e, più schizzato, quello accovacciato (cfr. MNK inv. XV Rr. 881); diversi sono poi i fogli in cui Scorza ha definito – certo sempre riprendendo la scena dal vero e con qualche variante – la donna seduta a terra che allatta (cfr. MNK inv. XV Rr. 818, 819, 866, 884, 921; e il disegno in cui, oltre alla figura, è delineata una testa equina, passato in asta a Londra, presso Sotheby’s, il 19 giugno 1973).
(Piero Boccardo in Sinibaldo Scorza 1589-1631 «Avezzo a maneggiare la penna dissegnando» 2017)
Altre localizzazioni geografico-amministrative (LA)
PRCD:
Legato Marcello Durazzo (1848)
TCL:
luogo di provenienza
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
DTZG:
XVII
DTSI:
1589
DTSV:
ca
DTSF:
1631
DTSL:
ca
Autore (AUT)
AUTR:
disegnatore
AUTN:
Scorza, Sinibaldo
AUTA:
1589-1631
MTC
MTC:
carta bianca scurita e contro fondata
MTC:
inchiostro su carta
Misure (MIS)
MISU:
mm
MISA:
230
MISL:
415
Notizie storico-critiche (NSC)
Inventariato come di ignoto, il disegno è stato a lungo collocato fra i disegni anonimi di scuola fiamminga del secolo XVII, pur venendovi riconosciuto un Paesaggio italiano. Come si è avuto già occasione di argomentare più di vent’anni fa, si tratta invece indubbiamente di un foglio di Sinibaldo Scorza, la cui autografia è provata non solo da ragioni stilistiche, ma anche dal soggetto non difficilmente individuabile per chi conosca, nell’attuale basso Piemonte, la valle del torrente Lemme fra Voltaggio, paese natale dello Scorza, e Gavi Ligure, uno dei capisaldi settentrionali del territorio dell'antica Repubblica di Genova. L'edificio rappresentato, che nelle forme architettoniche che ha mantenuto fino ad oggi risale alla metà del Cinquecento – sull’arco di accesso al complesso si legge la data 1566 – quando venne costruito per Benedetto Centurione Oltremarini di Luciano, e fu poi dei Lomellini e dei Cambiaso (cfr. Di Raimondo 2004), costituisce tuttora un esempio di villa che alle funzioni residenziali univa, nei rustici, quelle legate alla sua dimensione agricola; si tratta cioè di quel tipo di dimore poste a segnare una proprietà fondiaria il cui acquisto da parte di una famiglia dell'oligarchia genovese rappresentava – fra XVI e XVIII secolo – una delle tante diversificazione degli investimenti di capitale.
Se non sono rari i disegni di paesaggi dal vero rappresentati da Scorza con una sensibilità decisamente in anticipo sui tempi, inconsueto deve essere considerato questo foglio non solo per la veduta realistica ma soprattutto per le notevoli dimensioni. Proprio il formato e i lavori agricoli illustrati l’avvicinano a quelli, da poco definitivamente acquisiti dal Muzeum Narodowe di Cracovia, che Jan Ostrowski ha riconosciuto appartenere ad un ciclo che illustra i Dodici mesi dell’anno attraverso le attività umane, per lo più di ambito agricolo, che li caratterizzano (cfr. Ostrowski 1992, pp. 117-134). E nel caso della Veduta della villa Centuriona la potatura delle viti, l’aratura e gli alberi spogli farebbero identificare la scena come allegorica di Novembre forse in alternativa al foglio di Cracovia (MN, inv. XV Rr. 731) ove è raffigurato Il Taglio della legna (o Lavoro alla radura come lo intitola Ostrowski nel saggio citato).
Proprio come nei disegni pubblicati dallo studioso polacco, singoli dettagli della scena rappresentata si ritrovano preliminarmente studiati in altri fogli dell’artista: il carro carico di un aratro e di un erpice tirato da una coppia di buoi aggiogati che è raffigurato in primo piano a sinistra nel disegno genovese ritorna, in proporzioni più grandi, in un foglio del Muzeum Narodowe di Cracovia (inv. XV Rr. 764), analogamente al contadino che guida i buoi che tirano l'aratro, in secondo piano (cfr. MNK inv. XV Rr. 806, cfr. Ostrowski 1992, fig. 15). Precisi rimandi riguardano anche le varie figure umane al centro della composizione: nello specifico l’uomo in piedi e, più schizzato, quello accovacciato (cfr. MNK inv. XV Rr. 881); diversi sono poi i fogli in cui Scorza ha definito – certo sempre riprendendo la scena dal vero e con qualche variante – la donna seduta a terra che allatta (cfr. MNK inv. XV Rr. 818, 819, 866, 884, 921; e il disegno in cui, oltre alla figura, è delineata una testa equina, passato in asta a Londra, presso Sotheby’s, il 19 giugno 1973).
(Piero Boccardo in Sinibaldo Scorza 1589-1631 «Avezzo a maneggiare la penna dissegnando» 2017)
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
MARCELLO DURAZZO
Data acquisizione (ACQD):
1848
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
D1234
Citazione completa (BIL)
Boccardo in Genova 1990, pp. 86-87, n. 37; Boccardo 1999, n. 43; Milano 2000, p. 30 n. 30; Boccardo in Genova 2006, pp. 132 e 134; Boccardo, Priarona 2017, scheda 39 p. 112