Il disegno, raffigurante l’Incoronazione della Vergine e riconosciuto alla mano di Lazzaro Tavarone da Orlando Grosso e Mario Bonzi in alcune note a margine dell’inventario storico del Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso, è stato messo in relazione, da Laura Tarditi (1982, p. 53) e Mary Newcome (1982, p. 34), con i perduti affreschi realizzati dal pittore per il semidistrutto complesso delle monache agostiniane di Santa Maria in Passione, gravemente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Il pittore era intervenuto in alcuni ambienti, oggi non più esistenti, del convento - galleria, refettorio e sala capitolare – oltre che in una cappella laterale sul fianco sinistro della chiesa; la scena del presente foglio, con la Vergine su nubi incoronata dalla Trinità all’interno di una composizione di forma ottagonale, è riconoscibile – pur con qualche variante – nell’affresco di analogo soggetto realizzato sulla volta della galleria del convento, vicino alla parete di fondo.
Non vi sono elementi certi circa la data di esecuzione di questo ciclo decorativo, poiché le fonti non danno indicazioni in proposito e limitata è la documentazione fotografica disponibile, precedente ai danni bellici. Mary Newcome ritiene che questo disegno debba collocarsi agli inizi del secondo decennio del XVII secolo, ritenendolo vicino ad altri fogli noti, preparatori per affreschi realizzati in questo torno d’anni (decorazione della chiesa di Santa Maria delle Vigne, 1612, e della villa Saluzzo Bombrini, 1614; Newcome 1982, p.34; cfr. Newcome 1981, pp. 45-46, figg. 30-31-32a, Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso inv. D2921, D2933, D4663). L’esecuzione materiale dell’affresco in Santa Maria in Passione, tuttavia, sarebbe secondo la studiosa molto più tarda (Inv. D2557); per questo motivo la Newcome ipotizza che il foglio di Palazzo Rosso sia stato predisposto in origine per un affresco precedente e poi ripreso per il convento delle monache in un secondo momento (Newcome 1982, p. 34).
Riproponendo quindi un’ipotesi già formulata in precedenza (Newcome 1978, p.14 figg. 15-16; 1981, pp. 45, 50 nota 9), la studiosa suggerisce che il foglio possa risalire agli anni della decorazione del perduto oratorio della SS. Vergine “situato presso alle Monache” (Soprani, Ratti 1768, p. 148), in base alle antiche piante della zona proprio di fronte alla chiesa della Passione (Newcome 1982, pp. 34-35). Secondo il Soprani, il pittore nel 1611 avrebbe dipinto in detto oratorio “in alcuni bellissimi compartimenti di stucchi, e d’oro […] alcune historie della vita, e della morte della Beatissima Vergine […] osservando in ciò la maniera del Bergamasco” (1674, p. 154); è il Ratti a specificare i soggetti: “la morte, coronazione, ed assunzione della Madonna” (Ratti 1780, I, p. 102).
Ad essere avvicinato al Tavarone, inoltre, è anche un altro affresco raffigurante l’Incoronazione della Vergine, di formato ottagono, sulla volta di una cappella nella chiesa del Carmine (Boggero 1981; Erbentraut 1987; Avena 2009).
Piero Boccardo mi segnala altri due disegni del Tavarone di formato ottagonale e ad inchiostro acquerellato, raffiguranti scene del martirio di Sant’Andrea: un Sant’Andrea condotto alla Crocifissione, passato in asta a Londra nel 1994 (7 dicembre, Phillips), e un Martirio di Sant’Andrea, in vendita a New York nel 2008 (23 gennaio, Sotheby’s, The Jeffrey E. Horvitz Collection, lotto 25). (Priarone in Boccardo, Priarone 2009, p. 16)
In basso a sinistra: "N. 48 s.n."; a destra: "Racc.ta Durazzo"
Notizie storico-critiche (NSC)
Il disegno, raffigurante l’Incoronazione della Vergine e riconosciuto alla mano di Lazzaro Tavarone da Orlando Grosso e Mario Bonzi in alcune note a margine dell’inventario storico del Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso, è stato messo in relazione, da Laura Tarditi (1982, p. 53) e Mary Newcome (1982, p. 34), con i perduti affreschi realizzati dal pittore per il semidistrutto complesso delle monache agostiniane di Santa Maria in Passione, gravemente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Il pittore era intervenuto in alcuni ambienti, oggi non più esistenti, del convento - galleria, refettorio e sala capitolare – oltre che in una cappella laterale sul fianco sinistro della chiesa; la scena del presente foglio, con la Vergine su nubi incoronata dalla Trinità all’interno di una composizione di forma ottagonale, è riconoscibile – pur con qualche variante – nell’affresco di analogo soggetto realizzato sulla volta della galleria del convento, vicino alla parete di fondo.
Non vi sono elementi certi circa la data di esecuzione di questo ciclo decorativo, poiché le fonti non danno indicazioni in proposito e limitata è la documentazione fotografica disponibile, precedente ai danni bellici. Mary Newcome ritiene che questo disegno debba collocarsi agli inizi del secondo decennio del XVII secolo, ritenendolo vicino ad altri fogli noti, preparatori per affreschi realizzati in questo torno d’anni (decorazione della chiesa di Santa Maria delle Vigne, 1612, e della villa Saluzzo Bombrini, 1614; Newcome 1982, p.34; cfr. Newcome 1981, pp. 45-46, figg. 30-31-32a, Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso inv. D2921, D2933, D4663). L’esecuzione materiale dell’affresco in Santa Maria in Passione, tuttavia, sarebbe secondo la studiosa molto più tarda (Inv. D2557); per questo motivo la Newcome ipotizza che il foglio di Palazzo Rosso sia stato predisposto in origine per un affresco precedente e poi ripreso per il convento delle monache in un secondo momento (Newcome 1982, p. 34).
Riproponendo quindi un’ipotesi già formulata in precedenza (Newcome 1978, p.14 figg. 15-16; 1981, pp. 45, 50 nota 9), la studiosa suggerisce che il foglio possa risalire agli anni della decorazione del perduto oratorio della SS. Vergine “situato presso alle Monache” (Soprani, Ratti 1768, p. 148), in base alle antiche piante della zona proprio di fronte alla chiesa della Passione (Newcome 1982, pp. 34-35). Secondo il Soprani, il pittore nel 1611 avrebbe dipinto in detto oratorio “in alcuni bellissimi compartimenti di stucchi, e d’oro […] alcune historie della vita, e della morte della Beatissima Vergine […] osservando in ciò la maniera del Bergamasco” (1674, p. 154); è il Ratti a specificare i soggetti: “la morte, coronazione, ed assunzione della Madonna” (Ratti 1780, I, p. 102).
Ad essere avvicinato al Tavarone, inoltre, è anche un altro affresco raffigurante l’Incoronazione della Vergine, di formato ottagono, sulla volta di una cappella nella chiesa del Carmine (Boggero 1981; Erbentraut 1987; Avena 2009).
Piero Boccardo mi segnala altri due disegni del Tavarone di formato ottagonale e ad inchiostro acquerellato, raffiguranti scene del martirio di Sant’Andrea: un Sant’Andrea condotto alla Crocifissione, passato in asta a Londra nel 1994 (7 dicembre, Phillips), e un Martirio di Sant’Andrea, in vendita a New York nel 2008 (23 gennaio, Sotheby’s, The Jeffrey E. Horvitz Collection, lotto 25). (Priarone in Boccardo, Priarone 2009, p. 16)
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Marcello Durazzo
Data acquisizione (ACQD):
1848
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
D1181
Citazione completa (BIL)
Newcome 1978, p. 14, figg.15-16; Newcome 1981, pp. 45-50 nota 9; Newcome 1982, p. 37, n. 23; Tarditi 1982, p. 53; Basevi in Boccardo 1999, p. 266; Boccardo 1999, p. 19, fig. IX; Genovesi a Milano 2000, p. 21; Priarone in "Luca Cambiaso" 2007, pp. 436-438, n. 16; Boccardo, Priarone 2009, scheda 5 p. 16; Priarone 2014, p. 53; Priarone 2021, p. 164