Il disegno, realizzato con la consueta tecnica scelta dal Tavarone per gli studi di singole figure - a matita nera e gessetto bianco su carta tinta in rosso - è utilizzato credibilmente come modello in occasione dei lavori di decorazione dell’oratorio dei SS. Nazario e Celso a Pegli-Multedo. La costruzione dell’oratorio venne conclusa nel 1613 per volontà della Confraternita omonima, sul luogo dell’antica parrocchiale con la stessa intitolazione; stando agli studi su questa fondazione, l’edificio sarebbe stato quindi decorato dal Tavarone tra il 1627 e il 1634, pur essendosi l’artista impegnato per questa impresa con accordo scritto già nel 1604, prima dunque che la fabbrica fosse ultimata (Montaldo 1960; Cevini 1976; Caraceni Poleggi 1987, p. 301).
Le pareti interne dell’oratorio illustrano, in riquadri, la storia della missione evangelizzatrice dei santi titolari; la volta è decorata da un ovale con la glorificazione dei due martiri; mentre sul versante opposto all’area presbiteriale, la controfacciata e due riquadri laterali sono consacrati a scene della vita di Cristo: al centro l’Ultima Cena (praticamente identica a quella dipinta nel 1626 a Pammattone e oggi in cattedrale), ai lati l’Orazione nell’Orto e la Lavanda dei piedi. La Figura femminile assisa è avvicinabile ad una delle donne sedute nel riquadro rappresentante la Predica di San Nazario. (Priarone in Boccardo, Priarone 2009, p. 50)
Sulla carta di controfondo in basso a destra: "Rac.ta Durazzo", sul foglio in alto a sinistra: "Tavarone". Sul verso, in alto a sinistra: "C. 13a n 128", al centro "Cart 13 n 128", "Figura di donna panneggiata d'Ignoto", "n 16", in basso a destra: "1352", a sinistra "11960"
Notizie storico-critiche (NSC)
Il disegno, realizzato con la consueta tecnica scelta dal Tavarone per gli studi di singole figure - a matita nera e gessetto bianco su carta tinta in rosso - è utilizzato credibilmente come modello in occasione dei lavori di decorazione dell’oratorio dei SS. Nazario e Celso a Pegli-Multedo. La costruzione dell’oratorio venne conclusa nel 1613 per volontà della Confraternita omonima, sul luogo dell’antica parrocchiale con la stessa intitolazione; stando agli studi su questa fondazione, l’edificio sarebbe stato quindi decorato dal Tavarone tra il 1627 e il 1634, pur essendosi l’artista impegnato per questa impresa con accordo scritto già nel 1604, prima dunque che la fabbrica fosse ultimata (Montaldo 1960; Cevini 1976; Caraceni Poleggi 1987, p. 301).
Le pareti interne dell’oratorio illustrano, in riquadri, la storia della missione evangelizzatrice dei santi titolari; la volta è decorata da un ovale con la glorificazione dei due martiri; mentre sul versante opposto all’area presbiteriale, la controfacciata e due riquadri laterali sono consacrati a scene della vita di Cristo: al centro l’Ultima Cena (praticamente identica a quella dipinta nel 1626 a Pammattone e oggi in cattedrale), ai lati l’Orazione nell’Orto e la Lavanda dei piedi. La Figura femminile assisa è avvicinabile ad una delle donne sedute nel riquadro rappresentante la Predica di San Nazario. (Priarone in Boccardo, Priarone 2009, p. 50)
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Marcello Durazzo
Data acquisizione (ACQD):
1848
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
D971
Citazione completa (BIL)
Newcome in Disegni Genovesi 1989, p. 37; Boccardo 1999 n. 32; Boccardo, Priarone 2009, scheda 20b p. 50