Netsuke
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I netsuke sono piccole sculture dell'arte tradizionale giapponese ed elemento fondamentale della moda maschile dei secoli XVII-XIX. Realizzati principalmente intagliando avorio e legno, venivano utilizzati come ciondolo per appendere gli astucci inrō e altri oggetti di uso quotidiano alla cintura del kimono maschile. I soggetti vanno dall'umoristico al mitologico: buffe facce di uomini e bambini, volti di divinità, maschere teatrali, etc.
Netsuke si scrive con i caratteri di “radice” (根) e “agganciare, attaccare” (付). Questo suggerisce che i primi netsuke consistessero in semplici elementi naturali come radici, pietre, conchiglie o piccole zucche dal colore o dalla forma particolarmente piacevoli. Questi sarebbero poi stati legati a qualsiasi cosa si volesse portare alla cintura, come ad esempio una forma primitiva di inrō.
Inrō e netsuke conobbero il proprio periodo d’oro nel periodo Edo, dopo che passarono dall’essere esclusiva delle classi più abbienti all’essere indossati e apprezzati da tutti i ceti sociali. Presto divennero non solo articoli di utilità pratica ma anche costosi oggetti d’arte, perciò gli esemplari più pregiati raramente venivano indossati. Il fatto che il Sōken kishō (装剣奇賞, 1781), opera in sette volumi che tratta di storia dell’arte, dedichi ai netsuke un intero capitolo testimonia come questi fossero considerati una vera e propria forma d’arte.
Inrō e netsuke continuarono a essere prodotti e usati in periodo Meiji, ma diminuirono rapidamente in periodo Taishō ed entrarono quasi completamente in disuso dopo la seconda guerra mondiale a causa dei sempre più diffusi vestiti all’occidentale. Questo segnò la fine del loro utilizzo pratico, ma continuarono a essere realizzati come oggetti d’artigianato e per essere venduti ai numerosi collezionisti stranieri.
L'ultima vetrina della II Galleria del Museo ospita diversi esemplari di netsuke ed alcuni inrō completi di netsuke