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Scultura ornamentale

Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone
Denominazione/dedicazione (OGTN)
okimono
OGT
OGTD:
statua
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Scultura ornamentale raffigurante una lepre che alza una zampa.
Codifica Iconclass (DESI)
25F26(HARE)
DES
DESS:
Animali: lepre.
Titolo (SGTT)
Scultura ornamentale
SGT
SGTI:
lepre
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
B-1261
DTZ
DTZG:
XIX
Cronologia (DT)
DTM:
inventario museale
ADT:
fine periodo Edo
DTSI:
1800
DTSV:
post
DTSF:
1867
DTSL:
ante
MTC
MTC:
bronzo- fusione, patinatura
Notizie storico-critiche (NSC)
In Giappone e in molti paesi dell’Asia si crede che i crateri sulla superficie della luna formino la figura di un coniglietto, portatoci da una divinità per la sua gentilezza e generosità. La leggenda risale a un'antica favola buddhista che celebra le virtù della carità e del sacrificio a ogni costo, di cui sono note molte versioni simili. Si narra che quattro amici animali, una scimmia, una lontra, uno sciacallo e un coniglio, incontrarono un giorno un vecchio viandante, affamato e affaticato. Decisero così di aiutarlo portandogli da mangiare: la scimmia raccolse i frutti degli alberi lì attorno, la lontra pescò del pesce fresco e lo sciacallo rubò del cibo da una casa poco lontana. Il coniglietto invece, non potendo procacciare altro cibo se non un po' d'erba, pur di aiutare decise di offrire la sua stessa carne, gettandosi nel fuoco acceso per l’anziano signore: il fuoco però non lo bruciò. Il mendicante, che era una divinità sotto mentite spoglie, decise, per la grande virtù mostrata dall'animale, di salvarlo e portarlo con sé sulla luna perché potesse sempre essere visto e ricordato da tutti. Una delle versioni cinesi più conosciute vuole che sotto le vesti del mendicante si celasse proprio la dea lunare, scesa sulla terra per scoprire chi, tra tutti gli esseri, fosse il più gentile. Secondo le più fantasiose interpretazioni il coniglietto visibile sulla superficie lunare sarebbe in piedi sulle zampe posteriori, intento a pestare il riso nel mortaio per preparare gli tsukimi dango, i tipici dolcetti, simili al mochi, che vengono offerti alla luna e mangiati nelle notti di tsukimi.

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