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Specchio, dono di Atsushi Saisho a Edoardo Chiossone

Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone
OGT
OGTD:
specchio
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Specchio di bronzo proveniente da contesto archeologico ignoto, con quattro bugne, quattro animali e dieci divinità buddhiste
Codifica Iconclass (DESI)
soggetto non rilevato
DES
DESS:
soggetto non rilevato
Titolo (SGTT)
Specchio cinese
SGT
SGTI:
animali; divinità buddhiste
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
B-546
DTZ
DTZG:
V-VI
Cronologia (DT)
DTM:
bibliografia
DTSI:
401
DTSF:
600
MTC
MTC:
bronzo- fusione
Notizie storico-critiche (NSC)
In una memoria datata novembre 1881, il Direttore Generale del Poligrafico di Stato del Ministero delle Finanze, Tokunō Ryōsuke, diretto superiore di Edoardo Chiossone scrisse relativamente a una coppia di specchi (pressoché identici) donati uno a lui e l’altro a Edoardo Chiossone dal loro comune amico Saisho Atsushi in segno della loro amicizia: “Dalla più remota antichità, gli specchi sono stati considerati nel nostro Paese come dei tesori. Poiché il loro carattere intrinseco è quello di essere puri, chiari e senza macchia…è esattamente come un cuore puro a cui l’egoismo e la falsità sono sconosciuti…Il Signor Edoardo Chiossone ricerca le antichità con infaticabile coraggio, senza lasciarsi fermare dagli ostacoli; egli ama con ardore inaudito tutti gli oggetti antichi; non esiste altro modo di definirlo, se non un uomo straordinario! Uno dei miei amici, il Signor Saisho Atsushi custodiva molteplici specchi molto antichi: due fra essi riportano gli stessi motivi e le stesse figure. Ne ha donato uno a me, e l’altro al Signor Chiossone. Credo che il Signor A. Saisho abbia in quel momento voluto dar prova del nostro reciproco affetto e della sua durata eterna, come quella degli specchi. Oso sperare che il Signor Chiossone vorrà ben preziosamente custodire questo specchio. Davanti a questo specchio, gli sembrerà di vederci tutti e tre assieme; sarebbe qualcosa di così piacevole! Lo specchio…rappresenta quattro bugne, quattro animali divini e dieci personaggi sacri eseguiti in maniera impeccabile. L’iscrizione è in parte cancellata, per cui non può essere letta completamente. Non è passato che qualche anno da quando lo specchio è stato disseppellito. Il metallo è coperto da una bella patina verde; un palpabile timbro di antichità. Impossibile oltretutto stabilire l’epoca cui risale. Mese 11° del 14° anno Meiji (novembre 1881), Tokunō Ryōsuke”. Da questa memoria si apprende come Chiossone fosse ben inserito e stimato nella società giapponese sia che, a sei anni dal suo trasferimento in Giappone, avesse già iniziato strenuamente a collezionare oggetti d’arte e che molti suoi conoscenti ed amici fossero coinvolti nell’agevolarne la raccolta. Dallo scritto di Tokunō comprendiamo inoltre che lo specchio era sepolto e che venne alla luce solo a seguito di uno scavo. In Giappone, nel XVIII e XIX secolo, infatti, si assistette non soltanto a scavi occasionali per la creazione di impianti ed infrastrutture, ben inserite nell’ottica di modernizzazione Meiji, che portarono a rinvenimenti fortuiti ma anche a veri e propri scavi archeologici alimentati dal crescente gusto antiquario e collezionistico: è probabilmente il caso degli specchi dono di Saisho Atsushi, imminente uomo politico a capo, nel corso del tempo, di diverse Prefetture del Giappone. Un esemplare identico, rinvenuto presso il tempio Kongōrin-ji di Ōsaka, è custodito nel Museo Nazionale di Kyōto e figura nella lista nazionale giapponese degli Importanti Beni Culturali (jūyō bunkazai). Questi specchi dall’uso rituale, il cui lato riflettente è ottenuto levigando il bronzo (opposto al lato visibile) sono solitamente decorati con motivi taoisti: il nostro esemplare presenta una rara combinazione di motivi decorativi taoisti e figure buddhiste.