Rotolo con montatura nuova in seta: hyōshi in kinran a fondo blu scuro con disegni di girali con fiori hōsōge e fenici in volo; mikaeshi in carta ganpi decorata con kingin-sunago, polvere d'argento e d'oro; jikushu originari in avorio tornito. Futomaki e yarōbako in legno di paulonia. Il rotolo raffigura macachi vestiti da samurai a caccia; molti sono montati a cavallo e armati d'archi, frecce, spade, lance e picche, altri sono appiedati e muniti di giavellotti, altri ancora sono disarmati e fungono da battitori, famuli, portatori e stallieri. Il piano di calpestio delle figure è dato da semplici pennellate color ocra chiaro, mentre lo spazio della narrazione pittorica, privo d'ogni connotazione d'ambiente, è delimitato lungo il margine superiore e inferiore del rotolo con oro in fiocchi e polvere asperso in maniera irregolare. La narrazione è suddivisa in otto episodi: parte dalla zona più marginale del terreno di caccia per procedere verso zone ad azione sempre più cruenta, illustrando le varie fasi della tecnica makigari. Tra gli animali cacciati troviamo cinghiali, cerbiatti, daini, lepri, conigli, orsi, volpi, aironi e fagiani.
Il dipinto appartiene alla tradizione dei saru no sōshi, rotoli che narrano storie interpretate da macachi. Il cartiglio del titolo informa che l'emaki era il quarto di una serie, probabilmente dedicata ad analoghi temi parodistici, forse interpretati da scimmie o altri animali impegnati in ruoli e azioni tipicamente umani.
Quanto alla data "anno della scimmia, settimo periodo Tenpō" (1836), scritta su un cartiglio trovato avvolto sul jikuji durante il restauro, si rifersice probabilmente a un intervento di riparazione o rimontaggio nell'anno indicato.
Si ritiene che l'emaki del Chiossone sia stato dipinto da un'artista della scuola Kyō-Kanō probabilmente legato agli ambienti monastici della capitale imperiale al preciso scopo di manifestare la condanna morale delle attività di caccia praticate dalla casta militare.
Il contesto storico post quem può essere individuato negli anni 1685-1693, quando lo shōgun Tokugawa Tsunayoshi promulgò una serie di "Editti sulla compassione per gli esseri viventi" (Shōrui awaremi no rei), che bandivano le attività venatorie, mentre il termine cronologico ante quem potrebbe essere compreso tra il breve governo di Tokugawa Ienobu (1662-1712, gov. 1709-1712), che ebrogò gli editti, e i primi anni dell'avvento di Tokugawa Yoshimune (1684-1751, gov. 1716-1745), che riportò in auge le tradizioni venatorie.
Rotolo con montatura nuova in seta: hyōshi in kinran a fondo blu scuro con disegni di girali con fiori hōsōge e fenici in volo; mikaeshi in carta ganpi decorata con kingin-sunago, polvere d'argento e d'oro; jikushu originari in avorio tornito. Futomaki e yarōbako in legno di paulonia. Il rotolo raffigura macachi vestiti da samurai a caccia; molti sono montati a cavallo e armati d'archi, frecce, spade, lance e picche, altri sono appiedati e muniti di giavellotti, altri ancora sono disarmati e fungono da battitori, famuli, portatori e stallieri. Il piano di calpestio delle figure è dato da semplici pennellate color ocra chiaro, mentre lo spazio della narrazione pittorica, privo d'ogni connotazione d'ambiente, è delimitato lungo il margine superiore e inferiore del rotolo con oro in fiocchi e polvere asperso in maniera irregolare. La narrazione è suddivisa in otto episodi: parte dalla zona più marginale del terreno di caccia per procedere verso zone ad azione sempre più cruenta, illustrando le varie fasi della tecnica makigari. Tra gli animali cacciati troviamo cinghiali, cerbiatti, daini, lepri, conigli, orsi, volpi, aironi e fagiani.
sul cartiglio rettangolare incollato sulla copertina originale
ISRI:
Yon / Saru ga inoshishi no kari 四 猿が猪の狩 ("Quattro. Macachi a caccia di cinghiali)
ISRC:
documentaria
ISRL:
giapponese
ISRP:
cartiglio avvolto nel jikuji
ISRI:
Tenpō schichi hinoe saru kyū 天保七丙申及 ("anno della scimmia, settimo periodo Tenpo)
Notizie storico-critiche (NSC)
Il dipinto appartiene alla tradizione dei saru no sōshi, rotoli che narrano storie interpretate da macachi. Il cartiglio del titolo informa che l'emaki era il quarto di una serie, probabilmente dedicata ad analoghi temi parodistici, forse interpretati da scimmie o altri animali impegnati in ruoli e azioni tipicamente umani.
Quanto alla data "anno della scimmia, settimo periodo Tenpō" (1836), scritta su un cartiglio trovato avvolto sul jikuji durante il restauro, si rifersice probabilmente a un intervento di riparazione o rimontaggio nell'anno indicato.
Si ritiene che l'emaki del Chiossone sia stato dipinto da un'artista della scuola Kyō-Kanō probabilmente legato agli ambienti monastici della capitale imperiale al preciso scopo di manifestare la condanna morale delle attività di caccia praticate dalla casta militare.
Il contesto storico post quem può essere individuato negli anni 1685-1693, quando lo shōgun Tokugawa Tsunayoshi promulgò una serie di "Editti sulla compassione per gli esseri viventi" (Shōrui awaremi no rei), che bandivano le attività venatorie, mentre il termine cronologico ante quem potrebbe essere compreso tra il breve governo di Tokugawa Ienobu (1662-1712, gov. 1709-1712), che ebrogò gli editti, e i primi anni dell'avvento di Tokugawa Yoshimune (1684-1751, gov. 1716-1745), che riportò in auge le tradizioni venatorie.
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
CH01P-369
FTAF:
jpg
Bibliografia (BIB)
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
Failla Donatella
BIBD:
2014
BIBN:
pp. 64-67, 175-177, n. 8
BIBI:
fig. 8
Citazione completa (BIL)
Donatella Failla (a cura di), La Rinascita della Pittura Giapponese. Vent'anni di restauri al Museo Chiossone di Genova, Catalogo della mostra, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2014.
Mostre (MST)
MSTT:
La Rinascita della Pittura Giapponese. Vent'anni di restauri al Museo Chiossone di Genova
MSTL:
Genova, Museo d'Arte Orientale Edoardo Chiossone
MSTD:
28/02 - 29/06 2014
Specifiche di accesso ai dati (ADS)
Profilo di accesso (ADSP):
1
Motivazione (ADSM):
scheda contenente dati liberamente accessibili
Compilazione (CMP)
Data (CMPD):
2022
Nome (CMPN):
Capurro, Matteo
Funzionario responsabile (FUR)
Canepari, Aurora
Aggiornamento - Revisione (AGG)
AGGD:
2024
AGGN:
Ghezzi, Laura
Osservazioni (OSS)
Dipinto eseguito da un artista della scuola Kyō-Kanō.