Dipinto con montatura originale Yamato hyōgu in seta: ichimonji e fūtai in kinran a fondo blu scuro con girali di peonie e fiori di susino; chūberi in donsu bicromo a fondo verde-acqua con disegni in avorio di rondelle con coppie di fenici e oggetti preziosi sparsi; jōge in hiraori color tortora; jikushu in legno e lacca nera semilucida. L'opera raffigura una cortigiana d'alto rango (oiran, 花魁) stante, che tiene tra le braccia un cagnolino di razza Chin. L'animale, dal pelo folto morbido e fioccoso pettinato di fresco, porta un collarino ondulato rosa e oro ornato da un fiocco di forma ondata e punta il muso verso l'osservatore, guardando dritto verso di esso. La donna indossa un raffinato uchikake grigio decorato con un drago fluttuante tra le nubi, al quale la lunga campitura nera dell'obi conferisce una nota formale. L’opera racchiude il sentimento di amore che lega la padrona al proprio cucciolo.
Codifica Iconclass (DESI)
33C521
DES
DESS:
Animale: cane chin. Personaggi: cortigiana.
Titolo (SGTT)
Chin wo idaku oiran zu 狆を抱く花魁図
SGT
SGTI:
cortigiana con cagnolino
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
P-0326
DTZ
DTZG:
XIX
Cronologia (DT)
DTZS:
primo quarto
DTM:
bibliografia
ADT:
fine periodo Edo
DTSI:
1813
DTSF:
1820
MTC
MTC:
inchiostro e colori su seta
Notizie storico-critiche (NSC)
Non è chiaro come la razza Chin sia arrivata in Giappone, ma è certo che sia originaria della Cina. Molti ritengono che sia stata introdotta da un emissario del regno coreano di Silla (신라) nel VIII secolo, come regalo per i reali giapponesi, mentre altri sostengono che furono regalati all’imperatore già nel VI secolo, ottenendo enorme successo durante lo shogunato Tokugawa, durante il quale divenne un animale da compagnia nelle case dei samurai di alto rango e dei borghesi di città. Il cane Chin si poteva trovare anche nelle case da tè e nei quartieri di piacere, come animale domestico di oiran (花魁) e geisha (芸者). Le piccole dimensioni e il carattere affettuoso e vispo lo rendevano un cane perfetto per ogni contesto. Si presume che i primi esemplari furono portati in Europa dai commercianti portoghesi a partire dal XVII secolo, dove si diffusero come cani da compagnia per le signore dell’aristocrazia del tempo.
altezza montatura: 158,5 cm
larghezza montatura: 43,9 cm
Stato di conservazione (STC)
Stato di conservazione (STCC):
buono
Restauri (RST)
RSTD:
1990
RSTS:
manutenzione conservativa
RSTE:
relazione di restauro non pervenuta
RSTN:
relazione di restauro non pervenuta
RSTR:
Mainichi Shinbun
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Dipinto con montatura originale Yamato hyōgu in seta: ichimonji e fūtai in kinran a fondo blu scuro con girali di peonie e fiori di susino; chūberi in donsu bicromo a fondo verde-acqua con disegni in avorio di rondelle con coppie di fenici e oggetti preziosi sparsi; jōge in hiraori color tortora; jikushu in legno e lacca nera semilucida. L'opera raffigura una cortigiana d'alto rango (oiran, 花魁) stante, che tiene tra le braccia un cagnolino di razza Chin. L'animale, dal pelo folto morbido e fioccoso pettinato di fresco, porta un collarino ondulato rosa e oro ornato da un fiocco di forma ondata e punta il muso verso l'osservatore, guardando dritto verso di esso. La donna indossa un raffinato uchikake grigio decorato con un drago fluttuante tra le nubi, al quale la lunga campitura nera dell'obi conferisce una nota formale. L’opera racchiude il sentimento di amore che lega la padrona al proprio cucciolo.
Codifica Iconclass (DESI)
33C521
DES
DESS:
Animale: cane chin. Personaggi: cortigiana.
Iscrizioni (ISR)
ISRC:
firma
ISRL:
giapponese
ISRS:
a pennello
ISRT:
ideogrammi
ISRP:
nel dipinto, lungo il bordo destro, appena sotto la metà
ISRI:
Utamasa sha 哥政寫
Stemmi, emblemi, marchi (STM)
STMC:
sigillo
STMQ:
dell'autore
STMU:
1
STMP:
nel dipinto a destra sotto la firma
STMD:
sigillo con caratteri: Gessai 月齋
STMU:
1
STMP:
nel dipinto, a destra sotto la firma
STMD:
sigillo con caratteri: Utamasa 哥政
Notizie storico-critiche (NSC)
Non è chiaro come la razza Chin sia arrivata in Giappone, ma è certo che sia originaria della Cina. Molti ritengono che sia stata introdotta da un emissario del regno coreano di Silla (신라) nel VIII secolo, come regalo per i reali giapponesi, mentre altri sostengono che furono regalati all’imperatore già nel VI secolo, ottenendo enorme successo durante lo shogunato Tokugawa, durante il quale divenne un animale da compagnia nelle case dei samurai di alto rango e dei borghesi di città. Il cane Chin si poteva trovare anche nelle case da tè e nei quartieri di piacere, come animale domestico di oiran (花魁) e geisha (芸者). Le piccole dimensioni e il carattere affettuoso e vispo lo rendevano un cane perfetto per ogni contesto. Si presume che i primi esemplari furono portati in Europa dai commercianti portoghesi a partire dal XVII secolo, dove si diffusero come cani da compagnia per le signore dell’aristocrazia del tempo.
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
CH01P-326
FTAF:
jpg
Bibliografia (BIB)
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
Failla Donatella
BIBD:
2014
BIBN:
pp. 132-133, 234, n. 60
BIBI:
fig. 60
Citazione completa (BIL)
Donatella Failla (a cura di), La Rinascita della Pittura Giapponese. Vent'anni di restauri al Museo Chiossone di Genova, Catalogo della mostra, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2014.
Mostre (MST)
MSTT:
La Rinascita della Pittura Giapponese. Vent'anni di restauri al Museo Chiossone di Genova