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Coreano in estasi davanti al Monte Fuji

Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone
Denominazione/dedicazione (OGTN)
Kakemono
OGT
OGTD:
dipinto
Autore (AUT)
AUTR:
pittore
AUTM:
firma
AUTN:
Katsushika, Taito II
AUTA:
attivo 1810-1853
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Dipinto con montatura nuova minchō in seta: ichimonji in kinsha a fondo azzurro con losanghe lobate in oro; sōberi in shikenigu color blu-grigio scuro; jikushu tipo zungiri in legno e lacca intagliata color marrone chiaro. L'opera raffigura un coreano che, abbagliato e stordito davanti alla maestà del monte Fuji che si profila sullo sfondo, cade in ginocchio e, riparandosi gli occhi con la mano destra, protende la sinistra con le dita divaricate, in un gesto di estatico stupore.
Codifica Iconclass (DESI)
soggetto non rilevato.
DES
DESS:
Elementi naturali: monte Fuji. Personaggi: uomo coreano.
Titolo (SGTT)
Fuji kanran zu 富士観覧図
SGT
SGTI:
Uomo in estasi
SGTI:
Veduta del monte Fuji
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
P-0259
DTZ
DTZG:
XIX
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
DTM:
bibliografia
ADT:
fine periodo Edo
DTSI:
1820
DTSF:
1843
MTC
MTC:
inchiostro e colori su carta
Notizie storico-critiche (NSC)
Katsushika Taito, allievo di Katsushika Hokusai, fu ossessionato imitatore dell'arte e delle opere del maestro, arrivando spesso a casi di vero e proprio plagio e falsificazione della firma del maestro. Anche in questo caso, il dipinto dimostra la sua mai risolta dipendenza dall'opera di Hokusai. Si rifece a figure analoghe, atteggiate in questa e simili posture, spesso ricorrenti nella produzione grafica del maestro. Fin dal periodo Muromachi (1333-1568) le relazioni tra il Giappone e la Corea costituirono monopolio esclusivo della famiglia giapponese Sō, che controllava anche i traffici commerciali con gli altri paesi asiatici. Vi furono undici missioni coreane giunte fino a Edo per rendere visita allo shōgun tra il 1607 e il 1764. Tuttavia, a causa di malintesi riguardo l'interpretazione dei titoli ufficiali dello shōgun, questi rapporti con la Corea si interruppero fino al 1809, quando venne stilato un nuovo trattato e le missioni coreane ripresero. Per questo motivo, vedere rappresentato un coreano su suolo giapponese nel cuore di Honshū e nei pressi del Fuji, rappresentava un'occasione rara.