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Geisha seduta che apre una lettera d'amore

Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone
Denominazione/dedicazione (OGTN)
Kakemono
OGT
OGTD:
dipinto
Autore (AUT)
AUTR:
pittore
AUTM:
firma
AUTN:
Kubo, Shunman
AUTA:
1757-1820
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Dipinto con montatura nuova minchō in seta: ichimonji in kinsha blu-grigia broccata in oro con girali e foglie d'edera; orli sottili sujigire in seta color ocra; sōberi in shikeginu verde; minchō hashira in shikeginu color ocra; jikushu tipo bachi in legno e lacca rosso. L'opera raffigura una cortigiana seduta che si guarda dietro le spalle e, intanto, con un piccolo utensile per la pulizia delle orecchie, si accinge ad aprire una lettera d'amore che ha appena estratto dal seno, rimanendo pronta a nasconderla sotto la veste. L'abito nero adorno di piccoli crisantemi gialli, un poco scivolato lungo le spalle, ha una doppia fodera grigio perla e verdina decorata a tintura shibori con motivi di onde stilizzate, che sborda dalla scollatura e mostra all'orlo una duplice imbottitura. L'obi rosso è annodato sommariamente e ha le code elegantemente scomposte tra le falde della veste. La figura è circondata da cinque eulogie poetiche che occupano lo spazio intorno a lei. Si tratta di commenti maschili di contenuto erotico e sentimentale.
Codifica Iconclass (DESI)
33C521
DES
DESS:
Personaggi: cortigiana.
Titolo (SGTT)
Geisha seduta che apre una lettera d'amore
SGT
SGTI:
cortigiana seduta
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
P-0245
DTZ
DTZG:
XVIII
Cronologia (DT)
DTZS:
fine
DTM:
bibliografia
ADT:
tardo periodo Edo
DTSI:
1795
DTSF:
1798
MTC
MTC:
inchiostro e colori su seta con estese coloriture al rovescio
Notizie storico-critiche (NSC)
Una delle composizioni che circondando la figura della geisha dice: "Sul punto di parlare ella tace, sebbene sia piena di risentimenti. Di gran lunga la più bella su questa terra, siede a rinfrescarsi il trucco. Garza di seta e broccato ricamato sono squisitamente colti nel dipinto. E io sono preso dalla voglia di pungerle il cuore con una spina" (firmato Gansen). L'ultimo verso si riferisce al pittore cinese Gu Kaizhi (344-406). Avendo corteggiato senza successo una certa signora ed essendo molto amareggiato per esserne stato respinto, Gu dipinse il ritratto della donna e conficcò una spina nel petto dell'immagine, allo scopo di trasmettere i suoi sentimenti all'amata: tolse la spina soltanto dopo che ella ebbe accetato il suo amore. Le cinque eulogie lasciano pensare che la donna fosse una geisha molto ammirata per la sua bellezza e le sue arti, circostanza che sembra confermata dallo stile della veste e degli ornamenti dell'acconciatura. Il restauro integrale ha rivelato che all'intera figura sono state applicate sul retro del supporto (urazaishiki) stesure di colore azzurro-polvere, bianco, nero, rosso e verde oliva, circostanza che spiega la particolare intensità dei colori. L'artista ha firmato con lo pseudonimo Sashōdō apponendolo in forma speculare: questo ci induce a ipotizzare che l'opera possa essere stata eseguita con la sola mano sinistra, azione che probabilmente gli fu espressamente richiesta dal committente.