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Cortigiana che gioca con un gatto

Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone
Denominazione/dedicazione (OGTN)
Kakemono
OGT
OGTD:
dipinto
Autore (AUT)
AUTR:
pittore
AUTM:
firma
AUTN:
Ōmori, Sōun
AUTA:
attivo metà secolo XVIII
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Dipinto con montatura originaria sandan hyōgu in seta: ichimonji e fūtai in ginran a fondo avorio con disegni di tesori buddhisti; chūberi in ginran a fondo verde con piccoli girali a doppio stelo con peonie; jōge in nishiki a fondo blu scuro con motivo geometrico di triple linee diagonali incrociate formanti maglie a losanga e grandi disegni di medaglioni a "cristalli di neve" a fondo verde malva in doppie file orizzontali, racchiudenti composizioni floreali in vaso e coppie d'uccelli con fiori, ricavato da un obi e risalente al medio periodo Edo; jikushu in avorio. Raffigura una cortigiana seduta in un interno che, dopo una performance di canto e shamisen, si diverte con un gatto, istingandolo al gioco con un fazzoletto colorato appeso al fornello di una pipa. Sullo sfondo si vede una porta scorrevole dipinta con un arenile, pini e onde a embrice. Dietro di essa compare un paravento aperto visto d'infilata, ai piedi del quale spunta il manico dello shamisen posato sul tatami, con il plettro d'avorio inserito sotto le corde. Nel tokonoma a destra è incassato in piccolo armadio ad ante scorrevoli decorato con raffigurazioni di rondini su uno scoglio tra onde montanti. La donna è appoggiata a coltri intiepidite da un totatsu. Indossa un soprabito nero e un abito vermiglio, entrambi riccamente ricamati. La veste è chiusa da un obi verde con cespi di paulonia. L'acconciatura è fermata da due pettini e da un nastro bianco.
Codifica Iconclass (DESI)
33C521
DES
DESS:
Animali: gatto. Personaggi: cortigiana. Oggetti: braciere; coltri; mobile; paravento; porta; shamisen.
Titolo (SGTT)
Neko to tawamureru yūjo zu 猫とたわむれる遊女図
SGT
SGTI:
Cortigiana seduta con gatto
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
P-0230
DTZ
DTZG:
XVIII
Cronologia (DT)
DTZS:
seconda metà
DTM:
bibliografia
ADT:
tardo periodo Edo
DTSI:
1751
DTSF:
1764
MTC
MTC:
seta- pittura
Notizie storico-critiche (NSC)
Nell'antichità il gatto domestico non viveva in Giappone: vi fu introdotto dall'Asia Continentale nel VI secolo insieme alle scritture buddhiste, per difenderle dalle incursioni e dai danni causati dai roditori. Inizialmente presente solo negli ambienti e nei ginecei di corte come animale da compagnia, il gatto era ancora piuttosto raro tra il IX e l'XI secolo, ma nel tardo periodo Heian divenne abbastanza comune e nei secoli successivi si diffuse presso ogni ambiente sociale. Come in Occidente, anche in Giappone il gatto fu particolarmente caro alle donne: ne danno prova sia la letteratura antica sia l'arte ukiyoe, che mostra cortigiane, fanciulle e signore di città intente a giocare con i loro micetti e a vezzeggiarli teneramente. Per la sua grazia e le sue movenze flessuose, il gatto è comunemente considerato in Giappone un traslato animale della donna, con speciale riguardo alla cortigiana e alla geisha.