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Cortigiana seduta che contempla la luna piena

Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone
Denominazione/dedicazione (OGTN)
Kakemono
OGT
OGTD:
dipinto
Autore (AUT)
AUTR:
pittore
AUTM:
firma
AUTN:
Ryūryūkyo, Shinsai
AUTA:
attivo 1799-1823
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Dipinto con montatura originale Yamato hyōgu in seta: ichimonji e fūtai in kinran a fondo blu scuro con girali di crisantemi; chūberi in donsu bicromo a fondo nocciola con disegni color verde-acqua di formelle quadrilobate racchiudenti gru in volo disposte in file orizzontali, sfalsate in diagonale, e tesori del letterato; jōge blu zaffiro; jikushu in porcellana con smalti rossi e verdi sopra coperta. L'opera raffigura una cortigiana seduta che alza gli occhi a guardare la luna piena, velata da leggere nubi stracciate. Il suo kimono di velluto morello, formante un ampio drappeggio arrotondato alla base della figura, è decorato con uno stormo di oche selvatiche, che stanno prendendo il volo sopra un canneto. A mezz'aria, sopra la figura, è calligrafata una composizione poetica.
Codifica Iconclass (DESI)
33C521
DES
DESS:
Elementi naturali: luna. Personaggi: cortigiana.
Titolo (SGTT)
Kangetsu yūjo zu 観月遊女図
SGT
SGTI:
cortigiana seduta
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
P-0221
DTZ
DTZG:
XIX
Cronologia (DT)
DTZS:
inizio
DTM:
bibliografia
ADT:
fine periodo Edo
DTSI:
1811
DTSF:
1811
MTC
MTC:
inchiostro e colori su seta
Notizie storico-critiche (NSC)
Associato alla luna piena, il motivo decorativo dello stormo di oche si riferisce al nono mese, quando gli uccelli migrano verso i lidi meridionali. Si tratta di un tema ripreso anche nella poesia classica per rappresentare il dolore della separazione dalla persona amata e l'accorata speranza nel suo ritorno. A complemento di questo, il poeta Sandara Bōshi (1731-1814) ha calligrafato un componimento in versi che descrive il rammarico degli amanti costretti a separarsi la mattina presto, dopo una notte trascorsa insieme. Nei primi anni del XIX secolo Sandara Hōshi e il circolo kyōka da lui presieduto commissionarono diverse serie di surimono a Hokusai, restando in rapporti privilegiati con il suo allievo Ryūryūkyo Shinsai anche negli anni successivi. Questa pittura rappresenta un'interessante testimonianza del mosaico di relazioni che legavano i circoli di poesia umoristica agli ambienti di pittura ukiyoe di Edo, con particolare riguardo ai disegnatori di surimono appassionati di kyōka, come era Shinsai. Il dipinto illustra la seconda maniera di Shinsai, quando l'artista effigiò figure femminili dalle fattezze allungate e dai volti perfettamente candidi e ovali, con minuti tratti fisionomici.