Dipinto con montatura originale minchō in seta: paramento unico in shikenigu color azzurro spento con sottili bordi bianchi; jikushu in lacca rossa. L'opera raffigura una veduta paraodica di Mimeguri Jinja, un piccolo santuario dedicato alle due divinità della fortuna Daikokuten ed Ebisu. Il luogo è situato a Mukōjima, in passato un'area isolata e solitaria coltivata a riso. Il dipinto ricorda la tecnica europea dell'acquerello e al contempo riecheggia alla lontana lo stile eclettico e transnazionale della contemporanea pittura cinese da esportazione. Costruita con il punto di vista collocato in basso in primo piano, la veduta si sviluppa verticalmente. Vero protagonista del paesaggio è l'insolito oggetto architettonico scorciato a destra, fatto di blocchi di pietra grigia, che potrebbe intendersi come la trasposizione parodica in stile occidentale del grigio torii litico di Mimeguri Jinja. Al di là del portale, il tratto fluviale del Sumidagawa è raffigurato nella forma di uno specchio d'acqua tondeggiante, con un pacifico stormo d'anatre che nuota in lontananza e, a sinistra, un'alta ripa con due alberi e due figurette in stile veneziano. In mezzo a una macchia di canne presso la riva, al centro, si vedono due pescatori intenti a maneggiare un bilanciere. Dietro il "portale" un albero spoglio dal tronco spaccato protende diagonalmente i suoi rami rinsecchiti nell'ampio cielo cosparso di nubi stracciate, nel quale ascende uno stormo di uccelli. All'orizzonte si staglia il profilo grigio del monte Tsukuba.
Codifica Iconclass (DESI)
soggetto non rilevato
DES
DESS:
Animali: uccelli. Elementi architettonici: case; portale litico. Elementi naturali: albero; erba; fiume; monte Tsukuba. Personaggi: pescatori.
Titolo (SGTT)
Seiyō mitate Mimeguri fūkei zu 西洋見立三囲風景図
SGT
SGTI:
veduta
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
P-0194
DTZ
DTZG:
XVIII-XIX
Cronologia (DT)
DTM:
bibliografia
ADT:
tardo/ ultimo periodo Edo
DTSI:
1789
DTSF:
1804
MTC
MTC:
inchiostro e colori su seta
Notizie storico-critiche (NSC)
Mimeguri Jinja è un piccolo santuario dedicato alle due divinità della fortuna Daikokuten (protettore della ricchezza, dei raccolti, del cibo e della cucina) ed Ebisu (protettore del commercio, della pesca e dei trasporti marittimi). Era meta di gite e pellegrinaggi, e durante i periodi Bunka e Bunsei (1804-1830) nella zona comparvero nuove attrazioni come ciliegi in fiore sull'argine, luoghi di svago, ricorrenze di Capodanno e specialità gastronomiche.
Il dipinto, dai colori tenui e delicati, ricorda la tecnica europea dell'acquerello e al contempo rieccheggia alla lontana lo stile eclettico e transnazionale della contemporanea pittura cinese di esportazione.
Con la descrizione di un limitato panorama data sia dal pittore, sia dall'autore della poesia, dà da pensare che forse i due artisti intendevano alludere all'angusta ed estenuata condizione della cultura giapponese, isolata dal resto del mondo, chiusa in se stessa, raffiguarata nell'albero morto con il tronco spaccato. La cultura giapponese (l'albero) viene messa a confronto con la forma monumentale, possente e solida del portale di pietra grigia, simbolo della cultura classica e scientifica dell'Occidente.
Dal 1639 inizia il sakoku, il periodo di chiusura del Giappone, con la cacciata dei Portoghesi e degli Spagnoli dalle terre del Sol Levante. Dal 1641, fino all'arrivo degli Americani nel 1854, gli unici contatti che il Giappone ha avuto con l'Occidente è stato attraverso i rapporti commerciali con i Paesi Bassi: gli Olandesi che arrivavano non potevano entrare in terra giapponese, ogni contatto avveniva su un'isola artificiale, l'isola di Dejima (o Deshima), nella baia di Nagasaki, dal quale iniziarono a filtrare in Giappone le nuove scoperte scientifiche e tecnologiche dell'Occidente. Solo i marinai, pur con le limitazioni imposte dallo shogunato, potevano allontanarsi dalla terra natia, motivo per cui secondo Donatella Failla i due pescatori rappresentati nel dipinto potrebbero essere Kōkan e Nanpo, che con questo stratagemma svelano il loro desiderio di voler viaggiare e scoprire il mondo.
altezza montatura: 167 cm
larghezza montatura: 40,7 cm
Stato di conservazione (STC)
Stato di conservazione (STCC):
buono
Restauri (RST)
RSTD:
1990
RSTS:
manutenzione conservativa
RSTE:
relazione di restauro non pervenuta
RSTN:
relazione di restauro non pervenuta
RSTR:
Mainichi Shinbun
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Dipinto con montatura originale minchō in seta: paramento unico in shikenigu color azzurro spento con sottili bordi bianchi; jikushu in lacca rossa. L'opera raffigura una veduta paraodica di Mimeguri Jinja, un piccolo santuario dedicato alle due divinità della fortuna Daikokuten ed Ebisu. Il luogo è situato a Mukōjima, in passato un'area isolata e solitaria coltivata a riso. Il dipinto ricorda la tecnica europea dell'acquerello e al contempo riecheggia alla lontana lo stile eclettico e transnazionale della contemporanea pittura cinese da esportazione. Costruita con il punto di vista collocato in basso in primo piano, la veduta si sviluppa verticalmente. Vero protagonista del paesaggio è l'insolito oggetto architettonico scorciato a destra, fatto di blocchi di pietra grigia, che potrebbe intendersi come la trasposizione parodica in stile occidentale del grigio torii litico di Mimeguri Jinja. Al di là del portale, il tratto fluviale del Sumidagawa è raffigurato nella forma di uno specchio d'acqua tondeggiante, con un pacifico stormo d'anatre che nuota in lontananza e, a sinistra, un'alta ripa con due alberi e due figurette in stile veneziano. In mezzo a una macchia di canne presso la riva, al centro, si vedono due pescatori intenti a maneggiare un bilanciere. Dietro il "portale" un albero spoglio dal tronco spaccato protende diagonalmente i suoi rami rinsecchiti nell'ampio cielo cosparso di nubi stracciate, nel quale ascende uno stormo di uccelli. All'orizzonte si staglia il profilo grigio del monte Tsukuba.
Codifica Iconclass (DESI)
soggetto non rilevato
DES
DESS:
Animali: uccelli. Elementi architettonici: case; portale litico. Elementi naturali: albero; erba; fiume; monte Tsukuba. Personaggi: pescatori.
Iscrizioni (ISR)
ISRC:
firma
ISRL:
giapponese
ISRS:
a pennello
ISRT:
ideogrammi
ISRP:
nel dipinto, in alto a destra
ISRA:
nel dipinto, in alto a sinistra
ISRI:
Kōkan Shiba Shun sha 江漢司馬峻寫, "Copiato dal vero da Kōkan Shiba Shun"
ISRC:
poetica
ISRL:
giapponese
ISRP:
in alto, sul lato sinistro del dipinto
ISRA:
Ōta, Nanpo
ISRI:
Amerika no / me no ji ni nitaru / kawa no he ni / kita to higashi no / sumi wo mimekuri // Shokusanjin
亜墨利加の めの字に似たる 川のへに 北と東の すミを見めくり 蜀山人
"Al carattere 'me' di America somigliano le sponde del Fiume Sumida: dall'angolo est all'angolo ovest si fa un giro panoramico completo"
ISRC:
firma
ISRL:
giapponese
ISRP:
in alto, sul lato sinistro del dipinto, a sinistra della poesia
ISRA:
Ōta, Nanpo
ISRI:
Shokusanjin 蜀山人
Stemmi, emblemi, marchi (STM)
STMC:
sigillo
STMQ:
dell'autore
STMU:
1
STMP:
nel dipinto, in alto a destra sotto la firma
STMD:
sigillo quadrato con caratteri: Shiba Shun in 司馬峻印
STMU:
1
STMP:
nel dipinto, in alto a desta sotto la firma
STMD:
sigillo quadrato con caratteri: Kungaku 君岳
Notizie storico-critiche (NSC)
Mimeguri Jinja è un piccolo santuario dedicato alle due divinità della fortuna Daikokuten (protettore della ricchezza, dei raccolti, del cibo e della cucina) ed Ebisu (protettore del commercio, della pesca e dei trasporti marittimi). Era meta di gite e pellegrinaggi, e durante i periodi Bunka e Bunsei (1804-1830) nella zona comparvero nuove attrazioni come ciliegi in fiore sull'argine, luoghi di svago, ricorrenze di Capodanno e specialità gastronomiche.
Il dipinto, dai colori tenui e delicati, ricorda la tecnica europea dell'acquerello e al contempo rieccheggia alla lontana lo stile eclettico e transnazionale della contemporanea pittura cinese di esportazione.
Con la descrizione di un limitato panorama data sia dal pittore, sia dall'autore della poesia, dà da pensare che forse i due artisti intendevano alludere all'angusta ed estenuata condizione della cultura giapponese, isolata dal resto del mondo, chiusa in se stessa, raffiguarata nell'albero morto con il tronco spaccato. La cultura giapponese (l'albero) viene messa a confronto con la forma monumentale, possente e solida del portale di pietra grigia, simbolo della cultura classica e scientifica dell'Occidente.
Dal 1639 inizia il sakoku, il periodo di chiusura del Giappone, con la cacciata dei Portoghesi e degli Spagnoli dalle terre del Sol Levante. Dal 1641, fino all'arrivo degli Americani nel 1854, gli unici contatti che il Giappone ha avuto con l'Occidente è stato attraverso i rapporti commerciali con i Paesi Bassi: gli Olandesi che arrivavano non potevano entrare in terra giapponese, ogni contatto avveniva su un'isola artificiale, l'isola di Dejima (o Deshima), nella baia di Nagasaki, dal quale iniziarono a filtrare in Giappone le nuove scoperte scientifiche e tecnologiche dell'Occidente. Solo i marinai, pur con le limitazioni imposte dallo shogunato, potevano allontanarsi dalla terra natia, motivo per cui secondo Donatella Failla i due pescatori rappresentati nel dipinto potrebbero essere Kōkan e Nanpo, che con questo stratagemma svelano il loro desiderio di voler viaggiare e scoprire il mondo.
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
CH01P-194
FTAF:
jpg
Bibliografia (BIB)
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
Failla Donatella
BIBD:
2014
BIBN:
pp. 146-147, 241-242, n. 68
BIBI:
fig. 68
Citazione completa (BIL)
Donatella Failla (a cura di), La Rinascita della Pittura Giapponese. Vent'anni di restauri al Museo Chiossone di Genova, Catalogo della mostra, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2014.
Mostre (MST)
MSTT:
La Rinascita della Pittura Giapponese. Vent'anni di restauri al Museo Chiossone di Genova.