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Veduta di Mimeguri come parodia di un paesaggio occidentale

Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone
Denominazione/dedicazione (OGTN)
kakemono
OGT
OGTD:
dipinto
Autore (AUT)
AUTR:
pittore
AUTM:
firma
AUTN:
Shiba, Kōkan
AUTA:
1747(?)-1818
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Dipinto con montatura originale minchō in seta: paramento unico in shikenigu color azzurro spento con sottili bordi bianchi; jikushu in lacca rossa. L'opera raffigura una veduta paraodica di Mimeguri Jinja, un piccolo santuario dedicato alle due divinità della fortuna Daikokuten ed Ebisu. Il luogo è situato a Mukōjima, in passato un'area isolata e solitaria coltivata a riso. Il dipinto ricorda la tecnica europea dell'acquerello e al contempo riecheggia alla lontana lo stile eclettico e transnazionale della contemporanea pittura cinese da esportazione. Costruita con il punto di vista collocato in basso in primo piano, la veduta si sviluppa verticalmente. Vero protagonista del paesaggio è l'insolito oggetto architettonico scorciato a destra, fatto di blocchi di pietra grigia, che potrebbe intendersi come la trasposizione parodica in stile occidentale del grigio torii litico di Mimeguri Jinja. Al di là del portale, il tratto fluviale del Sumidagawa è raffigurato nella forma di uno specchio d'acqua tondeggiante, con un pacifico stormo d'anatre che nuota in lontananza e, a sinistra, un'alta ripa con due alberi e due figurette in stile veneziano. In mezzo a una macchia di canne presso la riva, al centro, si vedono due pescatori intenti a maneggiare un bilanciere. Dietro il "portale" un albero spoglio dal tronco spaccato protende diagonalmente i suoi rami rinsecchiti nell'ampio cielo cosparso di nubi stracciate, nel quale ascende uno stormo di uccelli. All'orizzonte si staglia il profilo grigio del monte Tsukuba.
Codifica Iconclass (DESI)
soggetto non rilevato
DES
DESS:
Animali: uccelli. Elementi architettonici: case; portale litico. Elementi naturali: albero; erba; fiume; monte Tsukuba. Personaggi: pescatori.
Titolo (SGTT)
Seiyō mitate Mimeguri fūkei zu 西洋見立三囲風景図
SGT
SGTI:
veduta
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
P-0194
DTZ
DTZG:
XVIII-XIX
Cronologia (DT)
DTM:
bibliografia
ADT:
tardo/ ultimo periodo Edo
DTSI:
1789
DTSF:
1804
MTC
MTC:
inchiostro e colori su seta
Notizie storico-critiche (NSC)
Mimeguri Jinja è un piccolo santuario dedicato alle due divinità della fortuna Daikokuten (protettore della ricchezza, dei raccolti, del cibo e della cucina) ed Ebisu (protettore del commercio, della pesca e dei trasporti marittimi). Era meta di gite e pellegrinaggi, e durante i periodi Bunka e Bunsei (1804-1830) nella zona comparvero nuove attrazioni come ciliegi in fiore sull'argine, luoghi di svago, ricorrenze di Capodanno e specialità gastronomiche. Il dipinto, dai colori tenui e delicati, ricorda la tecnica europea dell'acquerello e al contempo rieccheggia alla lontana lo stile eclettico e transnazionale della contemporanea pittura cinese di esportazione. Con la descrizione di un limitato panorama data sia dal pittore, sia dall'autore della poesia, dà da pensare che forse i due artisti intendevano alludere all'angusta ed estenuata condizione della cultura giapponese, isolata dal resto del mondo, chiusa in se stessa, raffiguarata nell'albero morto con il tronco spaccato. La cultura giapponese (l'albero) viene messa a confronto con la forma monumentale, possente e solida del portale di pietra grigia, simbolo della cultura classica e scientifica dell'Occidente. Dal 1639 inizia il sakoku, il periodo di chiusura del Giappone, con la cacciata dei Portoghesi e degli Spagnoli dalle terre del Sol Levante. Dal 1641, fino all'arrivo degli Americani nel 1854, gli unici contatti che il Giappone ha avuto con l'Occidente è stato attraverso i rapporti commerciali con i Paesi Bassi: gli Olandesi che arrivavano non potevano entrare in terra giapponese, ogni contatto avveniva su un'isola artificiale, l'isola di Dejima (o Deshima), nella baia di Nagasaki, dal quale iniziarono a filtrare in Giappone le nuove scoperte scientifiche e tecnologiche dell'Occidente. Solo i marinai, pur con le limitazioni imposte dallo shogunato, potevano allontanarsi dalla terra natia, motivo per cui secondo Donatella Failla i due pescatori rappresentati nel dipinto potrebbero essere Kōkan e Nanpo, che con questo stratagemma svelano il loro desiderio di voler viaggiare e scoprire il mondo.