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Tre belle donne

Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone
Denominazione/dedicazione (OGTN)
Kakemono
OGT
OGTD:
dipinto
Autore (AUT)
AUTR:
pittore
AUTM:
firma
AUTN:
Katsushika, Hokusai
AUTA:
1760-1849
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Dipinto con montatura nuova Yamato hyōgu in seta: Ichimonji e fūtai in kinran a fondo avorio con minuto motivo geometrico e fiori di susino sparsi; chūberi in tessuto operato a righe verticali multicolori decorate; jōge color avorio; jikushu in legno e lacca bruno-rossiccia. I tre terzi inferiori del campo figurato sono occupati da tre figure femminili, sovrastate da tre composizioni poetiche in cinese. La disposizione dei personaggi, inscrivibile in un triangolo scaleno, sembra alludere ai tre elementi principali di una composizione floreale seika. La cortigiana in primo piano, pettinata con un alto chignon doppio yoko-hyōgo, siede appoggiandosi al braccio sinistro teso, con le ginocchia flesse e il busto sospinto all'indietro, morbidamente avvolta in vesti lussuose: il soprabito di seta nera, un poco scivolato sulle spalle, è decorato con un fitto disegno a piume di pavone e si raccoglie alla base della figura formando una ricca falda ondata e tondeggiante. Dietro di lei siede una donna di città maritata, riconoscibile dall'acconciatura in stile marumage, in abito grigio chiaro con un rameggio di trifoglio selvatico. La terza figura femminile, appartenente alla classe mercantile, è in piedi, indossa un kimono grigio scuro adorno di convolvoli azzurri ed è pettinata nello stile shimadamage.
Codifica Iconclass (DESI)
soggetto non rilevato
DES
DESS:
Personaggi: cortigiana; donna sposata; donna della classe mercantile.
Titolo (SGTT)
San bijin zu 三美人図
SGT
SGTI:
figure femminili
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
P-0013
DTZ
DTZG:
XVIII
Cronologia (DT)
DTZS:
fine
DTM:
bibliografia
ADT:
tardo periodo Edo
DTSI:
1798
DTSF:
1799
MTC
MTC:
inchiostro e colori su seta con estese coloriture al rovescio
Notizie storico-critiche (NSC)
La datazione del dipinto è stata data da John T. Carpenter basandosi sulla firma "Sōri aratame Hokusai ga" associato al sigillo Sankei, che ricorre solo due volte tra l'autunno 1798 e la primavera 1800. Le tre poesie in lingua cinese del dipinto sono composte e vergate da Tenryū Ōkin, un letterato buddhista estraneo agli ambienti aristocratici della capitale shogunale. Meglio noto con il suo nome religioso, Tenryū Dōjin (1718-1810). Sempre Carpenter analizza le incongruenze di contenuto dei testi poetici rispetto alla raffigurazione pittorica e osserva che il tema iconografico non corrisponde al contenuto della seconda poesia, che parla delle Tre Capitali, implicando il riferimento alle belle donne di Edo Kyōto e Ōsaka.

Persona