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Le pescatrici subacquee di Ise raccolgono l'abalone e preparano il noshi

Oggetto (OGT)
Identificazione (OGTV):
stampa composita
Tipologia (OGTT)
stampa di invenzione
Autore (AUT)
AUTM:
firma
AUTN:
Utagawa, Kunisada
AUTA:
1786-1864
Codifica iconclass (DESI)
soggetto non rilevato
Indicazioni sul soggetto (DESS)
Animali: abalone. Elementi naturali: albero; mare. Personaggi: bambino; ricchi signori; pescatrici.
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Stampa composita in tre fogli raffigurante la raccolta di molluschi da parte delle pescatrici di Ise. A destra alcune donne hanno appena tirato in rada una piccola imbarcazione, e una di loro sta scaricando una rete col pescato. A sinistra altre donne sedute su un tappeto sono impegnate nella lavorazione dell'abalone, sotto la supervisione di un personaggio riccamente vestito e di una nobildonna. Il mollusco viene tagliato in strisce che verranno poi messe ad asciugare al sole, operazione di cui si sta occupando la figura in secondo piano sulla sinistra.
Identificazione (SGTI)
Pescatrici
Titolo (SGTT)
Le pescatrici subacquee di Ise raccolgono l'abalone e preparano il noshi
Soggetto (SGT)
Titolo proprio (SGTP):
Ise no ama noshi wo seisu no zu
Tipo titolo (SGTL):
dalla stampa
Inventario di museo o di soprintendenza (INV)
INVN:
S-1643
DTZ
DTZG:
XIX
Editori stampatori (EDT)
EDTN:
Kagaya Kichiemon
EDTD:
attivo ca. 1815-1850
EDTL:
Edo
Cronologia (DT)
DTZS:
metà
DTM:
bibliografia
ADT:
fine periodo Edo
DTSI:
1860
DTSF:
1860
MTC
MTC:
carta giapponese
Notizie storico-critiche
L’abalone (awabi 鮑), tagliato in lunghe strisce essiccate chiamate noshi 熨斗, fin dall’antichità era offerto alle divinità, all'imperatore e ai santuari ed era considerato un cibo curativo. Costituiva un cibo nutriente e facile da trasportare, quindi veniva regalato a chi intraprendeva un viaggio. Col tempo questo gesto divenne puramente augurale: nel periodo Edo si diffuse l’usanza di regalare strisce di abalone secco come simbolo di abbondanza e prosperità, fasciate in carta rossa e verde. La raccolta dell’abalone e di altri prodotti marini era eseguita da pescatrici subacquee esperte nell’immersione in apnea chiamate ama 海人. La parola ama significa letteralmente “donna del mare” e secondo la tradizione giapponese questa figura esiste da circa duemila anni. Le prime documentazioni, infatti, risalgono al periodo Heian (794-1185), mentre al giorno d’oggi sono più conosciute per la pesca delle perle. Al centro della stampa si erge una figura maschile, indentificata con il principe Genji, protagonista del "Genji monogatari". Kunisada lo inserì su espressa richiesta dell’editore Kagaya Kichiemon, dandogli una particolare capigliatura chiamata chonmage o ebi-chasen, riferita alla parodia letteraria “Una falsa Murasaki e un Genji rustico” (Nise murasaki inaka Genji). La presenza di Genji nella stampa fa riferimento in cui il principe, direttosi a Ise dopo essere stato esiliato dalla capitale, giunge alla spiaggia di Suma e resta attratto dalla bellezza delle ama.