La stampa, notevolmente sviluppata in verticale, ritrae sette figure in varie pose di danza perfettamente distinte, espressive e individuate. La figura sommitale regge in mano un ombrello. Nella parte superiore della stampa compaiono numerose scritte.
Identificazione (SGTI)
Danza
Titolo (SGTT)
Bon-odori, la danza per i defunti
Soggetto (SGT)
Tipo titolo (SGTL):
da Failla 2005, p. 237
Inventario di museo o di soprintendenza (INV)
INVN:
S-595
DTZ
DTZG:
XIX
Cronologia (DT)
DTZS:
inizio
DTM:
bibliografia
ADT:
fine periodo Edo
ADT_BLOCK:
1805, settimo mese
DTSI:
1805
DTSF:
1805
MTC
MTC:
Nishiki-e
MTC:
carta giapponese
Notizie storico-critiche
Obon (お盆) o anche Bon (盆) è una tradizionale festività buddhista giapponese, dalla durata di tre/quattro giorni, che celebra il momentaneo ritorno degli spiriti degli antenati sulla terra, assimilabile, in parte, al nostro 2 novembre, il "giorno dei morti "che segue il giorno di Ognissanti. La celebrazione dell’Obon cade d’estate, solitamente intorno al 15 di agosto, ma non vi è una data precisa per tutto il territorio giapponese, anzi varia da prefettura in prefettura; questa discrepanza avvenne quando il tradizionale calendario lunare venne sostituito dal calendario gregoriano all'inizio dell'era Meiji.
Durante l’ Obon, le famiglie si preparano ad accogliere i propri antenati che ritorneranno momentaneamente nelle proprie case, a salutarli con affetto, per poi accompagnarli di nuovo verso il regno dell'aldilà. Questi giorni sono pervasi da rituali, danze, divertimenti festosi e deliziosi banchetti in famiglia.
Il nome Obon, ufficialmente noto come Urabon-e o semplicemente Urabon, è avvolto in un velo di mistero e simbolismo. Questo enigmatico termine ha le sue radici nella lingua sanscrita e porta con sé l'eco di sofferenza e penitenza, poiché indica l’essere appesi a testa in giù.
La tradizione Obon deriva da una antica leggenda, narrata in un sutra buddista,il cui protagonista è Mokuren, un devoto discepolo di Shakyamuni (Buddha). Guidato da poteri sovrannaturali, Mokuren apprende con angoscia che sua madre, già defunta, è sospesa a testa in giù nell'abisso infernale. Shakyamuni gli disse di commemorare con sincero impegno numerosi sommi sacerdoti il 15° giorno del settimo mese del calendario lunare (approssimativamente metà agosto nel nostro calendario). Mokuren segue il consiglio divino e, miracolosamente, sua madre viene riscattata dalla sofferenza e ricondotta alla pace. Questa antica leggenda, intessuta di spiritualità, ha attraversato i secoli fino a giungere in Giappone, dando vita alla vibrante tradizione dell’Obon.
Al giorno d'oggi l'Obon inizia il 13-14 agosto, con il suggestivo rituale del "mukaebi"(迎え火,) o "il fuoco del ritorno in cui gli spiriti dei defunti sono ricondotti verso casa dalle luci delle candele (o delle lanterne) e l'altare degli antenati, all'interno delle case, si carica di fiori e incensi. Il 15 agosto è il giorno centrale della celebrazione, le famiglie si recano nei cimiteri per onorare i loro cari defunti visitandone le tombe e facendo offerte alimentari. La giornata culmina in festa, con tutti i membri della famiglia che partecipano alle celebrazioni di paese, tra cui il famoso Bon Odori (盆踊り) la danza di Obon.
Il 16 agosto, prima di lasciar tornare gli antenati nell'aldilà, viene compiuto un ultimo rituale: l'Okuribi (送り火) o “il fuoco del saluto”, in cui gli spiriti vengono salutati e ricondotti nell’aldilà. Una tradizione insolita ma affascinante, prevede che piccole "cavalcature" simboliche vengano preparate per gli antenati: melanzane e cetrioli vengono infilzati con stecchini, creando curiosi animali dotati di zampe, così da essere messi a disposizione come veicoli per il viaggio verso l'aldilà. La melanzana nella sua rotondità rappresenta la tranquilla ma costante marcia di una mucca, mentre il cetriolo slanciato evoca il dinamico galoppo di un cavallo. Ogni spirito può scegliere la propria cavalcatura in base all’andatura che preferisce.
Inoltre, la notte del 16 agosto, a Kyoto, un evento spettacolare domina l'orizzonte: il "Kyoto Gozan no Okuribi" (京都五山送り火) o "Daimonji" (大文字) in cui cinque giganteschi falò vengono accesi sulla montagna creando maestosi “kanji di fuoco” al fine di salutare definitivamente gli spiriti che lasciano il mondo terreno.Le fiamme di questi imponenti falò danzano con la notte, visibili da ogni angolo della città. In alcune regioni è comune il rituale del "Tōrō Nagashi", il far galleggiare lanterne di carta sui fiumi (o in mare) in onore dei defunti, indicandogli il tragitto da percorrere per fare ritorno verso l’aldilà che, anticamente, veniva ritenuto essere collocato proprio alla fine delle acquee.
I festeggiamenti includono danze, bancarelle e fuochi d’artificio che risplendono nel cielo notturno, prima che il giorno seguente i defunti intraprendano nuovamente il loro viaggio nell'aldilà. Oltre i fuochi di artificio, l'attrazione principale, è la danza Bon Odori. L'essenza del Bon Odori risiede nell'accogliere e rallegrare gli spiriti dei defunti che ritornano durante l'Obon. Attraverso la danza, le persone sin dall’antichità onoravano i morti e idealmente allontanavano le sventure dai vivi, proprio come nell’opera che vi presentiamo oggi. L'origine di questa danza si colloca nel Periodo Muromachi (1336-1573) quando le danze tradizionali si fusero con ritmiche litanie delle danze nenbutsu operate dai monaci.
La stampa, notevolmente sviluppata in verticale, ritrae sette figure in varie pose di danza perfettamente distinte, espressive e individuate. La figura sommitale regge in mano un ombrello. Nella parte superiore della stampa compaiono numerose scritte.
Iscrizioni (ISR)
ISRS:
xilografica
ISRT:
ideogrammi
ISRI:
Iscrizione di dodici poemi kyoka firmati.
Realizzato sotto la guida di Asakusaan Ichijin
ISRC:
firma
ISRL:
giapponese
ISRP:
in basso a destra
ISRI:
Gakyōrōjin Hokusai ga
Stemmi, emblemi, marchi (STM)
STMC:
marchio
STMU:
1
STMP:
in basso a destra
STMD:
Shinanoya
Notizie storico-critiche
Obon (お盆) o anche Bon (盆) è una tradizionale festività buddhista giapponese, dalla durata di tre/quattro giorni, che celebra il momentaneo ritorno degli spiriti degli antenati sulla terra, assimilabile, in parte, al nostro 2 novembre, il "giorno dei morti "che segue il giorno di Ognissanti. La celebrazione dell’Obon cade d’estate, solitamente intorno al 15 di agosto, ma non vi è una data precisa per tutto il territorio giapponese, anzi varia da prefettura in prefettura; questa discrepanza avvenne quando il tradizionale calendario lunare venne sostituito dal calendario gregoriano all'inizio dell'era Meiji.
Durante l’ Obon, le famiglie si preparano ad accogliere i propri antenati che ritorneranno momentaneamente nelle proprie case, a salutarli con affetto, per poi accompagnarli di nuovo verso il regno dell'aldilà. Questi giorni sono pervasi da rituali, danze, divertimenti festosi e deliziosi banchetti in famiglia.
Il nome Obon, ufficialmente noto come Urabon-e o semplicemente Urabon, è avvolto in un velo di mistero e simbolismo. Questo enigmatico termine ha le sue radici nella lingua sanscrita e porta con sé l'eco di sofferenza e penitenza, poiché indica l’essere appesi a testa in giù.
La tradizione Obon deriva da una antica leggenda, narrata in un sutra buddista,il cui protagonista è Mokuren, un devoto discepolo di Shakyamuni (Buddha). Guidato da poteri sovrannaturali, Mokuren apprende con angoscia che sua madre, già defunta, è sospesa a testa in giù nell'abisso infernale. Shakyamuni gli disse di commemorare con sincero impegno numerosi sommi sacerdoti il 15° giorno del settimo mese del calendario lunare (approssimativamente metà agosto nel nostro calendario). Mokuren segue il consiglio divino e, miracolosamente, sua madre viene riscattata dalla sofferenza e ricondotta alla pace. Questa antica leggenda, intessuta di spiritualità, ha attraversato i secoli fino a giungere in Giappone, dando vita alla vibrante tradizione dell’Obon.
Al giorno d'oggi l'Obon inizia il 13-14 agosto, con il suggestivo rituale del "mukaebi"(迎え火,) o "il fuoco del ritorno in cui gli spiriti dei defunti sono ricondotti verso casa dalle luci delle candele (o delle lanterne) e l'altare degli antenati, all'interno delle case, si carica di fiori e incensi. Il 15 agosto è il giorno centrale della celebrazione, le famiglie si recano nei cimiteri per onorare i loro cari defunti visitandone le tombe e facendo offerte alimentari. La giornata culmina in festa, con tutti i membri della famiglia che partecipano alle celebrazioni di paese, tra cui il famoso Bon Odori (盆踊り) la danza di Obon.
Il 16 agosto, prima di lasciar tornare gli antenati nell'aldilà, viene compiuto un ultimo rituale: l'Okuribi (送り火) o “il fuoco del saluto”, in cui gli spiriti vengono salutati e ricondotti nell’aldilà. Una tradizione insolita ma affascinante, prevede che piccole "cavalcature" simboliche vengano preparate per gli antenati: melanzane e cetrioli vengono infilzati con stecchini, creando curiosi animali dotati di zampe, così da essere messi a disposizione come veicoli per il viaggio verso l'aldilà. La melanzana nella sua rotondità rappresenta la tranquilla ma costante marcia di una mucca, mentre il cetriolo slanciato evoca il dinamico galoppo di un cavallo. Ogni spirito può scegliere la propria cavalcatura in base all’andatura che preferisce.
Inoltre, la notte del 16 agosto, a Kyoto, un evento spettacolare domina l'orizzonte: il "Kyoto Gozan no Okuribi" (京都五山送り火) o "Daimonji" (大文字) in cui cinque giganteschi falò vengono accesi sulla montagna creando maestosi “kanji di fuoco” al fine di salutare definitivamente gli spiriti che lasciano il mondo terreno.Le fiamme di questi imponenti falò danzano con la notte, visibili da ogni angolo della città. In alcune regioni è comune il rituale del "Tōrō Nagashi", il far galleggiare lanterne di carta sui fiumi (o in mare) in onore dei defunti, indicandogli il tragitto da percorrere per fare ritorno verso l’aldilà che, anticamente, veniva ritenuto essere collocato proprio alla fine delle acquee.
I festeggiamenti includono danze, bancarelle e fuochi d’artificio che risplendono nel cielo notturno, prima che il giorno seguente i defunti intraprendano nuovamente il loro viaggio nell'aldilà. Oltre i fuochi di artificio, l'attrazione principale, è la danza Bon Odori. L'essenza del Bon Odori risiede nell'accogliere e rallegrare gli spiriti dei defunti che ritornano durante l'Obon. Attraverso la danza, le persone sin dall’antichità onoravano i morti e idealmente allontanavano le sventure dai vivi, proprio come nell’opera che vi presentiamo oggi. L'origine di questa danza si colloca nel Periodo Muromachi (1336-1573) quando le danze tradizionali si fusero con ritmiche litanie delle danze nenbutsu operate dai monaci.
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAN:
CH01S-595
Bibliografia (BIB)
BIBX:
bibliografia specifica
BIBA:
Failla Donatella
BIBD:
2005
BIBN:
pp. 165, 237, n. 115
BIBI:
fig. 115
Citazione completa (BIL)
Donatella Failla (a cura di), Dipinti e stampe del Mondo Fluttuante. Capolavori Ukiyoe del Museo Chiossone di Genova, Catalogo della mostra, Milano, Skira, 2005.
Mostre (MST)
MSTT:
Dipinti e stampe del Mondo Fluttuante. Capolavori Ukiyoe del Museo Chiossone di Genova