Il “Gilda Danovaro” era stato, secondo il Gropallo, il quinto dei velieri realizzati per conto dell’armatore genovese: costruita nel 1861 a Prà da Domenico Tixi, aveva una stazza di 377 T.s.l. Su questo bastimento, Gio Bono Ferrari testimonia l’esistenza di una sorta di leggenda: dedicata alla figlia la nave, Danovaro volle che fosse dotata di una polena bellissima, che fece molto impressione ai suoi marinai, tanto che la nave venne soprannominata la “bamboccia dei Danovaro”.
Era ancora in servizio nel 1875, quando Casa Danovaro veniva considerata uno dei principali armamenti privati in Europa.
Oltre all’Andrea e al Gilda, le collezioni marittime genovesi conservano altre opere dei velieri di casa Danovaro: il brigantino Maria Danovaro (N.I.M.N. 207), e i brigantini a palo Bartolomeo Danovaro (N.I.M.N. 1822), Rodolfo Danovaro (N.I.M.N. 1824) e Filomena Danovaro (N.I.M.N. 1825).
Il “Gilda Danovaro” era stato, secondo il Gropallo, il quinto dei velieri realizzati per conto dell’armatore genovese: costruita nel 1861 a Prà da Domenico Tixi, aveva una stazza di 377 T.s.l. Su questo bastimento, Gio Bono Ferrari testimonia l’esistenza di una sorta di leggenda: dedicata alla figlia la nave, Danovaro volle che fosse dotata di una polena bellissima, che fece molto impressione ai suoi marinai, tanto che la nave venne soprannominata la “bamboccia dei Danovaro”.
Era ancora in servizio nel 1875, quando Casa Danovaro veniva considerata uno dei principali armamenti privati in Europa.
Oltre all’Andrea e al Gilda, le collezioni marittime genovesi conservano altre opere dei velieri di casa Danovaro: il brigantino Maria Danovaro (N.I.M.N. 207), e i brigantini a palo Bartolomeo Danovaro (N.I.M.N. 1822), Rodolfo Danovaro (N.I.M.N. 1824) e Filomena Danovaro (N.I.M.N. 1825).