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Brigantino a palo «Andrea Danovaro» in navigazione

Galata Museo del Mare
OGT
OGTD:
dipinto
Autore (AUT)
AUTN:
Arpe, Angelo
AUTA:
notizie sec. XIX, seconda metà
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
208
Cronologia (DT)
DTSI:
1868
DTSF:
1868
MTC
MTC:
carta-acquarello
Notizie storico-critiche (NSC)
Nave senza dubbio eccezionale, specie in una rotta che stava decadendo, come quella per il Mar Nero.

Costruito da G. Casanova a Sestri Ponente, tra il 1867 e il 1868, il brigantino a palo misura in coperta (e quindi eccettuato il bompresso) quasi 53 metri, mentre la larghezza, tra i bordi interni della sezione centrale è di quasi 11 metri e il puntale non arriva ai 7 metri. La stazza di 816,90 tonnellate lo iscrive di diritto tra le più grandi unità della flotta italiana.

Portando il nome dell’armatore, che celebrava se stesso in una polena monocroma bianca – tipicamente rivestita di biacca per meglio conservarsi, secondo l’uso italiano – raffigurante un giovane in calzoni e paltò, la nave era considerata l’ammiraglia di casa Danovaro.

Ma anche il Danovaro è costretto a prendere atto della crisi incombente sul traffico granario ucraino; alla fine decide di spostare il bark alle rotte del pacifico e da questo, destinarlo nel suo ultimo periodo di attività (anni ‘80-’85) al traffico del riso della Birmania.