Con le sue 447 tonnellate di registro, il “Venti Settembre” è un bastimento di medie dimensioni e che riprende le forme e le attrezzature collaudate dei brigantini a palo. Viene costruito a Lavagna, presso uno dei maestri d’ascia più quotati della zona, Gabriele Brignole e viene realizzato per un armatore che ne sarà anche comandante, Gio. Batta Ansaldo.
Appare tipico di questo periodo che comandanti che avevano costruito la loro fortuna navigando per famiglie e casati armatoriali genovesi e rivieraschi, riescano a completare il loro sogno in questo periodo, costruendosi la loro nave. Forse li aiuta una generale diminuizione di prezzi – la crisi dei noli causa, automaticamente, la crisi delle costruzioni navali in legno e a vela – certamente il loro sogno sarà difficile da realizzare. Per chi tenta si aprono anni di sacrifici, di viaggi fatti risparmiando su tutto: sui numeri e sugli stipendi dell’equipaggio, sul vitto e le provviste, sulle attrezzature, le vele e il sartiame. Si creeranno situazioni di tensioni, aumenteranno i disertori, marinai che giunti in un porto straniero a causa delle cattive condizioni di vita, abbandonano la loro nave e divengono “emigranti” per forza. Il capitano Ansaldo conobbe tutto questo, fino al 1880, quando la sua nave oceanica dal nome patriottico dovette essere venduta.
Con le sue 447 tonnellate di registro, il “Venti Settembre” è un bastimento di medie dimensioni e che riprende le forme e le attrezzature collaudate dei brigantini a palo. Viene costruito a Lavagna, presso uno dei maestri d’ascia più quotati della zona, Gabriele Brignole e viene realizzato per un armatore che ne sarà anche comandante, Gio. Batta Ansaldo.
Appare tipico di questo periodo che comandanti che avevano costruito la loro fortuna navigando per famiglie e casati armatoriali genovesi e rivieraschi, riescano a completare il loro sogno in questo periodo, costruendosi la loro nave. Forse li aiuta una generale diminuizione di prezzi – la crisi dei noli causa, automaticamente, la crisi delle costruzioni navali in legno e a vela – certamente il loro sogno sarà difficile da realizzare. Per chi tenta si aprono anni di sacrifici, di viaggi fatti risparmiando su tutto: sui numeri e sugli stipendi dell’equipaggio, sul vitto e le provviste, sulle attrezzature, le vele e il sartiame. Si creeranno situazioni di tensioni, aumenteranno i disertori, marinai che giunti in un porto straniero a causa delle cattive condizioni di vita, abbandonano la loro nave e divengono “emigranti” per forza. Il capitano Ansaldo conobbe tutto questo, fino al 1880, quando la sua nave oceanica dal nome patriottico dovette essere venduta.