Membro del gruppo artistico costituitosi intorno a “La Casa”, rivista di “estetica, decoro e governo dell’abitazione moderna” fondata nel 1908 da Edoardo De Fonseca, Duilio Cambellotti condivise con gli altri esponenti del movimento, tra cui Vittorio Grassi e Umberto Bottazzi, l’ispirazione ai modelli estetici delle Arts & Crafts: specialmente nella rivalutazione di tradizionali tecniche artigianali - come l’abolizione dell’uso dei chiodi e il montaggio per incastri - che permettevano di ottenere, attraverso un semplificato processo costruttivo, un rigoroso e lineare decoro.
La comune ispirazione medievalista di matrice ruskiniana professata da questa compagine artistica confluì in una propensione collettiva al filologico recupero di tradizioni locali mantenute in vita dall’artigianato minore e a un’integrazione tra arte e architettura, declinata attraverso inserti decorativi in ceramica e vetri policromi.
L’attrazione di Cambellotti per le suggestioni di un immaginario medievale – già evidente nella tavola Medioevo, pubblicata nel 1905 sulla rivista “Novissima” e raffigurante un aspro paesaggio collinare punteggiato da vetusti manieri turriti, o nella sagoma di un elmo medievale con cui accompagnò la sua firma sino 1910 – si intensificò in particolare attraverso la mediazione letteraria di Dante, come testimoniato dalla sua vittoriosa partecipazione al concorso bandito da Vittorio Alinari per le illustrazioni de La Divina Commedia.
Se tali suggestioni improntarono anche i preziosi intarsi dei mobili del Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, caratterizzati da raffigurazioni di borghi attraversati da corsi d’acqua che richiamavano i codici miniati del medioevo, questa sua ispirazione trovò la più compiuta ispirazione nelle vetrate, alla cui realizzazione cominciò a dedicarsi insieme a Grassi e Bottazzi grazie alla collaborazione con il maestro vetraio Cesare Picchiarini. Il loro esordio espositivo in tale ambito avvenne nel 1912, in occasione della Mostra della vetrata allestita a Roma nel Palazzo dei Filippini. Cambellotti espose tre vetrate – "Stemma trecentesco", "I corvi" e "Visione eroica" – che, attraverso il filtro dell’estetica contemporanea, mostravano un forte legame con l’energia espressiva di un’epoca remota. La tecnica vetraria rappresentò per Cambellotti una coerente sintesi tra quell’etica culturale, che aveva ispirato la costruzione delle cattedrali gotiche e le componenti estetiche e sociali desunte dai principi teorici dei pionieri del movimento moderno.
Wolfsoniana - Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura
Specifiche (LDCS):
Piano 1;sala 4
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
GX1993.113.2
Stima (STI)
STIS:
€ 30.000
DTZ
DTZG:
XX
Cronologia (DT)
DTZS:
primo quarto
DTM:
documentazione
DTSI:
1912
DTSV:
ca
DTSF:
1912
DTSL:
ca
Autore (AUT)
AUTR:
ideatore
AUTN:
Cambellotti, Duilio
AUTA:
Roma, 1876 – Roma, 1960
AUTR:
esecutore
AUTM:
documentazione
AUTN:
Picchiarini, Cesare
AUTA:
Roma, 1871 – Roma, 1943
MTC
MTC:
vetro piombato
Misure (MIS)
MISU:
cm
MISA:
120
MISL:
120
MISP:
4
Stato di conservazione (STC)
Stato di conservazione (STCC):
buono
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Stemma trecentesco in vetro piombato multicolore.
DES
DESS:
stemma
Notizie storico-critiche (NSC)
Membro del gruppo artistico costituitosi intorno a “La Casa”, rivista di “estetica, decoro e governo dell’abitazione moderna” fondata nel 1908 da Edoardo De Fonseca, Duilio Cambellotti condivise con gli altri esponenti del movimento, tra cui Vittorio Grassi e Umberto Bottazzi, l’ispirazione ai modelli estetici delle Arts & Crafts: specialmente nella rivalutazione di tradizionali tecniche artigianali - come l’abolizione dell’uso dei chiodi e il montaggio per incastri - che permettevano di ottenere, attraverso un semplificato processo costruttivo, un rigoroso e lineare decoro.
La comune ispirazione medievalista di matrice ruskiniana professata da questa compagine artistica confluì in una propensione collettiva al filologico recupero di tradizioni locali mantenute in vita dall’artigianato minore e a un’integrazione tra arte e architettura, declinata attraverso inserti decorativi in ceramica e vetri policromi.
L’attrazione di Cambellotti per le suggestioni di un immaginario medievale – già evidente nella tavola Medioevo, pubblicata nel 1905 sulla rivista “Novissima” e raffigurante un aspro paesaggio collinare punteggiato da vetusti manieri turriti, o nella sagoma di un elmo medievale con cui accompagnò la sua firma sino 1910 – si intensificò in particolare attraverso la mediazione letteraria di Dante, come testimoniato dalla sua vittoriosa partecipazione al concorso bandito da Vittorio Alinari per le illustrazioni de La Divina Commedia.
Se tali suggestioni improntarono anche i preziosi intarsi dei mobili del Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, caratterizzati da raffigurazioni di borghi attraversati da corsi d’acqua che richiamavano i codici miniati del medioevo, questa sua ispirazione trovò la più compiuta ispirazione nelle vetrate, alla cui realizzazione cominciò a dedicarsi insieme a Grassi e Bottazzi grazie alla collaborazione con il maestro vetraio Cesare Picchiarini. Il loro esordio espositivo in tale ambito avvenne nel 1912, in occasione della Mostra della vetrata allestita a Roma nel Palazzo dei Filippini. Cambellotti espose tre vetrate – "Stemma trecentesco", "I corvi" e "Visione eroica" – che, attraverso il filtro dell’estetica contemporanea, mostravano un forte legame con l’energia espressiva di un’epoca remota. La tecnica vetraria rappresentò per Cambellotti una coerente sintesi tra quell’etica culturale, che aveva ispirato la costruzione delle cattedrali gotiche e le componenti estetiche e sociali desunte dai principi teorici dei pionieri del movimento moderno.
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
donazione
Nome (ACQN):
Mitchell Wolfson Jr.
Data acquisizione (ACQD):
2014
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
detenzione persona giuridica senza scopo di lucro
Indicazione specifica (CDGS):
Fondazione Palazzo Ducale
Indirizzo (CDGI)
Indirizzo (CDGI):
Piazza Matteotti, 9 Genova
Documentazione fotografica (FTA)
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAC:
GX1993.113.2
FTAN:
GX1993.113.2_1
FTAF:
jpg
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAC:
GX1993.113.2
FTAN:
GX1993.113.2
FTAF:
jpg
FTAX:
documentazione allegata
FTAP:
fotografia digitale
FTAC:
GX1993.113.2
FTAN:
GX1993.113.2(1)
FTAF:
jpg
Citazione completa (BIL)
Picchiarini, C.,1936, Tra vetri e diamanti. Appunti di vita di mestiere e d’arte, Amatrice Scuola Tipografica Orfanotrofio Maschile
Citazione completa (BIL)
Citazione completa (BIL):
Fochessati M., 2015, Duilio Cambellotti. Dal Medioevo al futurismo (e ritorno), in Duilio Cambellotti. Le grazie e le virtù dell’acqua, a cura di Angiuli E., Silvana Editoriale, pp. 49-57.