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Brigantino a palo sardo «Equatore» in vista della Lanterna

Galata Museo del Mare
OGT
OGTD:
dipinto
Autore (AUT)
AUTN:
Gavarrone, Domenico
Titolo (SGTT)
Ship "Equatore", cap. Giacomo Devoto
Altri titoli (SGTT)
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
864
Cronologia (DT)
DTSI:
1849
DTSF:
1849
MTC
MTC:
carta-acquarello
Notizie storico-critiche (NSC)
“Ship”, spesso storpiato nel dialettale scippe, è una tipologia nuova per i Liguri e i suoi esordi avvengono attorno alla metà dell’Ottocento. La sua definizione in italiano sarà brigantino a palo e alluderà alla novità più consistente rispetto al brigantino tradizionale: l’inserimento a poppa dell’albero di maestra di un terzo albero dotato solo di vele auriche. Per i marinai questo non è propriamente un albero: non è munito di pennoni e ha due sole vele, la randa e la controranda, e per questo lo definiscono il palo. In questa disposizione, l’albero di maestra, su cui gravava gran parte dell’attrezzatura velica, torna ad essere un albero attrezzato solo con vele quadre. L’utilizzo dei brigantini a palo coincide con un particolare periodo dello sviluppo della marineria ligure. Il passaggio alle rotte oceaniche comporta navi più grandi e portate maggiori, senza un consistente aumento dell’equipaggio. Il brigantino a palo rappresenta un punto d’equilibrio tra economicità e portata, tra costi e possibili ricavi: bastano due, tre marinai in più ed è possibile condurre la nave in tutte le condizioni. Questo spiega l’accoglienza via via sempre più entusiasta che gli armatori liguri faranno a questa tipologia che, nel corso della seconda metà dell’Ottocento, si imporrà come la principale in Italia.

Persona