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Il ponte di S.Zita e la foce del Bisagno con il Lazzaretto

Galata Museo del Mare
OGT
OGTD:
dipinto
Autore (AUT)
AUTS:
attribuito
AUTR:
autore
AUTN:
Castello, Tomaso
AUTA:
1792/1845
AUTH:
00000514
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
3481
DTZ
DTZG:
sec. XIX
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
MTC
MTC:
olio su tela
Notizie storico-critiche (NSC)
Attribuita a uno degli ultimi esponenti della famiglia dei Castello, l’opera riveste un certo interesse per l’originale punto di vista: situato sulle alture a ridosso dell'attuale Stazione Brignole, permette di vedere un paesaggio - quello della Foce del torrente Bisagno - ormai irriconoscibile.

In primo piano appare l'antico Ponte di Santa Zita (o Ponte Pila), il primo dei ponti che risalendo dalla Foce si incontrava e punto di passaggio obbligato tra la città e la collina di Albaro, ove avevano sede molte delle ville dell'aristocrazia genovese.

Delimitato dalla collina di Carignano con le Mura delle Cappuccine a destra, dalla collina di Albaro a sinistra, l'alveo del torrente Bisagno appare in una condizione che è decisamente agricola. Non fu sempre così: qui un tempo si trovavano numerosi mulini delle manifatture della seta, un'eccellenza per cui la Repubblica era famosa.

In riva al mare, sulla sponda sinistra del Bisagno, il dipinto raffigura un'altra struttura di notevole rilevanza: il Lazzaretto, situato fuori le mure. Qui venivano internati uomini e merci provenienti dai porti a rischio di contagio, che sbarcavano a Genova con la patente di sanità non regolare. Uomini e merci erano posti “in quarantena” nell'edificio e dovevano attendere lo scadere del periodo assegnato dal Magistrato di Sanità e il positivo esame di una visita medica prima di poter tornare in libera circolazione.

Abbandonata questa funzione, in epoca napoleonica l'area fu riconvertita a cantiere navale.