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Lettera di Cristoforo Colombo a Nicolò Oderico

Galata Museo del Mare
OGT
OGTD:
manuscript
OGTD:
manoscritto
Autore (AUT)
AUTR:
autore
AUTM:
firma
AUTN:
Colombo, Cristoforo
AUTA:
1451/ 1506
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Lettera manoscritta.
Codifica Iconclass (DESI)
49L1
DES
DESS:
oggetti: lettera
SGT
SGTI:
lettera
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
4238
DTZ
DTZG:
XVI
Cronologia (DT)
DTM:
firma
DTSI:
1504/12/27
DTSF:
1504/12/27
MTC
MTC:
carta- inchiostro
Notizie storico-critiche (NSC)
Colombo è appena tornato dal suo quarto e ultimo viaggio e constata, tra le molte amarezze che gli ha riservato il rientro, che nessuna risposta gli è pervenuta da Genova alla sua lettera del 2 aprile 1502. Le lettere in realtà erano state spedite attraverso il nuovo ambasciatore genovese alla corte di Spagna, Gerolamo Di Negro, ma non vennero mai recapitate né a Cristoforo, né al figlio. Colombo è amareggiato e deluso: scrive che "chi serve al comun non serve a nessun". Quindi comunica all'amico la morte della regina Isabella e i problemi che incontra il figlio Diego a entrare in godimento dei suoi diritti.

Troncati ormai definitivamente i rapporti con Genova, salvo le amicizie personali, per Colombo inizia così, tra l'agio materiale di denaro e servitori ma l'angoscia personale per le proprie malattie in peggioramento e il futuro dei discendenti, l'ultimo periodo della sua vita che si chiuderà con la morte, a Valladolid presso la Corte spagnola, il 20 maggio 1506.

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