Questo copricapo - noto come manzoor o mazari - appartiene alla tradizione dei Pashtun, ampio gruppo etnico-linguistico indoeuropeo iranico presente soprattutto nell’odierno Afghanistan orientale e meridionale e nella regione del Pashtunistan nel Pakistan occidentale. Originariamente associato agli Uzbeki dell’Afghanistan, il mazari ha guadagnato popolarità tra molti Pashtun dopo il 2018 a causa dell’ascesa alla ribalta di Manzoor Ahmad Pashteen che spesso lo indossa, il leader del Pashtun Tahafuz Movement (PTM), movimento sociale per i diritti umani dei Pashtun, diventando un simbolo del nazionalismo afghano e pashtun.
L’esemplare presenta una calotta formata da quattro spicchi cuciti insieme, a sua volta attaccata a una fascia di base. La superficie esterna è completamente ricamata con fili di cotone e lana, colore arancio, nero, blu e viola, riproducenti i tipici motivi che evocano i doga o tumar, amuleti di foggia triangolare ampiamente in uso tra le popolazioni dell’Asia centrale per allontanare gli spiriti maligni. Nella calotta si trovano anche figure umane stilizzate, di cui quelle agli apici dei quattro spicchi ricamate con filo metallico dorato. Un piccolo ciuffo di lana nera è applicata a indicare la parte posteriore del copricapo.
DES
DESP:
deposito
Altri inventari (INV)
INVN:
T. 1654
INVD:
2024
Cronologia (DT)
DCP:
intero
DTZS:
prima metà
DTSI:
1900
DTSV:
post
DTSF:
1950
DTSL:
ante
DTM:
analisi stilistica
DTZ
DTZG:
sec. XX
Tipo scheda (TSK)
OAT
Livello ricerca (LIR)
I inventariazione
Codice univoco (NCT)
Codice Regione (NCTR):
07
Ente schedatore (ESC)
Comune di Genova
Denominazione/dedicazione (OGTN)
anzoor o mazari
OGT
OGTD:
cappello
Quantità (QNT)
Numero (QNTN):
1
Localizzazione (PVC)
Stato (PVCS):
Italia
Regione (PVCR):
Liguria
Provincia (PVCP):
GE
Comune (PVCC):
Genova
Collocazione specifica (LDC)
LDCT:
deposito
LDCQ:
civico
Denominazione (LDCN):
Deposito Settore Musei
Denominazione spazio viabilistico (LDCU):
Via Chiusone, 1
Denominazione raccolta (LDCM):
Collezioni Tessili
Ubicazione originaria (UBO)
SC
Altri inventari (INV)
INVN:
T. 1654
INVD:
2024
Altre localizzazioni geografico-amministrative (LA)
TCL:
luogo di provenienza
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRCT:
casa
PRCQ:
privata
PRCM:
Collezione privata Cucchiaro Barrai Laura
PRDU:
2024
Cronologia (DT)
DCP:
intero
DTZS:
prima metà
DTSI:
1900
DTSV:
post
DTSF:
1950
DTSL:
ante
DTM:
analisi stilistica
DTZ
DTZG:
sec. XX
Ambito culturale (ATB)
ATBD:
manifattura afgana
ATBM:
analisi stilistica
Altre attribuzioni (AAT)
manifattura uzbeka
Dati tecnici (MT)
TCP:
oggetto complessivo
MTT:
cotone
TEC:
tela
MISU:
cm
MISD:
18
MISV:
circonferenza 52
TCP:
ricamo
MTT:
filo di seta e lana
TEC:
manuale
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Questo copricapo - noto come manzoor o mazari - appartiene alla tradizione dei Pashtun, ampio gruppo etnico-linguistico indoeuropeo iranico presente soprattutto nell’odierno Afghanistan orientale e meridionale e nella regione del Pashtunistan nel Pakistan occidentale. Originariamente associato agli Uzbeki dell’Afghanistan, il mazari ha guadagnato popolarità tra molti Pashtun dopo il 2018 a causa dell’ascesa alla ribalta di Manzoor Ahmad Pashteen che spesso lo indossa, il leader del Pashtun Tahafuz Movement (PTM), movimento sociale per i diritti umani dei Pashtun, diventando un simbolo del nazionalismo afghano e pashtun.
L’esemplare presenta una calotta formata da quattro spicchi cuciti insieme, a sua volta attaccata a una fascia di base. La superficie esterna è completamente ricamata con fili di cotone e lana, colore arancio, nero, blu e viola, riproducenti i tipici motivi che evocano i doga o tumar, amuleti di foggia triangolare ampiamente in uso tra le popolazioni dell’Asia centrale per allontanare gli spiriti maligni. Nella calotta si trovano anche figure umane stilizzate, di cui quelle agli apici dei quattro spicchi ricamate con filo metallico dorato. Un piccolo ciuffo di lana nera è applicata a indicare la parte posteriore del copricapo.