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Virgilio si rivolge ad una schiera di anime (Purg. III, vv. 76-78)

Musei di Strada Nuova
OGT
OGTD:
disegno preparatorio
Autore (AUT)
AUTR:
disegnatore
AUTN:
Pinelli, Bartolomeo
AUTA:
1781/1835
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Disegno a matita grafite su carta bianca raffigurante episodio tratto dal Canto III del Purgatorio dantesco
Codifica Iconclass (DESI)
83(Dante, Divina Commedia)
DES
DESS:
personaggi: Dante; Virgilio
DESS:
figure: anime del Purgatorio
DESS:
paesaggio: rocce
Titolo (SGTT)
Virgilio si rivolge ad una schiera di anime (Purg. III, vv. 76-78): "ditene dove la montagna giace, / sì che possibil sia l'andare in suso; / che perder tempo a chi più sa più spiace".
SGT
SGTI:
episodio dal Purgatorio dantesco
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
D 9
INVC:
Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
DTM:
iscrizione,bibliografia
DTZG:
XIX
DTSI:
1824
DTSF:
1826
MTC
MTC:
carta bianca
MTC:
matita grafite
Notizie storico-critiche (NSC)
Tra i fogli ottocenteschi del Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso vi è l’importante nucleo di disegni preparatori eseguiti dal pittore e incisore Bartolomeo Pinelli per l’impresa editoriale della sua Divina Commedia illustrata, di cui la collezione del museo conserva anche i tre volumi di incisioni. L’illustrazione delle tre cantiche venne realizzata dall’artista tra 1824 e 1826, con una scelta degli episodi più significativi accompagnati in calce dalle corrispondenti terzine dantesche. Delle 145 immagini dell’opera la collezione di Palazzo Rosso conserva gran parte dei modelli grafici: 4 fogli su 65 relativi all’Inferno e l’intera serie di immagini per il Purgatorio (42) e il Paradiso (34), oltre ai frontespizi delle tre cantiche. L’insieme di questi disegni riveste un particolare interesse in quanto consente di ripercorrere il processo creativo dell’autore, fatto talora di ripensamenti e correzioni in reiterati segni a matita sulla carta. Diversamente dal linguaggio colorito e talvolta grottesco che caratterizza i soggetti popolareschi e vernacolari che lo avevano reso celebre, nella sua Divina Commedia Pinelli ricerca piuttosto un registro aulico e classico, adatto ai soggetti letterari resi attuali dal sorgere dell’estetica romantica, iscrivendo così a pieno titolo la sua opera nel clima di riscoperta dell’immaginario dantesco che percorre a inizio Ottocento l’intera Europa. (Priarone 2024, pp. 51-52). Diretto precedente dell’impresa di Pinelli è la serie di 110 illustrazioni della Commedia incise dallo scultore e disegnatore neoclassico John Flaxman, che costituiscono per l’artista romano un modello soprattutto iconografico; dal punto di vista stilistico, egli invece si discosta decisamente dall’essenzialità e astrazione lineare del maestro inglese, elaborando una prospettiva alternativa e del tutto originale (Fiumi Sermattei 2022, p. 123).