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Frontespizio del Purgatorio di Dante

Musei di Strada Nuova
OGT
OGTD:
disegno preparatorio
Autore (AUT)
AUTR:
disegnatore
AUTN:
Pinelli, Bartolomeo
AUTA:
1781/1835
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
Disegno a matita grafite su carta bianca raffigurante il frontespizio della seconda cantica dantesca, contenente il ritratto dell'autore, che si è raffigurato al centro del foglio. Ai suoi lati, due diavolesse lo afferrano per le ciocche dei capelli, mentre una terza lo afferra per le gambe. Quattro angeli, armati di spade e lance, le ricacciano verso il basso.
Codifica Iconclass (DESI)
83(Dante, Divina Commedia)
DES
DESS:
figure: angeli; diavoli
DESS:
personaggi: Bartolomeo Pinelli
Titolo (SGTT)
Frontespizio del Purgatorio di Dante
SGT
SGTI:
Frontespizio del Purgatorio di Dante
Inventario di museo o soprintendenza (INV)
INVN:
D 3
INVC:
Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso
Cronologia (DT)
DTZS:
prima metà
DTM:
iscrizione,bibliografia
DTZG:
XIX
DTSI:
1824
DTSF:
1826
MTC
MTC:
carta bianca
MTC:
matita grafite
Notizie storico-critiche (NSC)
Tra i fogli ottocenteschi del Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso vi è l’importante nucleo di disegni preparatori eseguiti dal pittore e incisore Bartolomeo Pinelli per l’impresa editoriale della sua Divina Commedia illustrata, di cui la collezione del museo conserva anche i tre volumi di incisioni. L’illustrazione delle tre cantiche venne realizzata dall’artista tra 1824 e 1826, con una scelta degli episodi più significativi accompagnati in calce dalle corrispondenti terzine dantesche. Delle 145 immagini dell’opera la collezione di Palazzo Rosso conserva gran parte dei modelli grafici: 4 fogli su 65 relativi all’Inferno e l’intera serie di immagini per il Purgatorio (42) e il Paradiso (34), oltre ai frontespizi delle tre cantiche. L’insieme di questi disegni riveste un particolare interesse in quanto consente di ripercorrere il processo creativo dell’autore, fatto talora di ripensamenti e correzioni in reiterati segni a matita sulla carta. Diversamente dal linguaggio colorito e talvolta grottesco che caratterizza i soggetti popolareschi e vernacolari che lo avevano reso celebre, nella sua Divina Commedia Pinelli ricerca piuttosto un registro aulico e classico, adatto ai soggetti letterari resi attuali dal sorgere dell’estetica romantica, iscrivendo così a pieno titolo la sua opera nel clima di riscoperta dell’immaginario dantesco che percorre a inizio Ottocento l’intera Europa. Illustrando il viaggio di Dante, Pinelli si immagina come compagno del Sommo Poeta e inserisce il suo ritratto in più episodi, compresi i tre frontespizi: qui l'artista si raffigura tirato per le lunghe ciocche dei capelli e per i piedi da tre diavolesse, che vengono ricacciate in basso da quattro angeli. In questo caso si tratta di un foglio particolarmente tormentato, in cui Pinelli ricerca la forma definitiva attraverso un segno che torna sulle forme e sui panneggi, specie nelle vesti degli angeli e nella loro posizione, con ripensamenti e pentimenti. (Priarone 2024, pp. 51-53).