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Cassettone Ninive

Galleria d’Arte Moderna e Collezione Wolfsoniana
OGT
OGTD:
cassettone
OGTT:
arredo
Autore (AUT)
AUTS:
e aiuti
AUTR:
progettista
AUTM:
documentazione
AUTN:
Fabbi, Fabio
AUTA:
Bologna, 1861 – Casalecchio di Reno, 1946
AUTR:
esecutore
AUTM:
documentazione
AUTN:
Aroldi, Tommaso
AUTA:
Martignano di Po, 1870 – Solarolo Rainerio, 1928
Indicazioni sull'oggetto (DESO)
il cassettone in oggetto era originariamente accompagnato da un pendant con la raffigurazione della città di Tebe. Sul fronte del cassettone è intarsiata una veduta fantastica della città di Ninive, antico centro urbano situato sulla riva sinistra del Tigri, nel Nord della Mesopotamia.
DES
DESS:
architetture: città
Titolo (SGTT)
Cassettone NInive
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
GX1993.25
DTZ
DTZG:
XIX-XX
Cronologia (DT)
DTZS:
fine/ inizio
DTSI:
1896
DTSV:
post
DTSF:
1917
MTC
MTC:
intarsi in avorio
MTC:
legno di rovere scolpito e intarsiato
Notizie storico-critiche (NSC)
Divenuto proprietario nel 1896 del Palazzo Ducale di Guastalla, l’imprenditore Flavio Mossina – già residente in Congo, dove iniziò a maturare la propria passione per l’esotismo – avviò una serie di lavori di ripristino dell’edificio, per farne la propria abitazione e la sede dell'azienda "Trancerie Mossina", una tra le prime e più importanti fabbriche di compensati in Italia. Tra gli ambienti da lui ideati si deve ricordare la Camera Egizia, da cui provengono gli arredi conservati alla Wolfsoniana e il cui apparato decorativo – commissionato al pittore orientalista Fabio Fabbi, probabile autore del progetto forse unitamente al fratello Alberto, – fu eseguito intorno al 1917 dal pittore e architetto Tommaso Aroldi, formatosi tra il 1885 e il 1892 alle accademie di Parma e Firenze, dove fu allievo di Giovanni Fattori.
I due elementi d’arredo esposti alla Wolfsoniana – il cassettone Ninive e il letto piramidale, riccamente decorato con intarsi in avorio e pietre dure – documentano in maniera esemplare il visionario e fantasioso spirito orientalista che improntava i caratteri artistici della camera: un pastiche che combinava suggestioni esotiche e storiciste di diverse epoche e di differenti aree geografiche, come attestato dalle stravaganti invenzioni figurative degli elementi di boiserie in deposito presso la Wolfsoniana, raffiguranti miti e leggende di re, faraoni, dei ed eroi, ambientati in lande remote, dall’estremo oriente all’America Latina, a ricreare una seducente e immaginaria atmosfera esotica. Il rimando all’antico Egitto, rievocato nella monumentale struttura del letto dalla testiera piramidale circondata da mura e torri, dialogava infatti, nel contesto di questa fastosa ricostruzione orientaleggiante, con la fantastica veduta della città di Ninive incisa nel fronte del cassettone.
L’aspetto peculiare della Camera Egizia del Palazzo Ducale di Guastalla è tuttavia rappresentato soprattutto dal fatto che – seppure all’epoca fosse molto in voga proporre, a fianco di arredi storicistici, salotti in stile orientale, genericamente indicati con il termine “moresco” e abitualmente attrezzati a fumoir – questo ambiente era destinato non a una condivisione sociale, ma a una fruizione intima e famigliare.

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