La tela, proveniente da Casa Piola e raffigurante l'Ateneo delle Belle Arti, costituisce la replica o il modelletto del più grande dipinto commissionato dal marchese Nicolò Maria Pallavicini, attualmente disperso. Dalla corrispondenza tra il pittore e il marchese si evince che, nel momento in cui il pagamento per questo dipinto è stato saldato per dumilacinquecento lire genovesi, il marchese commissionò a Piola un'altra tela raffigurante la Clemenza di Alessandro, la cui replica si trova anch'essa a Palazzo Bianco.
Siccome le due opere si trovavano nello stesso ambiente al momento della stesura dell'inventario, sono state considerate ideali pendants.
L'Ateneo rappresenta una sorta di compendiario: infatti, sono rappresentate, oltre alle Arti liberali, anche scienze come la filosofia e l'astronomia, tutte inserite in una scenografia teatrale di stampo classicista.
L'allegoria piolesca è manifesto del gusto accademico del marchese, membro dell'Arcadia, che ha mostrato particolare apprezzamento per quest'opera tanto da affidare all'artista molte altre commissioni.
Del tema esistono tre disegni preparatori, in cui la composizione è pressoché la medesima, ma ciascuno presenta una serie di modifiche più o meno radicali, soprattutto per quanto riguarda l'allegoria della Scultura, rappresentata dal busto posto al centro della scena, e i gruppi sulla destra e sulla sinistra.
Il disegno di Parigi è probabilmente da considerarsi il primo in ordine cronologico: la composizione è impostata su un movimento rotatorio, accentuato dal motivo del portico sullo sfondo e bilanciato dai due giganti che sorreggono il Globo a sinistra e dall'allegoria della Gloria a destra, ma risulta interrotto dalla figura della Scultura al centro.
Il disegno di Genova, proveniente dalla collezione Varni, ora a Palazzo Rosso, presenta una serie di considerevoli trasformazioni. L'architettura, che funge da quinta scenica, è spostata in fondo, ed è allo steso tempo arricchita da vari elementi decorativi, come l'introduzione del portico che supporta i due Atlanti.
Questi due disegni rappresentano due interpretazioni indipendenti dello stesso soggetto, ma entrambe non hanno evidentemente soddisfatto appieno il Piola, che a quel punto si è cimentato nell'esecuzione di un terzo e definitivo disegno preparatorio, oggi custodito nella Royal Library del castello di Windsor. Quest'ultimo studio è sostanzialmente il risultato delle fusione dei primi due, ponendo però un maggiore accento sul contenuto allegorico: dal disegno di Parigi estrae il gruppo di destra e il movimento circolare su cui si basa la composizione, mentre da quello di Genova deriva la formulazione dei personaggi a sinistra. L'allegoria della Scultura è definitivamente eliminata, ma viene aggiunta la figura dell'angelo musico che campeggia sullo sfondo del cielo.
Altre localizzazioni geografico-amministrative (LA)
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRCU:
salita S. Leonardo 18
PRDU:
1913
PRCT:
casa
PRCQ:
PIOLA
TCL:
luogo di provenienza
PRVS:
Italia
PRVR:
Liguria
PRVP:
GE
PRVC:
Genova
PRVL:
Pegli
PRCD:
Villa Durazzo Pallavicini
PRDI:
1928
PRDU:
1942
TCL:
luogo di deposito
Inventario di museo o soprintendenza
INVN:
PB 1850
INVC:
Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco
Rapporto (RO)
ROFF:
replica
ROFS:
Dipinto di analogo soggetto, prototipo della presente composizione ma di dimensioni più ampie, attualmente disperso (D. Sanguineti, Domenico Piola. Percorsi di pittura barocca", 2017, p. 187)
La tela, proveniente da Casa Piola e raffigurante l'Ateneo delle Belle Arti, costituisce la replica o il modelletto del più grande dipinto commissionato dal marchese Nicolò Maria Pallavicini, attualmente disperso. Dalla corrispondenza tra il pittore e il marchese si evince che, nel momento in cui il pagamento per questo dipinto è stato saldato per dumilacinquecento lire genovesi, il marchese commissionò a Piola un'altra tela raffigurante la Clemenza di Alessandro, la cui replica si trova anch'essa a Palazzo Bianco.
Siccome le due opere si trovavano nello stesso ambiente al momento della stesura dell'inventario, sono state considerate ideali pendants.
L'Ateneo rappresenta una sorta di compendiario: infatti, sono rappresentate, oltre alle Arti liberali, anche scienze come la filosofia e l'astronomia, tutte inserite in una scenografia teatrale di stampo classicista.
L'allegoria piolesca è manifesto del gusto accademico del marchese, membro dell'Arcadia, che ha mostrato particolare apprezzamento per quest'opera tanto da affidare all'artista molte altre commissioni.
Del tema esistono tre disegni preparatori, in cui la composizione è pressoché la medesima, ma ciascuno presenta una serie di modifiche più o meno radicali, soprattutto per quanto riguarda l'allegoria della Scultura, rappresentata dal busto posto al centro della scena, e i gruppi sulla destra e sulla sinistra.
Il disegno di Parigi è probabilmente da considerarsi il primo in ordine cronologico: la composizione è impostata su un movimento rotatorio, accentuato dal motivo del portico sullo sfondo e bilanciato dai due giganti che sorreggono il Globo a sinistra e dall'allegoria della Gloria a destra, ma risulta interrotto dalla figura della Scultura al centro.
Il disegno di Genova, proveniente dalla collezione Varni, ora a Palazzo Rosso, presenta una serie di considerevoli trasformazioni. L'architettura, che funge da quinta scenica, è spostata in fondo, ed è allo steso tempo arricchita da vari elementi decorativi, come l'introduzione del portico che supporta i due Atlanti.
Questi due disegni rappresentano due interpretazioni indipendenti dello stesso soggetto, ma entrambe non hanno evidentemente soddisfatto appieno il Piola, che a quel punto si è cimentato nell'esecuzione di un terzo e definitivo disegno preparatorio, oggi custodito nella Royal Library del castello di Windsor. Quest'ultimo studio è sostanzialmente il risultato delle fusione dei primi due, ponendo però un maggiore accento sul contenuto allegorico: dal disegno di Parigi estrae il gruppo di destra e il movimento circolare su cui si basa la composizione, mentre da quello di Genova deriva la formulazione dei personaggi a sinistra. L'allegoria della Scultura è definitivamente eliminata, ma viene aggiunta la figura dell'angelo musico che campeggia sullo sfondo del cielo.
Acquisizione (ACQ)
ACQT:
legato
Nome (ACQN):
Ageno De Simoni Carlotta, n. 65
Data acquisizione (ACQD):
27 novembre 1913
Luogo acquisizione (ACQL):
Genova
Condizione giuridica (CDG)
Indicazione generica (CDGG):
proprietà Ente pubblico territoriale
Indicazione specifica (CDGS):
Comune di Genova
Citazione completa (BIL)
Citazione completa (BIL):
G. Bottari, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura, tomo VI, Roma, 1768, pp. 268-269
Citazione completa (BIL):
R. Soprani, C.G. Ratti, Delle vite de pittori, scultori ed architetti genovesi, II, 1768, p. 45
Citazione completa (BIL):
E. Malagoli, The Drawings of Casa Piola, in The Burlington Magazine, october 1966, n. 763, pp. 504-507, fig. 19
Citazione completa (BIL):
C. Marcenaro, Pittori Genovesi a Genova nel '600 e nel '700, catalogo della mostra, Palazzo Bianco, settembre-novembre 1969, p. 229
Citazione completa (BIL):
E. Gavazza, Il momento della grande decorazione, in La Pittura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento, Genova, Sagep Editrice, 1987, p. 262
Citazione completa (BIL):
C. Di Fabio in El esplendor de Génova, catalogo della mostra, 2003, pp. 82-83
Citazione completa (BIL):
R. Besta, scheda in Domenico Piola 1628-1703. Percorsi di pittura barocca, (a cura di) D. Sanguineti, Genova, Sagep Editori, 2017, pp. 187-188, cat. 105